You are the only Good Thing in My Life

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Jimin pov.

«Jungkook, mangia più lentamente! Così soffochi»
«Ma tanto ho finito. Guarda»
Prende l'ultimo pezzo di pizza e lo mette tutto in bocca inghiottendo rumorosamente.
«Tu sei pazzo» scoppio a ridere divertito ma stupito allo stesso tempo.

«Sai, è un mio talento» dice dandosi le arie guardandomi sorridendo.
«Tu invece? Hai un talento mio caro Jimin?» domanda picchiettando sopra le sue gambe, dove mi incammino finito di mangiare.

«Mm...non penso. Sono bravo a danzare, ma non credo di essere il migliore o uno dei migliori»
«Sai danzare? Da quanto tempo?»
Ci penso su, contando in mente quanti anni avevo appena iniziato.
«Ormai quasi sette anni»
«Un giorno mi farai vedere qualcosa, mio ballerino?» domanda baciandomi la spalla più volte.
«Se vuoi puoi venirmi a vedere mentre faccio lezione quando ricomincio»
Annuisce posando il mento sulla spalla guardandomi in viso.

Se per caso gli chiedo qualcosa su di lui, mi risponderà sempre con tono freddo? Vorrei sapere di più, conoscere la sua persona.
«Kookie...invece tu?»
«Io cosa?»
Prendo un respiro profondo che lui nota, accarezzandomi il ventre per tranquillizzarmi.

«Mi parli un po', di te? Ecco...cosa ti piace e, o sulla tua vita, famiglia...non so»
Abbasso lo sguardo, sentendo il suo attaccato a me, mettendomi paura di aver nuovamente detto qualcosa di troppo.
Però lui aveva detto che ora, avrebbe risposto alle mie domande, percio deve mantenere questa promessa.

Sbuffa portandomi al contatto con il suo busto e volto vicino al suo collo.
«Jimin, domani, vieni a casa mia? Ti risponderò alle tue domande, ma non qui.»
«E perché?»
«Perché, ti ricordi la casetta sull'albero?»
Annuisco ripensandola.
Era situata sopra all'albero più alto.
«Voglio andare lì, con te. Torni con me a casa e ci saliremo. D'accordo?» Annuisco sorridendo e stampandogli un bacio sulle labbra.

«Sei bellissimo piccolo mochi»
«Tu di più Kookie»
«Ah questo lo so»
Rido alla sua affermazione alzandomi dalle sue gambe e offrirgli la mano per andare di sopra.

Ci stendiamo sul letto nella nostra solita posizione guardandoci e accarezzando i suoi capelli corvini.
«Quando devi ritornare?»
«dove?»
«Come dove - ridacchio - a casa tua Kookie»
Lui in tutta risposta alza le spalle con un broncio.
«Ma tuo fratello?»
Ora che ci penso, i genitori sono a lavoro no? Lui sarà rimasto tutto il giorno solo per colpa mia.
«Ogni domenica o anche durante la settimana, vengono i nostri nonni. Sta con loro»
«E tu non vorresti passarci un po' di tempo? Torna a casa non voglio-» mi zittisce prima di finire, con le sue labbra sulle mie
«Preferisco passare del tempo con te. I nonni vengono quasi sempre. Tranquillo piccolo Jiminie»

Analizzo meglio il suo viso, non molto convinto.
La sua voce era strana, quasi non fregandosene di loro e la sua espressione è molto triste.
Si possono anche intravedere i suoi occhi diventare lucidi.

Mi sporgo di più per abbracciarlo non dicendo nulla, se non sussurrando un "è tutto ok?" mentre gli accarezzo i capelli e lui stringermi più forte verso il suo petto, incastrando il viso nel mio collo e respirando pesantemente proprio come quando aveva visto i suoi genitori.

«Tranquillo Kookie, sono qui, va bene? Respira e calmati»
«Mi, faccio schifo. Sono, un cazzo di bambino infantile, merda!»
«No Kookie, invece fa bene sfogarsi. Rilassati, non ti agitare e respira»
Mi stringe forte non staccandosi e non volendo muoversi da questa posizione.

«Kookie, stai meglio?»
Annuisce rimanendo attaccato nel mio collo.
Lo sposto leggermente per vederlo e asciugare con i pollici, proprio come ha fatto con me, due lacrime che gli stanno rigando in viso.
Gli afferro le guance, avvicinandolo e baciandolo delicatamente, senza passione o rude, un semplice bacio per dirgli che non deve preoccuparsi, ci sono io con lui.

~ℑ𝔫 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔈𝔶𝔢𝔰~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora