-capitolo 47-

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-MAI-

Midoriya's POV


Mai avrei lasciato perdere l'idea di tornare da Shouto.
Il piano era perfetto.
Enji Todoroki aveva un'agenzia immobiliare, avrei semplicemente finto di essere interessato ad una casa, e intanto avrei cercato Shouto.
Sapevo che Shouto si trovasse in qualche dimora vicino all'agenzia, spesso nel parco.
In quei giorni mi ero dato davvero da fare a cercare informazioni ovunque.

Arrivato in città andai subito in agenzia, a parlare con quell'essere schifoso.
Feci finta di essere interessato ad una casa lì vicino, e quando venne fuori della mia età mi offrì pure di farmi conoscere alcuni probabili 'amici'.
E Boom, il gioco era fatto.
"Mio figlio abita qua vicino con qualche suo amico, mi piacerebbe che fosse lui a guidarti qua." mi disse schietto.
Era stato facile.

Il giro della casa era programmato per il giorno dopo, mentre il giorno stesso mi avrebbe accompagnato da queste persone che mi avrebbero accolto.
Una di queste, era nientemeno che Shouto.

Mi lasciò lì, davanti alla porta della casa dove alloggiavano.
Parlava di un loro, ma io non sapevo chi intendesse.

E non mi importava, a dire la verità. Non me ne fregava proprio un cazzo.
Io volevo solo lui.

Presi un respiro profondo prima di alzare la mano destra, tremante, sulla porta, bussandola.
Ad ogni colpo che scoccavo su essa il mo battito cardiaco accelerava.

Mi aprì un ragazzo dai capelli rosa.
"Ciao! Tu devi essere quello nuovo di qui, quello accolto da Enji! Entra pure, e non far caso alla confusione..." ridacchiò nervosamente.
Entrai, ringraziando.
Inziai a cercare subito Shouto, ma di lui nemmeno l'ombra.
Avevo le lacrime agli occhi dall'ansia e le mani mi tremavano.

"Torno subito, chiamo i miei amici, gli altri in questo momento sono fuori. Prego, fai come se fosse casa tua." sorrise, sparendo in un angolo, un piccolo corridoio.

Inziai a guardarmi intorno: Shouto era sotto il mio stesso tetto.

Il ragazzo dai capelli arancioni tornó insieme a una ragazza, essa era in canottiera, aveva i capelli bianchi e scompigliati.
"Aki, lui è..." disse esso, incitandomi a dire il mio nome.

"Midoriya Izuku." affermai.
E, non so per quale motivo, gli occhi del ragazzo si spalancarono all'istante.
"Santo Cristo..." sussurrò, prima di sparire di nuovo dietro l'angolo.

Intanto la ragazza mi squadrava male, ma pazienza, non me ne fregava un cazzo.

Tornò un minuto dopo circa, scrocchiandosi le dita.
Poco dopo, apparì anche un ragazzo dai capelli rossi, apparì Shouto.

Shouto era senza maglietta, aveva una semplice tuta grigia, era cambiato completamente.
Era molto più alto, il suo fisico era molto più allenato e scolpito, si muoveva lentamente, tranquillo, con le mani in tasca, silenzioso.
Teneva lo sguardo basso mente i miei occhi si riempirono di lacrime.
Sorrisi alla sua vista, nonostante stessi per piangere malamente.

Quando alzò lo sguardo, sbiancò completamente.
E nel momento in cui le mie iridi incontrarono le mie, mi sembrò di rivivere tutto il dolore, la felicità, il piacere, la mancanza vissuta in quegli anni.
Finalmente dopo tanto tempo provai qualcosa di diverso dalla monotonia.


Prima di vederlo non provavo dolore.
Non potevo dire di provare solo lui.
Il dolore è formato dalla felicità, gelosia, malinconia, nostalgia...Non può essersi formato da solo.


Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora