VIII

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capitolo 08
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»»---- ★ jimin's p.o.v. ★ ----««

Esco dalla casa di quell'essere orribile e imposto i miei passi ad un ritmo veloce, anche se le mie gambe stanno tremando come foglie. Quasi fuori dal cancellino, quando sto ormai per svoltare il vialetto e andarmene da questo posto, sento la sua voce terrorizzante e rivoltante dire: «Alla prossima, belle labbra» e anche se non mi giro per ricambiare il saluto posso dire con certezza che stia sghignazzando.

Evitando categoricamente di voltarmi indietro, mi incammino fulmineo verso il Campus, devo raggiungere il mio dormitorio il più presto possibile e poi andare a vomitare tutto lo schifo che ho ingerito. Senza neanche accorgermene mi metto addirittura a correre, mentre le lacrime salate e piene di vergogna che ho trattenuto per tutto quel tempo iniziano a scorrermi lungo le guance, e raggiungo in poco tempo il giardino dell'ateneo. La cosa più orribile non è neanche quello che mi ha fatto, ma come io mi stia sentendo adesso: mi sento sporco pur essendo ben consapevole che quello che è successo non sia stata colpa mia. È un crimine in cui la vittima si sente sempre il colpevole, quando in realtà l'unico responsabile è quel bastardo di Taewon e i suoi tre "amici" che si sono divertiti con lui, coprendolo e appoggiandolo nel suo reato.

Un riflesso di vomito si fa sentire lungo il mio esofago appena il suo nome mi entra in testa, e chiudo gli occhi mentre corro verso l'entrata dell'edificio in cui mi sto per chiudere e dal quale non voglio uscire per un bel po'. Lo trattengo a fatica, rimandandolo giù, mentre continuo a correre fino a scontrarmi con qualcuno. Le mie gambe, già fatte di gelatina, si sciolgono all'istante... ma allora perché sono ancora in piedi?

«Jimin?» mi chiama la persona contro la quale sono finito e ne riconosco immediatamente la voce, morbida e calda, rauca e rasserenante. I miei muscoli si rilassano all'istante, soprattutto sotto il suo tocco: infatti le sue mani mi hanno afferrato per le braccia per non farmi cadere. «Hey, perché piangi?» mi chiede con la voce triste e preoccupata.

Non ho neanche bisogno di aprire gli occhi per guardarlo; mi fiondo direttamente tra le sue braccia fidandomi di lui, pensando solo per un momento a come si sarebbe svolta la giornata se solo l'avessi incontrato prima. Sicuramente non sarebbe andata così. Senza farmi altre domande, che al momento potrebbero risultare scomode, ricambia l'abbraccio facendomi sentire finalmente protetto e al sicuro. Dov'eri un'ora fa?, penso mentre le lacrime continuano a scendere. Tiro su col naso e premo la testa contro il suo petto, sentendo il suo battito cardiaco accelerato – fortunato... – e asciugandomi gli occhi contro la sua felpa nera extra large, che percepisco come morbida e al lieve odore di nicotina, segno che si è da poco martoriato i polmoni con quelle bambole assassine.

Vorrei stare in questa posizione per sempre, ma mi torna l'istinto di vomitare e quindi mi stacco all'istante da lui, cercando di trattenermi il più possibile. E ci riesco benissimo appena i miei occhi si posano su di lui, che sembra brillare di luce divina e inoltre è... è biondo. Per poco non svengo davvero a questa visione e penso di essergli rimasto di fronte a bocca aperta come un pesce fuor d'acqua.

«Cosa c'è?» chiede ridacchiando, vedendo che la mia espressione è completamente cambiata.

«I tuoi c-capelli...» mormoro e lui sposta un braccio da me, facendomi perdere il calore che mi stava diffondendo, per passarsi una mano in mezzo alla nuova chioma. Questa ci passa così facilmente che i capelli sembrano fatti di seta e trattengo a fatica l'istinto di toccarglieli, limitandomi a commentare con un semplice: «Sono stupendi.»

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora