-capitolo 22-

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-SEMPRE-

Midoriya's POV

Sempre quel ragazzo riusciva a stupirmi.
Iniziò a battermi il cuore all'impazzata, mentre lacrime di felicità rigarono per la prima volta il mio volto.

Una rosa rossa...Significa Amore, nel mio linguaggio dei fiori.

Avvicinai il fiore al mio viso per sentirne il profumo, profumo che decisamente non mi scorderò mai nella vita.
Quella rosa venne messa in bella vista sulla scrivania di camera, venne osservata per più di un ora dal sottoscritto, che ancora non realizzava la cosa.

Pensai che fosse una rosa scelta a caso, senza significato.
Ma stavamo parlando di Shouto, non di qualcuno a caso.

Quel giorno uno dei miei due desideri finalmente diventò realtà: essere qualcuno per qualcuno.
Qualcuno di importante.

Citando la mia canzone preferita del tempo:
"I wanna be somebody to someone", mai fu detta cosa più vera.
Ho sempre desiderato essere qualcuno per qualcuno.
E lui realizzò questo mio desiderio.
Lui, lui e solo lui.

Diciamo che era tutto perfetto.
Quella notte sognai Shouto, mi svegliai rilassato e incredibilmente felice.
Poi la giornata prese una piega orrenda.

Non poteva andare tutto bene, avrei dovuto saperlo.
Avrei dovuto capirlo prima di esultare.
Una strana sensazione molto dolorosa mi avvolse il petto.
Presi il tessuto della maglia all'altezza del cuore, stringendola.
Scesi a fatica giù dalle scale, chiamando Akihiro.
O meglio, io credevo di chiamarlo, ma dalle mie labbra uscivano solo lamenti strozzati e monosillabi appena udibili.

Poi, persi i sensi.
Per fortuna mia Akihiro mi trovò svenuto in salotto poco dopo, mi portò in ospedale dove mi fecero numerose analisi e numerose visite.

Si, il destino rovinó clamorosamente anche quello che sarebbe potuto diventare il primo periodo bello della mia vita.
Appena mi fu data quella notizia, mi impallai lì per qualche minuto, borbottando di non aver capito.

Ebbene sì, due anni di vita rimanenti escludendo un'operazione, la quale veniva a costare sin troppo per me e Akihiro.

Due anni dopo sarebbe finito tutto.
Due anni dopo avrei smesso di vivere, di amare, di piangere.
Due anni dopo avrei rivisto lei.

Successe tutto troppo in fretta, con una schiettezza tale che avrebbe potuto ferire anche il più freddo dei più freddi.
Una diagnosi che mi avrebbe ucciso.
Quel giorno per la seconda volta capì quanto la vita potesse buttarti in ginocchio facilmente, capì quanto potesse far male la crudele realtà e quanto fosse ingiusto il destino.
Stava andando tutto bene...

Passai tutto il giorno a piangere, Akihiro provó varie volte ad entrare in camera mia. Cosa alquanto stupida, non avrei dovuto sprecare tempo a piangere su questa cosa.
Ma ancora non lo capivo, e dopotutto non era facile non piangere per una notizia così stravolgente.

Poi, una canzone interruppe i miei singhiozzi.
Era il telefono, Shouto mi stava chiamando.
Ma lasciai perdere, non ero in vena di parlare, in quel momento l'unica cosa che mi andava di fare era solo e solamente piangere e sfogarmi.
Non risposi quindi, ignorai completamente la sua chiamata.

In quei giorni non andai nè a scuola ne à lavoro.
Fino a quando decisi di mettere fine a queste lacrime.
Avevo poco tempo, due anni per vivere una vita.
Troppe cose da fare e poco tempo per farle.
Quindi decisi di vivere il tutto nel migliore dei modi.
Non come se fosse il primo giorno, non come se fosse l'ultimo giorno.
Come se fosse l'unico.

Certo, faceva male. Ma era comunque il modo migliore per vivere al meglio.
Si avvicinò così il giorno in cui sarei dovuto partire con Shouto e Akihiro.
L'unica cosa che mi premeva era il fatto di non aver parlato con Shouto per circa una settimana...
Ma ero giustificato alla grande, direi. Chiesi ad Akihiro di chiamare il bicolore per chiedergli un'ultima conferma della partenza, dato che non trovavo il coraggio di farlo io.


Dopo aver avuto l'ultima conferma, il giorno prima della partenza, preparai le valigie con le cose necessarie per stare via due settimane.
Sarei davvero rimasto in camera da solo con un ragazzo che si è dichiarato a me ed è stato palesemente ignorato dal sottoscritto?
Si.

Avevo l'ansia a fior di pelle, inconsapevole che quel viaggio sarebbe stato una delle esperienze più belle della mia vita.
Passai quella notte a rigirarmi nel letto in cerca di addormentarmi, senza risultati.

Ormai era passata una settimana sia dalla diagnosi che dall'ultima volta in cui avevo visto Shouto, il tutto era molto confuso.
Ma al solo pensiero di vederlo, la diagnosi spariva e il dolore pure. Certo, era strano. Trovo tutt'ora che sia strano dipendere in questo modo da una persona, ma questo tipo di cose non si possono controllare.

Mi alzai la mattina presto, buttato giù dal letto dal povero Akihiro, che cercava in tutti i modi di svegliarmi.
Dopo aver fatto colazione ed essermi preparato, ero pronto per andare. Così salimmo in macchina diretti a casa di Shouto.


Akihiro riuscì a trovare l'indirizzo, io lo ricordavo a stento.
Appena Shouto lasciò la casa mi venne un mancamento.

Iniziò a camminare verso la nostra macchina, io distolsi lo sguardo dal ragazzo cercando di calmare il mio imbarazzo.

Akihiro lo aiutò a mettere le valigie in bauliera, poi entrarono in macchine e Shouto si mise seduto accanto a me.
"Hey." mi salutó sorridendo.
"Hey..." risposi allora regalando al ragazzo un lieve sorriso.

"Preparatevi a dormire perchè l'aeroporto è lontano." mormorò Akihiro ridacchiando.

Poi calò il silenzio.
E che imbarazzo, non sapevo minimamente cosa dire o cosa fare.

"Come...Come stai?" chiese allora il bicolore visibilmente a disagio.
Shouto non doveva sapere della diagnosi.

"Bene, tu?"
"Tutto okay." disse ridacchiando.

Ancora silenzio.
Che disagio, che disagio, che disagio...

All'improvviso Shouto avvicinò le sue dita alla mia gamba, poggiando la mano sulla mia coscia.
Sussultai osservando la sua mano, iniziò a carezzarmi l'interno coscia dolcemente.
Girai la testa verso Shouto.
Sussurrai per non farmi sentire da Akihiro.

"Tu non mi hai regalato una rosa color corallo...Mi hai regalato una rosa rossa." feci.
Intendevo dire che, per quello che mi aveva detto lui provava attrazione romantica per me, non attrazione sessuale.

Abbassò lo sguardo togliendo la mano dalla mia coscia.
"Hai ragione..."
Mi sentí tremendamente in colpa, in quel momento, e non sapevo assolutamente cosa dire. 

Ma il viaggio procedette comunque bene, fino all'arrivo all'aereoporto dormí beatamente appoggiato alla spalla di Shouto.


Peccato che fra due anni...


ANGOLO BAR

OOP
non dico nulla
lo so fa schifo
ma non è superficiale come sembra

FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE<3

HASTA LA CROSTATA E UN GRANDE SASAGEYO A TUTTI!

-polez

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora