-capitolo 43-

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-MAI-


Akihiro's POV

Mai una giusta...Izuku, volevo semplicemente che stesse bene.
Raggiunsi la stanza silenziosa, la piccola camera d'ospedale dove alloggiava Izuku.
Aprì la porta con la mano libera, raggiungendo Dabi.
A tratti bevevo caffè, a tratti sbadigliavo. Il sonno si era fatto improbabile.

"Ancora niente." mormorò il corvino, con lo sguardo fisso davanti a lui.
Annuì abbassando lo sguardo, allungando una mano verso quella di Izuku.

Intorno alla cicatrice, il tatuaggio.
Carezzai piano quelle lettere tatuate sospirando leggermente.

"Notizie di Shouto?"
Il corvino negó con la testa.

"Ho provato a chiamare nostro padre, ma non risponde. Shouto ha direttamente lasciato il telefono a casa, rotto, tra l'altro. Vedrò di parlare con l'anagrafe un giorno di questi...È incredibile." mormorò Dabi, prima che nella stanza ci raggiungesse un altro ragazzo.

Era molto magro e la sua pelle era azzurrina, come i capelli. Aveva le labbra screpolate e appena mise piede nella stanza si diresse subito da Dabi, mettendosi seduto accanto a lui.

"Ho fallito..." sussurrò il corvino.
I suoi occhi blu erano marcati dal rosso dei suoi occhi, un rosso misto al liquido trasparente che ora avvolgeva le sue pupille.
Chiuse gli occhi lasciandosi macchiare il viso dalle lacrime.
"Ho fallito ancora..." aggiunse, prima che l'altro ragazzo potesse abbracciarlo.

Era riferito all'intervento. Probabilmente era sfinito per aver mandato in coma Izuku e la situazione in generale.
Ma io non ero arrabbiato con lui. Come potevo esserlo?
Izuku non era morto, era vivo, lo era davanti ai miei occhi. E il coma sarebbe stato solo una fase, si, lo sapevo.
Era più forte di un sonno, anche se fosse stato eterno.

L'eternitá non fa paura se affrontata con la propria persona accanto.
Era questo il vero problema.
Izuku non aveva più la sua persona accanto, non aveva più Shouto.
E per quanto potesse volermi bene, io non sarei riuscito a colmare quello spazio nel suo cuore. Agli amori adolescenziali sono più forti di qualsiasi altra cosa.

Sono estremamente pericolosi per questo.
Ma fino a quando non raggiungi l'apice della sofferenza non te ne accorgi.
Sembra essere bello, i pensieri ruotano attorno solo a quella persona, niente e nessuno avrebbero potuto colmare il varco all'interno del cuore di quei due ragazzi ormai lontani.

Così, passarono due settimane.
Di Shouto, nessuna notizia. Dabi era impegnato in ospedale, e io insieme a lui ero completamente sfinito.
Questa estrema stanchezza venne maggiormente eliminata quando Izuku finalmente si risvegliò dal coma.

E lo sapevo, che ce l'avrebbe fatta.
In quei giorni, soffrì l'inverosimile. Il petto gli faceva male fisicamente e psicologicamente, la storia di Shouto lo distrusse fino ai limiti della sopportazione.

Non era più lo stesso.
Non sorrideva più come faceva con Shouto.
Non mangiava e a malapena beveva.
Dimagrì di molti kili in quei giorni e se non fosse stato per i medici che lo aiutarono con il cibo, sarebbe dimagrito anche di più.

Tutte le notti piangeva, si dimenava nel sonno, in quel piccolo letto d'ospedale, troppo piccolo per il suo dolore.
Sussurrava il suo nome.
Aveva bisogno di sfogarsi, aveva bisogno di tempo e spazio per farlo.

Tutto ciò non era possibile.
Aveva ansia, Izuku.
E il primo pensiero, non era la sua salute.

Era lui, era Shouto.
Era sempre e solo Shouto.

Forever and Never //TodoDekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora