XXXIV - seconda parte

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capitolo 34: parte 2
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

Yoongi mi ha concesso il martedì libero... non ha capito che io ho bisogno di lavorare e che se avessi voluto stare a casa avrei benissimo potuto farlo la domenica, ma siccome ha insistito tanto ho deciso di accettare e di non insistere a mia volta.

Mi sveglio distrutto dal Lunedì sera: sapendo che non avrei dovuto lavorare mi sono dato alla pazza gioia con l'alcol e credo anche di aver visto Jimin, forse di averci parlato, ma a questo punto non so se fosse il suo reale fantasma – e già dire una cosa del genere fa strano – oppure se fosse soltanto un'allucinazione dovuta all'ingente quantità di alcol che mi stava circolando nelle vene.

Bisognoso di una doccia fresca, mi metto seduto sul divano, stropicciandomi gli occhi con una mano e tenendomi la testa che ancora gira con l'altra. Cerco di alzarmi molto piano e quando ci riesco mi sento cadere sulle gambe, ma non so in che modo sono ancora in piedi. Decido di non farci troppo caso e salgo le scale aggrappandomi alla ringhiera come se stessi morendo, raggiungendo il bagno e spogliandomi, lanciando poi i vestiti nella stanza in maniera disordinata. A riordinarli ci penserò dopo, quando tutto quanto attorno a me avrà smesso di girare.

Entro nel cubicolo vetrato e mi tuffo con tutta la testa sotto il getto di acqua fredda; non mi importa un bel niente se mi prenderò un qualche malanno, in questo momento ho proprio un gran bisogno di freschezza. E proprio a mente fredda e fresca, mi torna in mente la proposta che mi ha fatto Yoongi, il suo invito a berci un caffè insieme. Ah, se solo sapesse, penso afferrando lo shampoo dal pensile della doccia e versandomene una buona quantità sul palmo della mano, per poi sfregarlo con entrambe sui miei capelli che avevano proprio bisogno di una lavata.

«Per me dovresti accettare» sento dire da una voce e per poco non scivolo dallo spavento rompendomi un mignolo, ma qualcuno – penso la stessa persona a cui appartiene la voce – mi afferra in tempo per non farmi cadere.

«Ma che-» sto per chiedere, ma appena riesco a vedere la figura davanti a me mi accorgo che è Jimin. «Cazzo, avevi detto di essere tornato sulla Terra per salvarmi, non per uccidermi!» esclamo senza neanche pensare alle parole che ho usato. Firmerei mille contratti di morte se potessi tornare insieme al mio piccolo, non mi importa in che modo o in che forma.

Lui tuttavia ridacchia e mi domanda scusa, grattandosi la nuca imbarazzato. «In realtà ti avevo chiamato, ma eri troppo occupato a pensare a un certo Yoongi» replica continuando a ridere e guardandomi con uno dei sorrisi più sinceri del mondo. Lo so perché gli stanno sorridendo pure gli occhi, e quelli non mentono.

«Sì... mi stressa sempre» mi lamento. «Cosa posso fare per togliermelo dai piedi?»

«E perché vorresti allontanarlo?»

«Perché lui vuole sapere la mia storia. E io non sono disposto a raccontargliela.»

«Kookie... devi imparare a lasciare andare il passato, a lasciare andare me

«Come faccio?» sbotto dando un pugno al muro, ovviamente con il braccio destro già martoriato e imprecando per il male che mi sono auto-inflitto. «Come faccio a lasciarti andare se eri il mio tutto? È successo tutto in così poco tempo. Tu sei- morto e... e poi io ho lasciato la scuola e dopo ancora tu sei comparso sotto forma di fantasma. È stato tutto così veloce che io ancora continuo a non crederci, quindi come pensi che io possa lasciar perdere il passato e andare avanti?»

«Prova a uscire con Yoongi» mi suggerisce lui. Questo è un Jimin diverso da quello che conoscevo in vita. Questo è più razionale, sembra quasi paradossale: io legato ai sentimenti e lui che mi dice di staccarmici, ma non ci riesco. E non voglio uscire con Yoongi quando in testa ho solo lui, immerso in un confusissimo oceano di pensieri cattivi, tossici, che mi stanno pian piano divorando il cervello e che, prima o poi, passeranno a rodermi il fegato. «Lo so che pensi a me. Anche io penso a te, ogni singolo secondo della mia esistenza. Ma non è ancora arrivato il tuo momento per passare da questa parte, quindi finché sarai in vita dovrai goderti ogni singolo istante, sono stato chiaro?» il tono di Jimin è deciso, anche se la sua voce si spezza verso la fine della frase e quando punto il mio sguardo nel suo noto una lacrima incorporea scendergli sul volto freddo e morbido. Schiudo le labbra per ribattere, ma quando non esce neanche un misero singulto il biondo prende nuovamente la parola: «Ho apprezzato la mia vita da quando ho incontrato te perché, grazie al tuo aiuto, ho saputo viverla a pieno e sì, sono dispiaciuto a morte sapendo che non potremo più essere insieme come prima, ma l'aver vissuto bene sulla Terra mi fa disprezzare di meno tutto quello che c'è stato dopo. Tutti giungono a una fine corporea, ecco perché finché abbiamo un corpo, dobbiamo imparare ad usarlo al massimo. Finché abbiamo la possibilità di essere fisici su questo pianeta, dobbiamo fare tutto ciò che ci rende felici, con le persone che ci rendono felice. Non so se Yoongi sarà quello che ti renderà felice, ma sicuramente io non voglio stare qui a guardarti buttare via la tua vita finché hai ancora un corpo con cui poterla vivere!» esplode e poi, tanto in fretta quant'è arrivato, scompare senza lasciare traccia di sé, se non per le sue parole che continuano a risuonarmi nelle orecchie come un disco rotto, impiantato sulla medesima frase da secoli: "io non voglio stare qui a guardarti buttare via la tua vita finché hai ancora un corpo con cui poterla vivere!".

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora