-capitolo 59-

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-SEMPRE-

Third person's POV



...Sempre?
Era da sempre possibile stare così male?

Erano passati tre giorni dalla morte di Izuku. Shouto a malapena si reggeva in piedi, la piccola Akahana, a casa di Dabi, ancora non sapeva nulla.
Quel pomeriggio ci sarebbe stato il funerale.

Shouto non era pronto a dirgli addio definitivamente. Non era pronto ad ammettere a se stesso che Izuku non fosse più con lui.
Si prese la testa fra le mani: era disperato. Ovunque vedeva i suoi occhi brillanti, quel colore sgargiante.
Ma erano impressi nella sua mente.

Anzi, mi correggo.
Avrebbe voluto vedere quel colore sfavillante ovunque. Magari avrebbe sofferto sì.
Shouto vedeva gli occhi spenti e privi di essenza che quel giorno incontró, ahimè, per l'ultima volta.

"Basta..." strizzò gli occhi, stringendo la maglietta verde di Izuku e affondando il viso in essa.
"B-B-Basta..." singhiozzó, mentre il tessuto si faceva sempre più bagnato.

Si lamentava, mugolii lievi uscivano dalla sua bocca, svanendo fra le mura di una casa ormai vuota.
Shouto, inginocchiato nel mezzo della cucina, con la maglia dell'altro sul suo petto, come se potesse in qualche modo abbracciare il moroso defunto con quel gesto.

Si giró: incontró la piantina verde che avevano comprato insieme per rallegrare la stanza.
La gola sembrava essere tagliata da mille lame, insieme ai lamenti, che si trasformarono in un pianto disperato.

Giró poi lo sguardo: il tavolo.
Il tavolo che avevano comprato insieme, dove mangiarono tutti quegli anni, dove si raccontavano le loro giornate.
Shouto aveva continuato ad apparecchiare anche per lui, d'altronde, era inevitabile.

Si giró dall'altra parte: ecco il lavandino.
Al pensiero la stanza sembrò farsi più luminosa, al pensiero degli abbracci che lasciava al ragazzo da dietro mentre lavava i piatti. Sembrò sentire il profumo dei suoi capelli, il calore che emetteva il suo corpo, la felicità che cresceva ad ogni attimo.
Il colorito oro sgargiante che aveva rubato di nuovo la sua attenzione divenne bianco, intenso, fino a svanire del tutto.
Shouto si ritrovò di nuovo da solo, nella realtà spenta e grigia, con la maglia dell'amato fra le braccia.

Tutto troppo vero, troppo concreto, per una persona abituata a fuggire dalla realtà come Shouto.
Continuava a guardarsi intorno, come per cercarlo, lo cercava tantissimo. Sembrava quasi che volesse uscire da quella situazione tramite lo sguardo, perchè il ragazzo ancora non aveva metabolizzato il fatto che Izuku fosse morto.
Lui continuava a ripetere di trovarsi in un incubo, non era vero ciò che aveva visto con i suoi stessi occhi, non poteva.

Eppure, quella sensazione che lo mangiava lentamente all'altezza del petto, non poteva che essere reale.
Ma lui ancora non ci credeva, Izuku era ancora lì con lui, seduto sul tavolo insieme ad Akahana, mangiando la cena cucinata insieme e parlando della propria giornata.

Beh, la sedia vuota tradiva i pensieri di Shouto. Il fatto che Akahana fosse a casa di suo fratello tradiva i pensieri di Shouto.
Le sue stesse lacrime lo tradivano.

Qualche giorno prima, era riuscito finalmente a chiudere occhio.
Non durò per molto: il suono dell'allarme della macchina schiantata, quel giorno, risuonò nella sua mente. Shouto iniziò a sudare nel sonno, rigirandosi.
Poi, Izuku, nel sogno, apparì. Uscì fuori dalla macchina, sorridendo a Shouto.
"Sto bene." disse.
Quando il bicolore andò ad abbracciarlo, sparì.

Si svegliò di colpo urlando il nome dell'amato, piangendo. Si giró per cercarlo, ma Izuku non era lì.
Non più.
Mai più.

Il bicolore era davvero impazzito.
Aveva tolto dalle pareti ogni singolo orologio, quasi volesse vendicarsi contro il tempo, che gli portò via la sua ragione di vita.
Non ne voleva sentire parlare, e infatti i suoi orari erano parecchio spallati.
Aveva continuato a mangiare solo grazie a Takeichi, il suo migliore amico, che ogni giorno andava a casa sua per dargli quel minimo di supporto del quale tanto Shouto aveva bisogno.

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora