1. I don't care

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-Allora, signorina King, potrebbe esporre alla classe l'etimologia della parola "teatro"? -

La professoressa mi fissava intensamente, attendendo una risposta dalla sottoscritta, e percepivo lo sguardo dell'intera classe sulla mia pelle, intenso come un accendino troppo propinquo.

-Uhm... certo, professoressa. Il teatro corrisponde ad un insieme di differenti discipline, che si uniscono e concretizzano l'esecuzione di un evento spettacolare dal vivo. Deriva da un termine greco che corrisponde letteralmente alle parole "spettacolo" e "vedo" associate. Una rappresentazione di tipo teatrale può infatti essere esposta sotto forma di gesti, parole, musica, danza e suoni. Non è sempre necessario, comunque, un intervento scritto: è definito in di per sé "teatro" il movimento del corpo in uno spazio con fini artistici ed illustrativ-

-È abbastanza, grazie - mi interruppe bruscamente la professoressa. -Ora passiamo a qualcun altro...- bofonchiò distratta e si dimenticò completamente di me.

Lasciai stare le ingiustizie a base di complimenti omessi e presi la matita dal portapenne per segnarmi qualche appunto.

Dopo qualche definizione legata alla materia dei costumi utilizzati per recitare, la signora Thompson si complimentò con un sorriso a trentadue denti con l'alunna che ebbe risposto alle domande e annuì soddisfatta. Alzai gli occhi al cielo e aspettai il suono della campanella, che non tardò ad arrivare, per poi uscire dalla classe con aria altezzosa, affiancata dalla mia amica, nonché compagna di banco, Lily.

-Se continui così otterrai il diploma già da ora- si complimentò la bionda e continuò a tirarsi su gli occhiali fin troppo grandi.

-Dovrò farteli togliere un giorno- affermai sincera e sostai di fronte alle macchinette, frugando nella tasca alla ricerca di qualche centesimo per comprarmi un cappuccino.

Era una bella ragazza Lily: semplice, fine, delicata, con dei magnifici capelli lisci e biondi che le delineavano da sempre il viso bianco latte, due occhi azzurri come il cielo sereno di mezza estate e le lentiggini che le fornivano un altezzoso tocco di classe, sfumato drasticamente dalla presenza di numerosi brufoli, un evidente apparecchio ai denti e un paio di occhiali troppo grandi e rotondi che non miglioravano di certo il suo aspetto esteriore. Un giorno la farò cambiare, mi promisi.

Al di là di ciò era un'amica fantastica, leale e capace di ascoltare, caratteristica che molte persone non possedevano affatto.

-Per andare poi a sbattere contro qualche figo pazzesco e fare una grandissima figuraccia? No, grazie- rispose sarcastica e si appoggiò al muro, visibilmente stanca.

-Dormi in questo periodo? - chiesi preoccupata e di rimando lei sollevò un sopracciglio. -È iniziata la scuola da solo una settimana, se non dormissi già ora sarebbe un problema- mormorò sbadigliando.

-Un vero problema- le sorrisi imitando il suo sbadiglio e lei mi fece la linguaccia. Il cappuccino era bollente e dovetti aspettare qualche minuto prima di assaggiarlo.

-La sai la novità? - mi chiese stringendo le labbra in un'unica fessura. Erano così piccole le sue labbra, avrebbe dovuto mettersi un po' di lucidalabbra per farle risaltare meglio.

-No- affermai sorseggiando lentamente il liquido beige e spostandomi dagli studenti minacciosi di farmelo rovesciare addosso.

-Come no?? Tutte le ragazze ne parlano- allargò le braccia, sorpresa.

La squadrai male e ruotai gli occhi. -Per il momento la mia capacità di leggere nel pensiero non è ancora a un livello basilare, quando sarò capace di farlo te lo farò sapere- conclusi io leggermente stizzita e gettai il bicchierino vuoto nel cestino della plastica.

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora