-capitolo 36-

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-SEMPRE-

Todoroki's POV

Sempre tutto ha una fine, no? Come quella vacanza, purtroppo.
Tra orchidee nere, rose rosse, corallo, azzurre,i giorni passarono nel migliore dei modi.
Insomma, diciamo che Izuku ebbe qualche crollo, ma fu comunque una vacanza bellissima.
L'ultimo giorno di decisamente quello più emozionante. Ci rendemmo conto di dover salutare Aoyama e Sero, di dover salutare il luogo dove ebbe inizio la nostra relazione, l'hotel dove assaggiammo la passione per la prima volta e tornare nella nostra piccola città.
Di tornare all'inverno, alla vita normale, al lavoro.

Certo, ero sicuro che con Izuku sarebbe stato tutto più semplice.
E a dir la verità fu così.
Comunque, andiamo piano passo per passo.
Izuku quella mattina era abbastanza triste di dover salutare i due, di dover lasciare il posto.

Quel giorno fu un giorno da ricordare.
Come tutti d'altronde.

Izuku rimase così colpito da quella vacanza, che decise di volerla segnare, oltre che nel suo cuore, sulla sua pelle.
La mattina, lo accompagnai dal tatuatore, che fece un lavoro meraviglioso.

Non si tatuó qualcosa inerente alla vacanza, o meglio, non direttamente.
Scelse però di farlo in Egitto per donare maggiore significato ad esso.

Grazie al mio essere maggiorenne non riscontrammo problemi, a dir la verità.
Scelse un punto molto, molto significativo, alquanto insolito, ma estremamente interessante.

Sulla mano destra, ai lati della mano destra, vi erano due cicatrici. Solo ai lati, però. Nel mezzo c'era uno spazio, uno spazio dove lui scelse di fare il tatuaggio.

Nello spazio che lasciavano le cicatrici scrisse una frase tanto sentita quanto merita.
Carpe Diem.

Non era messa lì a caso.
Quel 'Carpe Diem' per lui aveva un enorme significato, posso comprenderlo.
Il punto, anche quello, estremamente significativo.

Quella era la cicatrice del 'Per quel coglione che dovrà sopportarti per tutta la vita'.
Nel momento in cui lo fece, non torse un ciglio, se non fosse che mi stava stritolando la mano potrei anche dire che sembrasse completamente rilassato.

Così segnó sulla sua pelle quel periodo della sua vita.
Quel giorno, la parte più difficile, più triste, doveva ancora arrivare.
Inutile dire che la notte del penultimo giorno la passammo sul mare, o meglio, nel mare di notte.
Fu bellissimo, l'acqua era relativamente calda, rifletteva le stelle e la luna.

Eravamo solo io e lui, e sarebbe stato così per sempre.
Quel vetro specchiato che tagliava e bagnava il suo corpo era come un'ipnosi ai miei occhi.

Per non parlare dello spettacolo in cui eravamo immersi.
Potrei benissimo paragonare il tutto ad un dipinto.
Io penso che l'arte possa indicare qualsiasi cosa. La musica è arte. La scultura è arte. Tutto è arte , è tutto pare niente. La vita stessa è arte. Perché? Semplice. Quando un pittore deve dipingere un quadro , si sentirà in dovere di scegliere rispettivi colori in base al contesto. Ad esempio , se in un quadro che rappresenta la morte ci fossero colori accesi il tutto stonerebbe. Perché si , sono cresciuto in una società dove tutto deve essere sempre perfetto.


Beh , in questo caso il pittore potrebbe essere paragonato al destino. Ha il potere di assegnare ciò che vuole a chi vuole senza conseguenze. Non è colpa mia se io sono stato dipinto in colori mischiati fra loro. Forse è per questo che non capisco la mia personalità? Spesso però non è colpa della vita. Infondo se lasci un quadro in una cantina , al buio , esso sarà rovinato e ricoperto dalla polvere. Come se lasci una persona da sola , essa si sarà piano piano creata una barriera per proteggersi da sola, no?

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora