9. Sea in your eyes

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Mi scostai dall'abbraccio e mi meravigliai di me stessa per il gesto impulsivo.

-Ehm.. scusa..- balbettai. Che mi stava succedendo?

-Non scusarti.- mi prese per mano e iniziammo a camminare lungo la spiaggia. I granellini di sabbia entravano nelle scarpe da ginnastica e solo in quel momento mi dedicai all'aspetto di Luke, il quale indossava una maglietta nera e un paio di skinny jeans, altrettanto neri, che gli valorizzavano i muscoli. Era bello. I capelli privi di gel ricadevano disordinatamente sulla fronte e i suoi occhi scrutavano con attenzione il mare.. o forse il cielo?

Avrei voluto capire quella mania del cielo, dell'astronomia, ma forse un tipo come lui era impossibile da decifrare.
Devo solo conoscerlo.

Era facile a dirsi, poiché pareva vivere in un mondo a parte, rinchiuso in una stanza immaginaria circondata da muri di pietra. Sarei riuscita a trovare uno spiraglio per salvarlo?

Avrei voluto leggere nel pensiero e conoscere i suoi pensieri, i suoi progetti, perché progettava qualcosa, ne ero certa.
Il mezzo col quale mi distruggerà.

Cosa significherà la parola Capture?

Cattura di cosa? O di chi?

E perché mi interessava così tanto?

I miei pensieri si accostarono per un attimo ai suoi amici, ai loro sorrisi falsi e ai loro modi misteriosi.

E se Capture fosse un gioco?

Sarei riuscita a giocare?

Sarei riuscita a vincere?

-A cosa pensi?-

La voce di Luke mi distrasse dai miei pensieri e incontrai il suo sguardo diffidente.

-Nulla.-

Continuammo a camminare, fino a quando sotto ai nostri piedi la sabbia iniziò ad essere densa e bagnata.

Indietreggiai d'istinto.

-Cosa c'è?- mi domandò il biondo con un velo di preoccupazione.

-Io non mi bagno.- affermai indignata.

Alzò gli occhi al cielo, prima di raggiungermi con un sorrisetto sghembo e di afferrarmi per le gambe, ritrovandomi sulla sua spalla.

-Lasciami- urlai.

Lui rise e io non feci altro che aggrapparmi ai suoi capelli, sperando che il tempo si fermasse.

Purtroppo non si fermò.

Lo schianto in acqua fu fastidioso e per poco non annegai, se non fosse per la sua mano che mi tirò su dalla profondità del mare.

-Siamo ancora in riva.- si lamentò ridendo.

Era vero. Fortunatamente toccavo il fondo.

-Vai al diavolo.- soffiai tentando di tornare sulle terra ferma, asciutta per lo meno.

-No, no, non vai da nessuna parte- mi bloccò e piegò lievemente la testa di lato. Sembrava così bambino, così buffamente giovanile e spensierato.
Devo conoscerlo prima di avere risposte.

A quel pensiero, stetti al gioco e gli spruzzai l'acqua salata sul viso, bagnandogli i capelli.

Spalancò la bocca sorpreso, quindi mi raggiunse velocemente e mi buttò in acqua.

Trattenni il respiro. L'ansia salì.

Riuscii a liberarmi e indietreggiai con i piedi fino a quando sotto di me non ci fu più traccia di terreno sabbioso.
Oh, no!

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora