-capitolo 60-

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-MAI-

Mai avrebbe pensato di dover parlare davanti a così tante persone.
Todoroki Shouto non era il tipo da stare al centro dell'attenzione.
Ma quando si ritrovò all'altare, accanto alla bara del suo ragazzo, nonostante tutti gli occhi puntati su di lui, si sentì in dovere di parlare.
Izuku l'avrebbe voluto, se fosse stato ancora in vita.

Schiuse le labbra ancora tremanti, girando lo sguardo verso il corpo dell'amato.
Si sforzò di respirare profondamente: chiuse la bocca, deglutendo, mentre una delle tante lacrime accumulatasi tra le sue ciglia cadde sul suo volto appena strizzò gli occhi.

Era infatti al funerale di Izuku.


Aprì gli occhi, alzando lo sguardo. Davanti a lui, tutte le navate stracolme di persone.
In prima fila, Akihiro.
L'uomo lo guardava con uno sguardo paterno, nonostante -come quello di Shouto, e non solo- fosse lucido. Akihiro aveva fatto tanto per Shouto, e non avrebbe mai smesso di supportarlo.

Accanto ad Akihiro, c'erano i parenti di Izuku, intenti a piangere e singhiozzare cercando di fare silenzio.
Nella seconda fila, Takeichi.
Takeichi era il migliore amico di Shouto. Senza di lui, probabilmente, non si sarebbe mai rialzato da un colpo del genere.
Nishimura, Denki, Kirishima, Sero e Aoyama lo guardavano.
Occhi rosa, occhi turchesi, occhi gialli, rossi, neri e violacei.
Lo fissavano comprensivi, tutti velati da un velo lucido.
Takeichi piangeva stringendo la mano a Nishimura, che cercava il qualche modo di tranquillizzarlo.
Denki, ancora fasciato alla testa, lo guardava, traumatizzato.
Kirishima sorrise leggermente, annuendo, come per spronare il bicolore a parlare.
Sero era intento a tranquillizzare i continui singhiozzi di Aoyama.

Era davvero logorante, per Shouto, vedere tutte quelle persone soffrire. Proprio come faceva lui, soffrivano.

"Izuku amava le stelle." mormorò.
Si guardò intorno, sistemandosi appena.

"Le ammirava proprio. Sopratutto le stelle cadenti. Gli piacevano perchè, prima di conoscere i suoi primi amici, non poteva far altro che affidare la sua sorte al desiderio celato dietro di esse." non si era preparato niente, nemmeno la traccia di un discorso.

Nella sua mente, ripassó il ricordo di loro due, stesi sotto le stelle. Il giorno che si fidanzarono.

"Izuku amava i fiori." disse poi.
"Avevano un significato immenso per lui. Non starò di sicuro qui a raccontarlo, lui non vorrebbe."

"Izuku amava la neve."
"Gli dava un senso di tranquillità, un senso di pace interiore...Usava il freddo come scusa per nascondersi nel mio cappotto, piccolino com'era." una leggera risatina malinconica abbandonò le sue labbra, nel momento in cui giró la testa verso la bara.

Abbassò lo sguardo, per poi continuare.
"Amava viaggiare. Amava la musica e amava il profumo delle persone." spiegò, lentamente.
"Amava alla follia la vita, nel momento in cui imparò a viverla. Amava le piccole cose e le grandi cose di essa, non perdeva mai l'occasione per sorridere. Certo, le lacrime purtroppo bagnavano il suo volto, certe volte...Ma piangere è una cosa del tutto naturale." ragionò.

"Amava i suoi amici, amava Akihiro." disse, osservando prima i cinque, poi l'uomo. Tutti lo guardavano curiosi.
"Izuku amava me..." disse poi, quasi un sussurro.
"Ed è strano...Pensare che tutto questo...Per noi è così logorante. Mentre per la vita stessa...È solo un pezzo della sua grande cornice..."

"Izuku amava tante cose. Ne odiava una sola. Ne odiava una, e la odiava tantissimo. Con tutto se stesso."

Nella mente di Akihiro, apparì la risposta, nell'esatto momento in cui il bicolore pronunciò quella maledetta parola.

"Il tempo."

"Lo odiava. Lo odiava tanto..." mormorò, mentre la sua voce iniziò a farsi tremante. Gli occhi iniziarono a riempiersi di lacrime, quasi percepiva la presenza dell'altro fra le sue braccia.
Ma fra le sue braccia, c'era solo l'aria.
"E io, devo ringraziare questo suo odio. Perchè mi ha fatto capire una cosa fondamentale. Chiunque mi stia ascoltando, in questo momento, faccia attenzione...Se solo l'avessi capito prima, non avrei sofferto e non avrei fatto soffrire così tanto Izuku."

"Vi prego, ricordatevi che il tempo è l'unica cosa che non si recupera." fece il ragazzo, bagnandosi il volto di lacrime.
"E ricordatevelo sempre...Perchè vi renderete conto che è la cosa più vera che mai vi sentirete dire." continuò.

Le lacrime non erano un ostacolo.

"E vi prego...Vivete tutti per lui...Non solo perchè era giovane, perchè se lui avesse potuto donare la felicità a voi, l'avrebbe fatto." disse, continuando a piangere.

Takeichi si era ritrovato a piangere stringendo la piccola mano di Nishimura.
Denki piangeva debolmente, Kirishima cercava di contenersi, invano. I due coinquilini, neanche a dirlo, avevano consumato un intero pacco di fazzoletti.
Tutti avevano abbassato lo sguardo, o avevano iniziato a piangere.

Solo una persona, in piedi, in fondo alla chiesa, guardava la scena in piedi.
Era...Inespressivo.
Nella sua mente, c'era solo una domanda: ma se fosse stato in vita, mi avrebbe perdonato?

Gli occhi rubini si fecero lucidi, quando incontró lo sguardo perso di Todoroki. Il bicolore lo guardò, e con un cenno del capo lo ringraziò per la presenza.
Si era pentito.
Beh, come tutti.
Tutte le fottute persone si pentono solo nel momento in cui hanno bisogno compassione.
Ma non importava. Bakugou era solo un'enorme macchia sulla tela della vita di Midoriya Izuku. Quella macchia era stata coperta dal colore vivace che aveva dipinto Todoroki, Takeichi, Akihiro, e tanti altri...


Dabi e Shigaraki erano lì, spersi per la gente. Il primo ancora non metabolizzava l'accaduto. Il secondo si limitò ad abbassare lo sguardo quando Todoroki scoppiò in lacrime.

Non era facile, non riusciva a non piangere. Era l'unico modo che aveva per sfogare tutta la sua rabbia.
Il fratello alzò i suoi occhi blu sul bicolore, per poi riportarlo sulle sue mani.


"E I-Izuku era la mia vita. Adesso è la stella più bella dell'universo, insieme ad I-Inko..."
Shouto ricordò quanto Izuku amasse sua madre.
Era tutto così...Era tutto così logorante...

"Beh, amore m-mio...Prenditi cura di tutti noi d-da lassù..." fece, tra i singhiozzi.
"T-Ti amo..." scoppiò in lacrime per la seconda volta, per poi avvicinarsi alla bara.

Posò su essa una rosa rossa.
Quella rosa si confuse con tutte le altre. E beh, in effetti, niente la distingueva da tutti gli altri fiori.
Solo una cosa.

Ed era facile.
Solo Shouto e Izuku sapevano del significato di essa.

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora