XXXVII

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capitolo 37
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»»---- ★ jungkook's p.o.v. ★ ----««

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Arrivo alla libreria di mattina presto per lavorare, ma stranamente la trovo chiusa. Fortunatamente Yoongi mi ha dato un paio di chiavi di emergenza, ma è molto strano che non ci sia oggi. È la prima volta che arrivo al lavoro per primo, solitamente in qualità di padrone del posto ci tiene ad essere quello che apre le porte ai clienti.

Decido di scrivergli per chiedere se va tutto bene e nel frattempo entro e mi metto al lavoro, in attesa che arrivi o che perlomeno mi risponda al messaggio, entrambe cose che non accadono nel giro di un'intera mattinata. Sono preoccupato. Non è da lui, non l'ha mai fatto in un anno che lavoro qui. Oddio, è già passato così tanto tempo, penso mentre nell'ora della pausa pranzo chiudo la libreria e mi avvio verso casa di Yoongi per controllare come stia. Non ha risposto a nessun messaggio e a nessuna chiamata e non è da lui non avvisare, sparire nel nulla come niente fosse. Quello è da me e noi, tranne che per certi e soprattutto rari aspetti che ci accomunano, siamo i due completi opposti.

Quindi, più determinato che mai a scoprire cosa ci sia che non va nel grigio, mi dirigo a passo spedito verso casa sua raggiungendola in poco tempo rispetto al solito. Ho davvero corso per arrivare fin qui, penso suonando al campanello e ritrovandomi, un po' di tempo dopo, di fronte ad uno Yoongi con le labbra screpolate, il naso rosso e una coperta grigia che lo avvolge da capo a piedi. In bocca ha un termometro per misurare la temperatura corporea e dagli indizi visivi che mi sta palesando davanti agli occhi capisco che è malato.

«C-ciao» mormora girandosi di scatto per tossire nella coperta.

«Sei vivo» commento facendo un passo in avanti, ma rimanendo comunque fuori dalla porta finché non è lui a concedermi il permesso di entrare.

«Per ora sì, ma continuo a stare male da ieri sera. Mi sono beccato una brutta influenza» replica.

«Perché, ne esiste una bella?» scherzo dirigendomi in cucina per riempire un bicchiere d'acqua e porgerglielo.

«G-grazie» mormora finendo il bicchiere in un attimo; probabilmente la sua gola è così ardente che trova sollievo nel bere dell'acqua fresca.

«Perché non mi hai avvisato che stessi male? Ti avrò chiamato mille volte da stamattina» lo rimprovero per lo spavento che mi ha fatto prendere.

«Ho il telefono morto da ieri sera e non ho pensato di caricarlo. Ti sei preoccupato per me, Jungkook?» domanda avvicinandosi leggermente, ma mantenendo comunque una buona distanza per non contagiarmi.

«Certo che mi sono preoccupato per te!» esclamo forse con troppa foga ed è proprio per questo motivo che cerco di sistemare: «Insomma... non voglio perdere il lavoro.»

«Stronzo!» esclama lui tirando fuori un paio di mascherine da un cassetto della cucina e porgendomene una in modo che possiamo stare più vicini senza il pericolo che io mi infetti. Mi dispiace che Yoongi sia influenzato, ma non ho voglia di prendermi anche io quel malanno. «Credevo che ti importasse di me...» mormora e dal tono che ha usato non riesco a capire se sia ancora ironico oppure l'abbia pensato seriamente.

«Che dici? Mi importa di te. Stavo scherzando con quella storia del lavoro, io... mi importa di te» replico indossando la mascherina e avvicinandomi a lui per abbracciarlo. Mi importa di Yoongi, davvero molto, è grazie a lui se ogni giorno di più sto meglio, è grazie a lui se sto guarendo dal mio di malanno, che è ben peggiore di una semplice influenza. «Ho chiuso la libreria, mi prenderò cura di te finché non ti sarai ripreso» gli comunico portandolo a sedersi sul divano. Non fa bene ai malati stare troppo in piedi, se dovesse avere un capogiro cadrebbe a terra e potrebbe sbattere contro un mobile e- cazzo, perché sono sempre così tragico? Non posso farlo sedere e basta senza farmi tutte queste paranoie su cosa potrebbe accadere se rimanesse in piedi? Devo per forza pensare al peggio?

𝚃𝚊𝚝𝚝𝚘𝚘𝚎𝚍 𝙷𝚎𝚊𝚛𝚝 ~ (𝐊𝐨𝐨𝐤𝐌𝐢𝐧) ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora