42. Pause

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Dopo aver vagato per mezz'ora a cercare lo shampoo giusto e aver costretto Luke a prendersi un balsamo al cocco, -Il cocco è buono- avevo insistito guardandolo alzare gli occhi al cielo, uscimmo dal supermercato proprio mentre stava per chiudere.
-Cosa vuoi fare?- domandai quando il braccio di Luke mi avvolse dolcemente le spalle.
-Mmh non saprei. Però avrei un'idea..- sussurrò con un sorriso sulle labbra.
-Niente di perverso spero- risi dandogli un buffetto sulla guancia.
-Non provocarmi, bambina- scherzò scoccandomi un bacio sulla fronte. -Comunque ho intenzione di portarti in un posto..-
-Dove?-
-A casa mia-
Ci riflettei un po', lasciando che il silenzio prendesse il sopravvento.
-Okay- dissi soltanto, così deviammo da casa mia per lasciare l'occorrente di mia mamma e ci dirigemmo verso casa sua.
Non era molto distante e Melbourne non era così affollata a quell'ora. D'altronde erano quasi le 22 e, tranne qualche banda di ragazzini, stavano tutti a dormire in casa propria. Restammo in silenzio per tutto il cammino, indecisi forse su cosa dirci o su cosa fare.
-A cosa pensi?- ruppi il silenzio titubante.
-A te e Ashton- spiegò piatto, ma strinse ancora di più la mia mano.
-Okay..- biascicai. -Ma lo sai che fra me e Ashton non..-
-Lo so, bambina, è che.. be', forse...- arrivammo di fronte a casa sua, e lui colse l'occasione per distogliere l'attenzione da lui al suo mazzo di chiavi.
-Luke, continua la frase..-
-Niente, lasciamo perdere-
-Luke, parlami- gli presi le chiavi dalle mani, così da puntare i miei occhi sui suoi.
-Credo.. be'..- balbettò lui. -Forse Ash sarebbe meglio.. se non fosse per la questione dei fratelli.. penso dovresti stare con lui e..-
-Cosa diavolo stai dicendo?- sbraitai esasperata. -Perché facciamo avanti e indietro? Perché non vuoi capire che ho scelto te, Luke Hemmings, e non lui, non nessun altro. Perché non riesci a capire che sei diventato tutto per me e odio vedere che giudichi te stesso?- lasciai cadere le chiavi per terra, indietreggiando da lui come se fosse un pericolo.
Lui non mi raggiunse, anzi, si voltò e appoggiò la testa sulla porta.
-Luke, almeno guardarmi! Sei tutto ciò che desidero e il fatto che metti in dubbio questa cosa mi fa imbestialire! Mi dispiace se magari non riesco a dimostratelo ma ti amo e non cambierei niente di noi.-
Deglutii, avvicinandomi e afferrandogli dolcemente il polso per farlo voltare verso di me. Lui scosse la testa, ancora incollato a quella maledetta porta.
-Non posso farti una cosa del genere- disse con voce spezzata dal.. pianto. -Non possiamo- si voltò a guardarmi, gli occhi scuri che cercavano di farmi capire, mentre io ero troppo concentrata su me stessa per comprendere la gravità della situazione.
-Sì, possiamo. Lo abbiamo sempre fatto- provai a convincerlo. -Abbiamo superato di tutto, non farlo ora che stiamo bene.- lo supplicai mordendomi il labbro per trattenere le lacrime. -Ti scongiuro, Luke, non lasciarmi di nuovo..-
Lui scosse nuovamente la testa, distogliendo lo sguardo.
-Non voglio farlo ma..-
-Ma cosa?-
-So che soffrirai, e non posso permetterlo- affermò lasciando la mia mano. -Più andiamo avanti, più soffrirai.-
-Non succederà nulla, Luke, ti prometto che si aggiusterà tutto, qualunque cosa succeda! Ti amo e supereremo ogni scoglio tra noi.-
Ora piangevo anche io, ma non asciugai le lacrime che mi stavano lentamente rappresentando: lacrime di dolore, di confusione, di ingiustizia.
-Non piangere, ti prego..-
-Perché succede sempre?- chiesi alterata. -Perché siamo sempre allo stesso punto?-
-Forse non è destino.-
Mi si spezzò il cuore, ma non potevo andarmene senza sapere.
-Luke, mi stai lasciando?-
Lui mi fissò per vari secondi, per poi dire -No, certo che no.. ti amo, ma non lo so..-
-Possiamo..- iniziai, ma mi bloccai subito quando pensai al dolore che mi avrebbe sovrastata.
-Possiamo cosa?-
Deglutii. Era l'unica possibilità.
-Possiamo prenderci una pausa- buttai giù distogliendo lo sguardo.
Era una pazzia, una fottuta pazzia. Come avrei fatto senza di lui, anche se per un periodo indeterminato?
Volli rimangiare le mie parole, ma stetti zitta quando Luke annuì lentamente.
No, no, no..
-Sì, hai ragione- disse sicuro, grattandosi il collo. Lo fissai per un momento, schiaffeggiandomi mentalmente per ciò che avevo fatto.
Non possiamo, no, non posso farcela..
-Okay- dissi invece, deglutendo per l'ennesima volta e sperando che cambiasse idea.
-Allora buonanotte- mormorò guardandomi attentamente.
-Buonanotte..-
Mi avvicinai, ma lui mi fermò con un gesto della mano.
Raccolse le chiavi da terra e aprì la serratura, chiudendo la porta dietro di sé.

Sospirai, chiudendo il libro e annullando dalla mia mente quella pagina che proprio non ne voleva sapere di ficcarsi in testa.
Era tutto così.. vuoto.
Mi alzai dalla camera e mi vestii con alcuni abiti comodi, per poi afferrare il cellulare e scendere le scale.
-Vado a correre!- avvisai mia sorella, la quale guardava la televisione con un'amica.
-Mmh mmh- mugugnò continuando ad ignorarmi.
-Se vengono mamma e papà di' loro che sono and..-
-Mamma torna tra qualche minuto e papà lavora- chiuse lei alzando il volume della tv e rubando una patatina dalla sua amica.
-Sì, lavora..- borbottai legandomi i capelli in una coda di cavallo alta e aprendo la porta di casa con rabbia.
Dovevo trovare un modo per parlare con mio padre, e né Ashton né Luke mi avrebbero aiutata.
Il primo non rispondeva alle mie chiamate, ormai avevo perso anche le speranze; il fatto che non venisse a scuola invece mi stava facendo preoccupare ma in fondo era la sua vita ed era lui responsabile delle sue azioni.
Il secondo, d'altro canto, non si era fatto più sentire da quasi una settimana e sinceramente ero troppo orgogliosa per chiedergli se si era schiarito le idee abbastanza da decidere se continuare o no.
Ero arrabbiata con entrambi, i quali mi avevano abbandonata nel momento più precipitoso della mia vita.
Corsi più veloce, provando a scaricare i nervi che da giorni erano a fior di pelle, la tensione troppo elevata e la stanchezza che si era accumulata troppo velocemente.
Era incredibile il loro comportamento, mi domandai quanto i ragazzi fossero così infantili per.. per cosa poi? Ashton non aveva alcun motivo per trattarmi in quel modo, e nemmeno Luke.
Mi sentivo male per questo ma non dovevo mollare tutta la mia maschera per lui.
Sarei rimasta sempre Summer King, la Summer King che studiava giorno e notte prima di loro, la Summer King che non era interessata alle amicizie e alle uscite, la Summer King che era distaccata dall'amore; forse non come una volta, ma sicuramente se non fosse stato per Luke non avrei mai lasciato quella personalità.
Perché io avevo donato tutto a quel ragazzo, perché avevo rinunciato a tutto e tutti per quel maledetto ragazzo coi capelli biondi, avevo abbandonato tutto per quelle sue labbra estremamente familiari e avrei buttato me stessa per lui.
Era quello l'amore?
Un.. sacrificio? Il desiderio disperato di essere tutto per quella persona? Il coraggio di voltare pagina per lui?
Mi fermai al semaforo, scrollando le spalle indolenzite dalla corsa. Probabilmente Luke aveva un buon motivo per volere quella distanza, ma perché non mettermene al corrente?
Stavo diventando paranoica, ma ci tenevo a quello stupido e ora che era distante non riuscivo a smettere di farmi domande idiote.
Dopo le parole "mi ama" dovevo mettere un punto interrogativo o di esclamazione?
Ero così confusa, troppo confusa.
Il cellulare iniziò a vibrare e accelerò il battito del mio cuore sperando che fosse lui.
Eppure, il telefono diceva Ashton, così risposi accortamente.
-Ashton- biascicai fermandomi e sedendomi su una panchina.
-Summer? Stai bene? Hai il fiatone?!- domandò preoccupato.
-Sì, stavo correndo.- dissi. -Come stai?-
Il silenzio avvolse la chiamata, ma dopo qualche secondo rispose con un semplice "Bene".
-Bene- affermai sospirando.
-Bene- ripeté. -Dobbiamo parlare.-
I miei occhi si illuminarono. -Quando?-
-Da domani torno a scuola. Ci vediamo all'entrata, okay?-
-D'accordo- mormorai emozionata e impaurita allo stesso tempo.
Avrei dovuto affrontare una conversazione seria con.. mio fratello.
Non ci credevo ancora.
-Grazie, Ash- soffiai sincera.
Sospirò, prima di chiudere la chiamata con un click.

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora