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Quando si voltò verso Angelica la poverina aveva gli occhi lucidi e le sue lacrime minacciavano di uscire nuovamente. Jack dagli occhi della donna poteva leggere rabbia, disappunto, dispiacere, amarezza...
Prese fiato per iniziare a parlare ma poi abbassò il capo, si vergognava profondamente e sapeva anche di non essere una cima con le parole per quello evitò di esprimersi, tanto se l'avesse fatto in quel momento non solo Angelica non lo avrebbe ascoltato, ma avrebbe anche frainteso... come sempre d'altronde ...
Esmeralda indietreggiò per godersi al meglio lo spettacolo, che da lì a poco, i due avrebbero dato...

«C'era davvero bisogno di farmi venire fino a qui per mostrarmi questo...?» chiese tentennante con espressione schifata

Nemmeno Angelica sapeva che parole usare per descrivere ciò che i suoi occhi avevano appena visto.
Poi iniziò piangere e puntò il dito contro i due.

«Siete due svergognati!» gridò arrabbiata «E siete disgustosi» aggiunse stizzita

Angelica si allontanò, ma Jack la raggiunse velocemente.

«Aspetta ti prego» disse cercando di prenderle il polso

«Non ti azzardare a toccarmi!» era in lacrime, poi gli tirò uno schiaffo

Jack istintivamente si portò una mano sul viso, proprio dove la donna lo aveva colpito e si massaggiò.

«Tu sei...»iniziò Angelica, ma la voce le moriva in gola «...Così crudele» terminó la frase

Angelica chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Poi li riaprì...

«Come hai potuto farmi una cosa del genere?» domandò con voce flebile e distaccata, senza volere una risposta

Jack la guardò dritta negli occhi e notò che avevano di nuovo perso il loro magico luccichio, poi si perse tra i suoi pensieri. Ora come diamine avrebbe fatto a mettere a posto le cose? Era praticamente impossibile, le aveva fatto a pezzi il cuore per l'ennesima volta.
Alzò lo sguardo e Angelica era ormai lontana, poi si voltò verso Esmeralda, anche lei non c'era più. Dentro di sé, però, sentiva che quella donna non si sarebbe mai più ripresentata... forse perché, questa volta, era riuscita a pieno nel suo intento...
Ora come ora non aveva senso inseguire Angelica, l'avrebbe solamente turbata ulteriormente. Così Jack si stese sul lenzuolo, mangiò qualche fragola e si addormentò, sotto le stelle, con un senso di malessere soffocante ed opprimente.

Angelica tornò a casa e tutte le luci erano già spente, era prevedibile dato che era molto tardi. Sapeva che la sua dolce ed amata figlia stava dormendo con Felipe ed Elèna. La donna voleva raggiungerli in camera, voleva andare a riprendere Ev per riempirla di baci. Era tutto ciò che voleva fare in quel momento. Mentre la fanciulla si accingeva a salire le scale, si sentì una mano posare sulla spalla, così si voltò sussultando.

«Tranquilla sono solo io» disse a bassa voce Felipe

L'uomo aveva una candela, con luce fioca, così la avvicinò al volto di Angelica per vederla meglio.

«Ma tu stai piangendo!» esclamò «Ma perché?» le chiese

L'uomo era alquanto confuso, sapeva che Jack era intento a chiedere la sua mano, cosa mai poteva essere andato storto?

La donna non rispose alla sua domanda e si fiondò tra le sue braccia.

«Ma che è successo? Qualcuno ti ha aggredita per strada?» chiese preoccupato

Angelica continuò a non rispondere, si separò dall'uomo e i due si guardarono per qualche secondo negli occhi. I suoi occhi stavano soffocando in quelle dannate lacrime e lanciavano un grido disperato di dolore. Felipe voleva accarezzarle le gote rosee per scacciare via la malinconia e la tristezza, ma lei glielo impedì. Gli prese la mano e la scansò, si avvicinò a lui e abbassò lo sguardo. Non riusciva a distogliere l'attenzione dalle labbra carnose e tentatrici di Felipe, così lo baciò...

Due cuori e una capanna Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora