-capitolo 33-

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Todoroki's POV


"Ti lascerò pagare l'intervento."

Spalancai gli occhi.
Le lacrime sembrano fermarsi, ma fu solo l'impressione di un ragazzo che ricevette la notizia più bella del mondo dal ragazzo più bello del mondo.
Una rosa azzurra, un sorriso, piano piano si dipinse sul mio volto.
No, direi un misto fra una rosa azzurra e una rosa rossa.
Una stanza nera che venne dipinta di un bianco acceso.
Una finestra che venne aperta in una giornata calda di estate.

Una rosa solitaria cresciuta fra le macerie di cemento.

Un sole improbabile ormai limpido senza le nuvole che lo coprivamo.
Un sorso d'acqua dopo una corsa contro il tempo.

Una dose di consapevolezza, di calma interiore, di felicità, tranquillità, dopo giorni di maligna ragione.
Una barca che finalmente tocca la terra ferma, dopo mesi in mare aperto, tempestato dalle burrasche invernali.

Delle lacrime che si trasformarono in semplici gocce d'acqua, che bagnavano le guance di un semplice ragazzo che non poteva essere più felice.

Avvolsi l'esile corpo della fonte di questa immensa felicità, donando il migliore abbraccio esistente.
Donando un 'grazie', un 'ti amo', un 'resta per sempre con me', un 'sei bellissimo', un 'sei tutta la mia vita', un 'sei forte', un 'non smettere mai di combattere' con un solo gesto.

"Grazie, grazie, grazie..." sussurrai stringendolo forte a me.
Lui ridacchiò carezzandomi dolcemente i capelli.
"Quello a ringraziare sei tu?" chiese baciandomi piano la guancia, asciugandola da quelle gocce che ormai predominavano sul mio viso.

Annuì sorridente.
"Te l'ho detto: mi salvi la vita." sciolsi le braccia da attorno alla sua schiena per posarle sul suo collo, per guardarlo, per baciarlo.
Un bacio molto breve e casto.
Seguito da un altro, e un altro ancora...
Tanto piccole dimostrazioni di affetto alla persona che più ne aveva bisogno.

"Ora tocca a me." ridacchiai asciugandomi il viso con le mani, aiutato dal ragazzo.

Un respiro, Shouto.
Stai per raccontare la storia della tua vita, è normale essere in ansia.

Prima di parlare un forte senso di pressione mi avvolse il petto, facendomi tirare fuori tutta l'aria che avevo in corpo. Così mi calmai, e iniziai a parlare lentamente.
"Sono nato l'11 Gennaio da una famiglia economicamente messa bene. Colei da cui sono nato, mia madre biologica, è una donna che potenzialmente vive solo nella mia immaginazione. Ero troppo piccolo per ricordarmi di lei, tutto ciò che mi rimane è una foto: così so almeno come immaginarla. È -o era, non so se sia viva o meno- una donna dai capelli rossi, come quelli di mio padre. Tieni bene a mente questa informazione, perché è importante per me."

"Di lei non ne ho ricordo perchè è scappata dalle grinfie di mio padre prima che potessi crescere. Poi, arrivó Rei, Rei Todoroki, una donna dai capelli bianchi come la neve, dal carattere sensibile, chiuso, timido, ma forte, forte come una roccia. Si sposò con mio padre nella possibilità di risvegliare in lui qualcosa che gli altri non potessero vedere. Ma mio padre è un uomo cattivo, pericoloso, una vera spina nel fianco: riuscì a togliere le speranze persino a Rei."

"Come gliele tolse, ti chiederai. Sai, io sono sempre stato attratto solo e solamente dai ragazzi. Da sempre, intendo. Il mio primo fidanzatino lo trovai all'asilo, non ricordo niente di lui, se non questa." mormorai tirando fuori dalla tasca il mio telefono.

Tolsi la cover, dove dentro di essa era custodito l'oggetto di cui parlavo.

Una mollettina con un fiorellino rosa sopra.
La mostrai al ragazzo, il quale rimase confuso.

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora