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capitolo 00: the prologue
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Jungkook aveva sempre utilizzato il suo corpo come se fosse stato un libro illustrato, pieno di parole e immagini che, collaborando tra di loro, potessero raccontare una storia, la sua storia. Vedeva il suo corpo come una tela su cui poter dipingere le sue emozioni, i suoi colori. Per questo motivo, all'età di soli ventitré anni, già l'ottanta percento della sua pelle era ricoperto di inchiostro, alle volte nero come i suoi capelli, altre volte colorato come la sua visione del mondo. Alle volte. Perché lui vedeva il mondo esattamente come il mondo vedeva lui: ogni tanto a colori, ogni tanto nero, tal volta l'uno e l'altro allo stesso tempo.

Jungkook era arte per se stesso, ma non per la gente che lo circondava. Gente dalla mentalità retrograda, che pensava che essere omosessuali fosse una malattia, una forma di perversione, e che avere dei tatuaggi fosse qualcosa di strano e che guardava male chiunque ne avesse, insegnando ai loro figli che quelle fossero persone da cui stare ben lontan; perché si sa, se hai dei tatuaggi, soprattutto su collo, faccia e mani, hai automaticamente a che fare con la criminalità. Insomma, per il mondo Jungkook era un frocio malato e pervertito che per di più era anche un criminale: tipica tipologia di ragazzo da cui diffidare.

Il ragazzo, nonostante le continue e incessanti critiche, non aveva mai pensato, neanche per un secondo, di essere sbagliato, di essere sporco. Lui amava l'arte ed era fortemente convinto che un bel dipinto si potesse vedere su una tela piana così come su un corpo umano. Lui si accettava per quello che era, anche se da come si comportava poteva sembrare totalmente l'opposto: non amava esporsi, esporre il proprio corpo alla vista altrui, ma questo non era dato dalle critiche. Semplicemente riteneva la sua storia fin troppo personale per essere messa in mostra in maniera fin troppo esplicita e per un tempo troppo prolungato. Ecco perché usciva sempre di casa avvolto dai suoi jeans scuri, a volte con strappi anche se pochi, e coperto dalle sue felpe nere di due o tre taglie in più.

Jungkook era inoltre un ragazzo molto intelligente: i maltrattamenti sociali non avevano cambiato la sua personalità. Lui non si era modificato perché giudicato, cercava di essere sempre gentile con tutti nonostante tutto. Tuttavia non si era mai spinto oltre nella conoscenza di qualcuno, solitamente a causa degli altri che spesso non si fidavano di lui per il suo aspetto. Qualche volta però era proprio lui a diffidare delle persone; il corvino non sapeva cosa fosse la fiducia, o almeno non lo sapeva più. Dopo anni passati senza riceverne alcuna, si era persino scordato il significato della parola.

Insomma, Jungkook era un ragazzo molto complicato, non si poteva certo affermare il contrario. Era gentile con tutti, ma andava su tutte le furie quando veniva giudicato in maniera troppo esplicita. Era gentile con tutti, ma diffidava di chiunque. Era gentile con tutti eppure nessuno lo era con lui. Era gentile con tutti, ma non riusciva ad amare. L'unica cosa che amava era la sua arte su se stesso. E questo gli bastava.

Words: 521
Published: 14112020
Edited:

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora