Ero furiosa.
Luke e Emily erano finiti sulla prima copertina di una rivista.
Il loro fidanzamento era ufficiale.
Io, d'altro canto, ero ufficialmente furiosa.
Bussai, battendo rumorosamente il piede sul pavimento di marmo per il nervosismo.
-Professore Lee?!- esclamai scettica quando la porta venne spalancata.
-Signorina King.. non l'aspettavo qui!- affermò allargando un sorriso sul volto. -È venuta nel posto giusto?- domandò scherzosamente.
-Sì. È lei l'istruttore?-
-In persona- ma perché non si levava quel sorriso dalla faccia?
-Bene- entrai di fretta, rivolgendomi poi al mio professore.
-Devo sfogarmi.-
-Mmh- si incamminò nel grande corridoio, così lo seguii ed entrammo in un ufficio scuro ma accogliente.
-Allora.. di quante lezioni ha bisogno?-
-Non lo so- ammisi.
-Sembra.. confusa. Sta bene?- domandò preoccupato.
-Io? Bene? Sì, certo.. perché non dovrei?-
Scosse la testa, divertito.
-Sei già pronta, vedo!- disse scrutando la mia canottiera bianca e i miei pantaloncini neri.
Annuii, guardandomi un po' intorno.
Chi l'avrebbe mai detto che mi sarei trovata in un posto così?
Probabilmente se me lo avessero detto alcuni mesi prima, sarei scoppiata a ridere e avrei detto che era una pazzia.
Lo era, e anche io lo ero diventata.
-La prima lezione è gratuita. Venga- mi accompagnò in una stanza ampia che localizzai come una palestra di modeste dimensioni. Adocchiai immediatamente i sacchi, così feci per avvicinarmici quando Lee mi trattenne per il polso e mi fece voltare.
-Non può iniziare subito con quelli. Si farebbe solo male dato che non è allenata affatto. Ora corra seguendo le linee bianche della palestra-
Le linee rappresentavano un rettangolo, valeva a dire i confini della palestra.
-Io corro come hobby, non mi serv..-
-Vada. Fanne quindici.- proferì severo.
Alzai gli occhi al cielo e presi a correre, prima lentamente e poi sempre più veloce. Solitamente correvo per pensare ma in quel momento era l'unica cosa che volevo evitare. Dopo quindici giri cominciai ad annaspare e mi fermai accanto a lui.
-Altri cinque- osservò autoritario.
-Cosa? Perché??-
-Perché ha alzato gli occhi al cielo dopo il mio ordine. Si muova.-
Mi trattenni dall'alzare nuovamente gli occhi al cielo e obbedii, le costole doloranti e i polmoni senza fiato.
-Non ce la faccio più- mi lamentai al terzo giro.
-Altri due per esserti lamentata-
-Non è giusto!- strillai.
-Tre in più per aver gridato contro al tuo istruttore-
Parlava calmo, seduto su una sedia mentre mi osservava mentre mi mostravo stremata e senza forze. Crollai a terra, ma dopo un'occhiata a Lee mi rialzai e ricominciai a correre più veloce. Dieci giri dopo tornai da lui a testa alta e le labbra in una linea dritta.
Sorrise, e dopo tutti i suoi ordini lo presi come un incoraggiamento. -Brava. Non si è arresa, nonostante la mia freddezza. Così dev'essere una combattente.-
Quindi aveva fatto tutto quello per mettermi alla prova? Che...
-Grazie, professor Lee.-
-Qui può chiamarmi Jonathan, e se non le dà fastidio vorrei darle del tu. Solo fuori ambito scolastico, ovviamente-
-D'accordo, non è un problema.-
Si allontanò e frugò nella sua borsa per prendere una bottiglietta, la quale mi porse con un sorriso che contraccambiai. Corrugai le sopracciglia quando notai che la bottiglia era vuota e alzai lo sguardo con aria interrogativa.
-Si deve imparare a patire la sete, Summer, almeno per un po'-chiarì mentre posavo la bottiglia sulla panchina di legno.
-Okay-
Dopo un'ora di allenamento di base, consistente in corsa, prime posizioni, stiramenti e una piccola lezione extra coi sacchi, il mio telefono cominciò a squillare e notai che vi erano due chiamate perse di Lily.
-Lily?!- la richiamai io mentre uscivo dalla palestra e mi incamminavo verso casa.
-Summer? Dove sei?-
-Emh.. a casa.. cosa c'è?- chiesi.
-Nulla, è che avevamo pensato per un'uscita e volevamo chiederti se oggi.. no, smettila- scoppiò a ridere. -Cal, dammi il telef..-
-Ciao, Summer, devi venire perché Lily sta impazzendoooooo-
-Dammelo!! Oh.. ehi, Summer? Scusalo.. comunque ti va di venire?-
-Mmh.. Non mi va, sto studiando-
-Sta studiando- disse probabilmente agli altri.
-Oh ma.. aspetta... che bugiarda!-
-Che intendi?-
-Guarda a sinistra-
Mi voltai e li vidi. Erano seduti su una panchina. Proprio tutti...
Merda!
Mi avvicinai lentamente, cercando di asciugare il sudore che mi ricopriva la pelle.
-Summer!!- Lily mi corse incontro per abbracciarmi, ma dopo essersi staccata da me mi squadrò confusa.
-Ma che diav..- mormorò fissandomi.
-Ehi, Summer!- mi salutò Michael.
-Che fai, ci perseguiti?- domandò Catherine sopra di lui.
-Ma non stavi studiando?- chiese Calum con un sorriso.
-A modo mio- chiusi non restituendo il sorriso. La sua vicinanza mi stava prosciugando.
-Non c'è Ash?- domandai.
-È andato via poco tempo fa.. se fossi arrivata prima lo avresti incontrato- spiegò Michael.
-Ah..- lanciai un'occhiata a Lily, la quale mi stava fissando con gli occhi socchiusi.
-Come mai sei così sudata?- irruppe Catherine.
Ma gli affari loro mai?
-Corro- proferii coprendomi le mani dietro alla schiena.
-Allora perché sei sporca di sangue?- chiese...
-Hai ragione, Em, fa vedere Summer!!- strillò Catherine saltando dalla panchina e sporgendosi per vedermi le mani.
Forse era meglio che non insistessi così tanto per farmi colpire il sacco, le mani facevano malissimo e mi ero procurata dei graffi abbastanza fastidiosi.
Rotai gli occhi. -Devo andare-
-No, no, aspetta... hai picchiato qualcuno?- domandò Catherine, ricevendo un'occhiata di rimprovero da Lily.
Scoppiai a ridere. -Magari- dissi fra le risate.
Quando nessuno seguì il mio esempio, abbassai lo sguardo sulle mie mani rosse. -Scherzo..-
Più o meno.
-Allora cosa hai fatto?- domandò Emily.
-Vuoi vedere?- risposi arrogante. Non ne potevo più di tutte quelle domande.
-Summer..- mormorò Lily, afferrandomi il braccio.
-Cosa succede, Summer?- chiese Emily con voce innocente, lanciandomi però uno sguardo di fuoco.
Che mi stai sul cazzo!
-Summer, dobbiamo parlare..- sussurrò Lily al mio orecchio. Annuii e mi allontani insieme a lei; quando fummo abbastanza lontane mi fermai sui miei passi e tirai un pugno ad un ramo spezzato.
-Dove sei stata?-
-A fare kick boxing-
-C-cosa?? Tu?? Sei sicura?-
La guardai male. -Sembra che io stia scherzando?-
-No, ma..-
-Ma niente. Scarica i nervi.-
-Nient'altro?-
-In che senso?-
-Niente discorso da Summer King che spiega le varie cause e i vari motivi proficui?-
-No.-
-Ti ha davvero cambiata..-
Alzai lo sguardo per fissarla. -Eh?-
-Dai, Summer, lo vedo che ti piace Luke-
-Non mi piace Luke..- ringhiai spezzando un altro ramo.
-No, infatti, ma lo ami fottutamente tanto da metterti in una rissa con la sua nuova fidanzata-
-Ohh, lo sai che non l'avrei picchiata!-
Ne ero così sicura? In fondo la odiavo e in quel momento avevo perso completamente la ragione.. e il suo sguardo.. per me nascondeva qualcosa.
-Summer, stai bene?- chiese più tranquilla. Alcune lacrime cominciarono a scendere sulle mie guance.
-Non lo so.. no, credo di no. Penso a loro e scoppio a piangere, mi manca tantissimo e voglio picchiare quella ragazza.. quindi no, non sto bene. E non so nemmeno cosa mi sta succedendo! Non capisco più niente, vorrei solo tornare alla normalità-
-Non avrei dovuto chiamarti, ma non rispondevi e..-
-Tranquilla, non è colpa tua. Senti... io ora vado, non riesco a vederlo ancora per un altro secondo..-
-Parli di me?-
Sbarrai lo sguardo, sperando che fosse solo la mia maledetta immaginazione e che non fosse davvero la sua voce quella alle mie spalle.
Gli occhi di Lily, i quali puntavano proprio dietro di me, tradirono le mie speranze.
-Mi raccomando- mimò Lily prima di andarsene. Mi voltai lentamente, incrociando i suoi occhi e subito dopo abbassarli verso il terreno. Non ce la facevo. No, dovevo farcela.
-Bambina..-
-Non. Chiamarmi. Così-
Chiuse gli occhi per un secondo. -Summer.. sei stata tu a dirmi di allontanarmi-
Non bastavano i miei pensieri? Ora anche lui cominciava a rinfacciarmelo??
Dovevo calmarmi ma accanto a lui non ci riuscivo.
-Lo so. Non ho mai detto il contrario- mormorai più a me stessa che a lui.
-Allora perché fai così?-
-Così come?- alzai la voce. Ecco, stavo scoppiando.
-Stavi quasi per menare la mia ragazza!- controbatté.
La mia ragazza, la mia ragazza, la mia ragazza.
-Ringrazia che non l'ho fatto- parlai a bassa voce.
-Perché lo avresti fatto?- chiese avvicinandosi.
-No, ti prego...- cercai di fermarlo, ma lui non mi diede retta e si posizionò di fronte a me, prendendo fra le sue mani le mie e sfiorandole con le dita.
-Cosa hai fatto?- domandò più premuroso. Amavo quel suo tono di voce.
-Nulla..- tolsi le mani dalle sue e presi in considerazione l'idea di correre via.
-Ti prenderei- rispose ai miei pensieri silenziosi.
-Lo so-
-Allora.. possiamo essere amici?- domandò osservandomi attentamente.
Amici?
L'idea non mi era nemmeno passata per la testa.. sarei riuscita ad essergli amica? Vederlo baciare la sua ragazza davanti a me? Avevo bisogno di spazio ma allo stesso tempo avevo bisogno di lui. Ora. In questo momento avevo bisogno di chiudere la distanza, le parole, tutto e baciarlo.
-Lo vuoi, vero? Vuoi baciarmi.- ghignò.
Le sue parole erano così simili a quelle che aveva utilizzato per farmi entrare nel patto. Maledetto!
-No-
-Non si dicono le bugie- mormorò sporgendosi verso di me e sfiorandomi la guancia con le dita.
Bastardo! Che bastardo! Dovevo andarmene.. dovevo, dovevo ma non ci riuscivo.. Dio, com'era bello.
Scossi leggermente la testa.
-Non cambierò per te, Luke Hemmings- mormorai avvicinandomi al suo viso.
-Nemmeno io, Summer King- col pollice attraversò la linea del mio collo, il suo tocco dolce e gentile.
-E allora cosa stiamo facendo?- domandai sinceramente curiosa di una risposta.
-Stiamo cambiando- mormorò, prima di sporgersi verso le mie labbra.
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Spazio AutriceEd eccomi di nuovo qui! A dire il vero avrei dovuto aggiornare domani, ma vi voglio bene perciò ho aggiornato oggi :)
Come state? Vi piace la storia?
Ps: Se trovo degli spoiler nei commenti, vi avverto amiche mie che lunedì dovrò uccidervi. :)
Un abbraccio ♥

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Astronomy {L.H.}
FanfictionC'era una linea sottile tra l'amore e l'odio, tra l'attrazione fisica ed emotiva, così fine che non mi ero nemmeno accorta di averla spezzata la prima volta che lo vidi.