XXXII - prima parte

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capitolo 32: parte 1
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I miss your touch
on nights when I'm hollow

Ghost, di Justin Bieber

»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

Nonostante dottori e infermieri mi abbiano caldamente consigliato di rimanere in ospedale ancora un giorno, io ho voluto a tutti i costi che mi dessero i moduli di dimissione per farmi uscire di qui. In un'altra situazione non me ne sarebbe importato un bel niente di dove potevo stare – in un ospedale o a casa mia, cosa cambia? –, ma in questo momento ho altro a cui pensare e devo essere libero: oggi pomeriggio ci sarà la cremazione del mio piccolo e io ho promesso che sarei stato con lui. Solo io. Niente famiglia che non ha mai avuto, niente amici... io e il nostro amore.

Tornato a casa ho chiamato i servizi delle pompe funebri perché inviassero delle persone a chiudere e spostare la bara. Sono con Jackson in questo momento, mentre i lavoratori preparano il materiale necessario alla chiusura del letto in cui il mio amore riposa.

«Signor Jeon...» mi dice uno degli uomini posando una mano sulla mia spalla. «Stiamo per chiuderla, c'è qualcos'altro che vuole dire al ragazzo?» mi domanda. Sì che c'è qualcos'altro. C'è tutta una vita che vorrei raccontargli, tutta una storia che neanche Dante sarebbe riuscito a scrivere. Vorrei dirgli ancora tante cose, ma il tempo che ho a disposizione è fin troppo poco quindi, con gambe tremanti, mi avvicino alla bara e mi piego in avanti per essere ad un palmo di naso dal mio angelo.

«Ti amo» dico in un sussurro per poi premere delicatamente le mie labbra contro la sua guancia fredda. Non voglio baciargli le labbra perché ho paura di rovinarmi il tenero ricordo che ho delle stesse; mi limito quindi a baciargli la guancia, indurita dalla perdita di vita. La sua guancia che un tempo era così morbida, come tutto il resto di lui, e che adesso invece è ridotta a uno strato liscio di pelle dura, morta. Non voglio questo ricordo di Jimin, di lui voglio rimembrare solamente i momenti migliori.

Quando mi allontano dal letto privo di vita facendo un cenno ai ragazzi per dire loro che sono pronto, vedo due di loro avvicinarsi con un'asse di legno dalla forma della bara e un altro portare bulloni, viti e trapano. È arrivato il momento in cui chiuderanno per sempre il corpo di mio marito in una scatola di legno senz'aria.

Quando posano l'asse sopra la bara per posizionarlo, mi sento mancare il respiro. No, non può essere, non può finire così. Non è possibile che non rivedrò mai più il suo volto né il suo corpo, non è possibile che la sua presenza nella mia vita si limiterà solamente a dei meri ricordi.

«NO!» urlo correndo nuovamente verso la bara. «Non voglio, non voglio! Non lo rivedrò mai più se la chiudete.»

«Jungkook, devono farlo...» cerca di spiegarmi Jackson accarezzandomi la schiena per calmarmi.

«NO!» urlo di nuovo piangendo. No. Non lo accetto. Non posso, no.

«Signor Jeon, mi dispiace, ma non possiamo tenere la bara ancora aperta... il corpo si sta già deterioran-»

«Non ci riesco! Non posso accettarlo!»

«Vuole stare ancora un po' con lui? Possiamo darle cinque minuti, ma poi dobbiamo procedere con la chiusura» mi comunica gentilmente uno degli uomini. Vedranno di questi casi ogni santo giorno della loro vita, eppure riescono ancora a provare compassione per i familiari della vittima. Approfitto quindi della gentile proposta del ragazzo in piedi di fronte a me e annuisco, volendo passare gli ultimi cinque minuti con l'amore della mia vita. È stato tragico quando mancavano solamente cinque minuti alla sua morte, è stato davvero orribile, più orribile di ogni altra cosa, ma almeno potevo ancora vederlo. Adesso invece mancano esattamente cinque minuti alla mia ultima visione di lui, delle sue labbra perfette incurvate in un leggero sorriso, delle sue guance più morbide di una piuma al ricordo che ne avevo. Sarà davvero l'ultima volta che lo vedrò ed è difficile da accettare. In questi pochi giorni ho passato di tutto, sono entrato in un turbinio di emozioni negative e una piccola parte di me ne vorrebbe uscire, mentre l'altra – la parte più grande – pensa che siano meritate. Non so neanche per quale motivo dovrei meritarmele, però il mio cervello crede questo.

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora