-capitolo 57-

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Third Person's POV

-MAI-


Mai Izuku avrebbe pensato di poter essere felice in un contesto simile.
I due erano finalmente riusciti a trovare la felicità, nonostante tutti quel tempo passato a cercarsi.
Era una serata come le altre quando decisero di andare in discoteca insieme a Takeichi e Nishimura, i quali -finalmente- avevano smesso di ignorarsi dopo una stupida litigata fatta. Akahana era a casa di Dabi, stava dormendo nel suo letto.
Erano accompagnati anche da Denki e Kirishima, uno con i capelli rosa, l'altro con i capelli ormai neri.
Ed era tutto, dannatamente perfetto.
Ma Izuku e Todoroki, erano incatenati ad un destino il quale, ahimè, di felicità, ne aveva ben poca.

La macchina sfrecciava fra la realtà intorno ad essa, facendo vedere un mondo sfocato.
Denki, completamente ubriaco, continuava a cantare sopra alle note uscenti dalle casse del veicolo.

Kirishima, Shouto e gli altri stavano nella macchina dietro alla loro, e anche essi -probabilmente- stavano cantando a squarciagola una canzone di secoli prima.


Midoriya's POV


"Mannaggia! Se non arriviamo a casa entro cinque minuti Akihiro mi stacca la testa!" esclamai ridendo.
"Fly me to the Moon, and let me play among the stars...!" canticchió Denki giocando con le ciocche ancora rosa, per poi aggiungere versi strani accompagnati dalle mie risate.

"Guarda! Ho cantato ed è apparsa la Luna!" disse, completamente rincoglionito.
Lo assecondai, nonostante di lune ne vedessi tre.
Girai lo sguardo verso il suo finestrino, sorridendo.
"Ma che bravo!"
Lui ridacchiò, guardandomi.

"Perchè ci sono cinque volanti? È tipo un illusione?" fece, allungando una mano verso il volante. Io, credendo che non avesse toccato niente, lo lasciai fare.

Lui lo giró completamente, perdendo l'equilibrio e cadendomi addosso.

Tutto ciò che vidi, furono delle luci farsi sempre più vicine. Tentai di rimettere le mani sul manubrio, ma le uniche cose che riuscii a fare furono alzare le dita e spalancare gli occhi, mentre quei pallini luminosi e sfocati si avvicinavano sempre di più.

Ancora di più.
Ancora, ancora e ancora.

Poi, buio.

O meglio, ricordi.
Mi passarono alla mente centinaia di ricordi.




Mi buttò a terra con una semplice spinta, iniziai ad indietreggiare fino a quando non trovai il muro.
Le lacrime che mi offuscavano la vista, il corpo di mia madre steso qualche metro più vicino, mio padre che mi urlava con quel dannato coltello in mano.
Iniziò ad incidermi il braccio, ad ogni taglio mormorava qualcosa.

In quel momento io non sentivo.
Però, il mio cervello archiviò alla perfezione quella parole.

Il taglio più grande, su tutta la parte superiore del braccio destro.
Mi disse 'Questo perchè sei nato'
Un urlo di dolore spezzò il silenzio in una casa di una povera famiglia ormai distrutta.






"Hai paura, checca?" mentre mi teneva fermo, il biondo stappó il pennarello con i denti.
Mi alzò poi i capelli sulla fronte, mente io cercavo a tutti i costi di dimenarmi.

Prese a scrivere chissà cosa sulla mia fronte, prima di lasciarmi cadere sullo sporco pavimento del bagno. Mi alzai titubante poco dopo.

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora