~ℑ𝔫 𝔶𝔬𝔲𝔯 𝔈𝔶𝔢𝔰~

I'll wait for you

Jungkook pov.

Sento un formicolio nel mio naso, al tal punto che mi sono svegliato dal sogno di cui non ricordo un emerito cazzo.
Guardo in basso aprendo lentamente gli occhi, capendo di chi è la colpa.

Per la troppa vicinanza, i capelli di Jimin sono praticamente incollati al mio viso, provocandomi del prurito fastidioso per il mio naso.

Accarezzo delicatamente la sua pelle, così angelica, perfetta, liscia, pulita, splendida.
Mi verrebbe voglia di morderla.

Ancora non riesco a capire ed a credere di ritrovarmi nel suo letto, soprattutto con un ragazzo come Jimin. È il mio esatto opposto. Non abbiamo quasi nulla in comune se non zero.
Io sono lo stronzo di turno, lui l'angelo caduto dal cielo.
Com'è possibile che due opposti, si possano attrarre?
Questa cosa non l'ho mai capita.

Forse, perché si è così tanto curiosi di conoscere l'altro, che finisci per affezionarti e provare dei sentimenti.
Forse, è proprio perché siamo diversi, che ci spinge a volerci.
Perché, quando si è uguali, alla fine è tutto più noioso e ripetitivo.
Ma, se invece si è diversi, ci si diverte di più.
Aaah, che cazzo ne so!

Senza muovermi troppo, porto nuovamente l'attenzione su Jimin, beandomi del suo profumo che emana e dal suo faccino schiacciato nel cuscino.
Dovremmo andare a scuola ora che ci penso.
Sono circa le sette, dovrei svegliarlo.

Controllo per sicurezza il telefono, e notando di aver ragione, lo riposo sul comodino scuotendo piano il suo corpo ricoperto dal tessuto.
«Jimin...hei, sono quasi le sette. È ora di prepararsi»
Mugola un qualcosa di incomprensibile, facendomi ridacchiare.
«Dai piccoletto, dobbiamo prepararci» sussurro lasciando un normale bacio sulla guancia, finendo poi in piedi.

«Ma, ho sonno!» si lamenta sotto le coperte.
«Dai, Jimin. Io resterei pure a dormire, e lo sai bene. Ma, tu invece devi andare a scuola. Abbiamo già saltato ieri»
Non è che voglio andarci. Pagherei per questo, ma Jimin deve. Non voglio che prenda l'abitudine come ho fatto io.

«Mm...solo un altro pochino. Vieni - picchietta vicino a lui con ancora gli occhi chiusi. È una scena tenerissima. - Dormi ancora» alza le mani che apre e chiude continuamente, come quando i bambini vogliono andare in braccio.

«Eh va bene, Jimin. Ma, dopo ci prepariamo» annuisce, stringendomi appena mi stendo.
Ok, calmati Jungkook.
È una cosa normale, giusto? Si può fare.

«Kookie...- un brivido passa, sentendo il suo naso inspire nel mio collo - Hai sempre questo buon odore. Lo amo alla follia»
«Ti piace così tanto?»
Annuisce assaporandone ancora, poggiando le labbra su di esso.
«Da matti» riprende sorridendo.

Lo squillo del telefono di Jimin, ci distrae, distogliendo l'attenzione ora sul dispositivo.
«Chi è? Taehyung?» chiedo appena si volta.
Quando però sgrana gli occhi, comprendo che non si tratta proprio di una "bella notizia"
«È-è Felix»
«Mi ha solamente mandato il buongiorno...» riprende, mostrando il contatto.

Un minuto, solamente il buongiorno?
Da quanto si scrivono!?
Se la partita è stato sabato e quindi il numero gliel'ha dato quel giorno.
Oggi è giovedì e lui ha detto, come rilassato, quella frase.
Mi state dicendo che si scrivono da ormai quattro giorni!?

«Jungkook...- sussurra - mi, stai stringendo troppo»
Mollo la presa, prendendo una sigaretta dal pantalone buttato a terra.
Ieri sera non avevo voglia di sistemarlo nella sedia.

«Tutto ok...» picchietta il dito nella spalla.
«Si - rilascio il fumo - tutto alla grande»
Non devo mostrarmi geloso.
Lui non è mio, io non sono suo, e per ora, possiamo fare quello che ci pare. Beh, non proprio, ma è quello il concetto.