Remains Continuously in My Mind

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Jungkook pov.

Mi posiziono davanti alla sua figura cercando di inserire le chiavi per aprire la porta osservandomi confuso.
«Kookie, tutto ok?» domanda mettendo una sua calda mano nella mia di guancia preoccupandosi di accarezzarla delicatamente.

Annuisco posando il palmo sulla sua pelle e che schiaccio affondandoci il viso per poi baciargliela cautamente.

Sono un scemo. È andato tutto a puttane.
Non posso stare con lui.
Non voglio farlo preoccupare troppo per un ragazzo come me.
Quella volta in casa sua, quelle parole, frasi che mi tirerei un cazzotto per quanto stronzo sia stato, non le pensavo seriamente, ma dovevo staccarmi prima che potesse provare qualsiasi tipo di piacere nei miei confronti.

Le sue carezze, baci, bocca, viso, voce, la sua dolcezza. Tutto di lui mi attrae.
Non possiamo continuare così.
Perché la cosa che più mi fa paura, è che sto provando anch'io le stesse cose che mi ha rivelato in macchina.

Forse è meglio smetterla questa cosa.
Per il nostro bene.
Se continuiamo in questo modo, non andrà a finire per il meglio.
Siamo diversi, con personalità completamente opposte e modo di pensare, stessa cosa.
Non voglio lasciarlo, non voglio farlo, ma per lui, per il suo sorriso che adesso mi sta regalando e che vorrei tanto vedere ogni mattina, giorno, secondo, farei di tutto pur di non provocargli solo dolore.

«Kookie...»
Accarezzo la sua mano ancorata alla mia guancia e che non vorrei mai togliere guardandolo con una punta di tristezza, cercando di mascherarla il più possibile.
«Jimin, io, devo andare» sputo togliendo il suo braccio cercando di guardarlo negli occhi e di atteggiarmi più seriamente che riesco.

«Kookie, come mai? Ti sei dimenticato qualcosa a casa? Se vuoi ti accompagno» mi afferra nuovamente la mano cercando di intrecciare le dita pensando a quanto siano carine e minuscole confrontandole con le mie.
Mi scappa una piccola risata che reprimo subito tornando serio.

«No. Jimin, me ne vado. Non voglio stare qui»
Vedo in lui uno sguardo triste e confuso venendomi incontro ed abbracciarmi.
"Fermati Jimin, ti prego."

Non ricambiando l'abbraccio lo allontano leggermente e dirigendomi alla mia macchina senza voltarmi o altro.
Sento dei passi dietro di me e non serve molto per capire di chi si tratta.
«Jimin, fammi andare»
Scuote la testa attaccata alla mia schiena avvolgendomi con le sue braccia.
Mi volto lentamente verso di lui attaccato ancora al mio corpo e notando che già varie lacrime gli stanno rigando il viso.

Mi faccio schifo.

«Perché? N-non vuoi stare c-con me?» pronuncia tra vari singhiozzi strusciando il viso sulla mio giubbotto
In questo istante vorrei tanto baciarlo, sussurrargli che va tutto bene e tornare con lui a casa.
Ma, non posso, devo resistere.
«Mi dispiace...»
Rimango immobile ora con i suoi occhi rossi incollati ai miei.
«H-ho sba-gliato qualcosa? D-dimmelo, t-ti prego. R-rimani con-con me. Non-non voglio che t-te ne vada. È an-ancora presto per la par-tita» alza la voce piangendo più di prima e mostrando il labbro cercando di smetterla.

«T-ti prego, Koo-» mi fiondo sulle sue labbra che stava mordendo e diventate ormai rosse.
Lo afferro per le gambe alzandolo facendolo arrivare alla mia altezza per poterlo baciare meglio.

Non posso. Non ci riesco.

Approfondisco addentrandomi con la lingua cercando subito contatto che non tarda ad arrivare.
Lo avvicino all'ingresso senza posarlo per terra e gli afferro le chiavi in tasca staccandomi due secondi dalle labbra per aprire la porta sbattendola subito dopo.

Alla fine siamo finito di nuovo a letto insieme.
Ora lui sta dormendo beatamente sotto le coperte posizionato più sul mio petto che nel materasso.

~ℑ𝔫 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔈𝔶𝔢𝔰~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora