VII

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capitolo 07
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

Vengo svegliato dalla luce solare che dalla finestra filtra nella mia stanza e lentamente apro gli occhi per accogliere il nuovo giorno, che tuttavia non posso considerare un buon giorno. I dubbi e le paranoie che fino a ieri mi hanno attanagliato la mente se ne sono andati solo per lasciarmi, relativamente, tranquillo questa notte, ma non appena il mio cervello e i miei muscoli hanno iniziato a riattivarsi questi sono tornati imperterriti.

Per tenere il cervello occupato ho bisogno di fare qualche pazzia, qualcosa di cui potrei pentirmi o che potrebbe finire col piacermi, ho bisogno di cambiare, però allo stesso tempo non posso saltare Letteratura. Penso che oggi frequenterò solo quella lezione e poi uscirò dall'Università per attuare il mio piano. Niente di pericoloso, è che quando sono realmente nervoso mi tatuo però oggi non saprei cosa farmi, quindi farò qualcos'altro. Non che questo possa risolvere le cose, ma ho davvero bisogno di una distrazione. E stare in mezzo alla gente, nel bene e nel male, almeno ha la funzione di distrarmi.

Prima di alzarmi dal letto, contro la stessa volontà del mio corpo, guardo l'orario sulla sveglia digitale che ho comprato appena sono arrivato qua – uno dei primi acquisti e ancora resta in piedi; tutto il contrario di me, diciamo. Constato che ho ancora tutto il tempo del mondo per farmi una doccia e prepararmi con calma, senza fare corse inutili, e sempre con calma mi dirigo quindi verso il bagno dove solo qualche ora prima ho scoperto il tutto. Cerco di pensare a qualsiasi altra cosa mentre mi libero dei miei indumenti e mi infilo sotto la doccia, aprendo il getto dell'acqua sul livello bollente e direzionandolo all'istante sulla mia pelle per riacquistare tutto il calore che ho perso una volta uscito da sotto le coperte.

Se solo potessi starei sotto l'acqua calda per tutto il giorno, solo per rilassarmi e non pensare, ma come dice il grande RM pensare a "non pensare" è un pensiero anch'esso; ecco perché ricomincio a pensare a quello che è successo ieri. Ho provato con tutto me stesso a convincermi che possa essere qualsiasi cosa, che non sono un esperto e che posso essere stato traviato dall'immaginazione e dalle paranoie, però io quando ho paura penso al peggio. Se c'è anche solo l'un percento di probabilità che una cosa finisca male io mi concentro su quell'un percento come se fosse il restante novantanove, tralasciando il novantanove attuale e reale.

Uscito dalla doccia mi asciugo velocemente e lascio i capelli umidi sulle punte, sperando di non prendermi un accidente; solo che non riesco più a stare in casa, devo seriamente andarmene da qui! Prendo il primo paio di jeans che mi capita a tiro e lo sormonto con una t-shirt nera e una felpa di due taglie più grande di me – penso che sia una delle più piccole che ho – dello stesso colore della maglia e mi infilo le scarpe una volta all'ingresso. Per precauzione e per non farmi mancare nulla, afferro giubbotto e chiavi ed esco infilandole nella toppa della porta, per serrarne l'apertura. Mi infilo le mani nelle tasche del giubbotto per metterci le chiavi, ma compiendo questo gesto mi accorgo che manca qualcosa, perciò ritorno in casa a prendere il necessario: soldi e sigarette. Ieri il pacchetto era a metà, adesso me ne sono rimaste due. Ho letteralmente fatto schifo, ho buttato via tutti i progressi che ero riuscito a fare e adesso sento già i sintomi dell'astinenza tornare a impossessarsi della mia mente, per comandarla e dirigerne i pensieri caotici che la abitano.

Senza neanche pensarci, come se i miei muscoli ragionassero nel modo in cui erano soliti ragionare in passato, apro il pacchetto tirando fuori la sigaretta direttamente con le labbra e lo rinfilo nella tasca sinistra, tirando poi fuori l'accendino dalla stessa. Già in strada per andare all'Università, scaturisco la fiamma e tiro dal filtro in modo che la carta inizi a bruciare, regalandomi quella sensazione di benessere che provavo ogni volta prima che smettessi. Vaffanculo, perché cazzo ho smesso? Ah, già, forse per i polmoni... e perché i miei libri erano diventati gialli... e perché già l'ansia sociale mi toglieva il respiro e quindi ho preferito non essere la causa maggiore del mio stesso male... e forse anche perché questa città è inquinata come lo schifo e quindi avevo deciso di mantenermi i polmoni puliti.... Sì, tutti motivi che razionalmente, pensati a mente fredda, farebbero davvero capire quanto fumare faccia schifo; ma non si può essere razionali col filtro già leggermente schiacciato in mezzo alle labbra, mentre si sta aspirando ciò che in soltanto un millesimo di secondo ti brucia i polmoni riempiendoteli di catrame. Fumare non è razionale, cazzo. Ed ecco perché fa così dannatamente male. Perché uno, mentre lo fa, non ci pensa.

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora