27. Tree

915 50 14
                                    

-Luke, eccoti!! Non ti trovavo!- schiamazzò Emily interrompendo qualsiasi cosa sarebbe successa.
-Sì, scusa..- mormorò Luke passandosi una mano fra i capelli e avvicinandosi a lei, lasciando me a fissarlo sbalordita.
Davvero? Mi stava per baciare e ora..
-Mi mancavano le tue labbra..- sussurrò la rossa, ma abbastanza forte da farmi sentire ogni dannata lettera. Gli prese con forza la maglietta e lo attirò a se, cercando le labbra con le sue ed entrandogli letteralmente in bocca.
Ma quella volta non ebbi bisogno dell'aiuto di Lily.
Quella volta ero talmente paralizzata da non sbattere nemmeno una ciglia, immersa dalla consapevolezza del mio terribile sbaglio.
Avevo sbagliato ad avvicinarmi a lui.
Avevo sbagliato ad accettare la sua scommessa.
Avevo sbagliato a cercare di scoprire qualcosa in più su Capture.
Avevo sbagliato a conoscere Luke Hemmings e, cazzo, ad affezionarmi a lui.
Avevo completamente sbagliato, e l'unica che ci avrebbe rimesso sarei stata io.
Distolsi lo sguardo ma senza scappare e andarmene via. Senza arrabbiarmi con Emily o cercare di picchiarla, senza fare l'offesa per il comportamento di Luke.. ero solo io la causa di tutto.
Tutto era iniziato a causa mia, i problemi erano nati per la mia eccessiva curiosità e tenacia.
Pensavo e credevo di scoprire qualcosa, di vincere l'ignoranza e le domande e decifrare delle nuove risposte.
Speravo di avere un lieto fine come Odisseo, il quale riuscì a giungere in patria con molta più conoscenza e saggezza, mentre io al primo ostacolo era caduta. Rialzata, ma pur sempre caduta.
-Vado dagli altri.. vieni al più presto!- cinguettò la rossa, prima di regalarmi un sorrisetto soddisfatto.
Sentii i passi di Luke avvicinarsi a me, la sua voce parlarmi e i suoi occhi fissarmi ardentemente, ma l'unica cosa che mi interessava veramente era un piccolo albero, accanto ad altri molto più alti e robusti di lui. Il suo gambo era sottile ma riusciva pur sempre a rimanere in piedi, instabile ma in piedi.
-Guarda quell'alberello- diedi voce ai miei pensieri, indicandogli il punto in cui stavo osservando. Notai con la coda dell'occhio Luke guardare da quella parte, perciò continuai. -Nonostante il vento, la sua minima ma indispensabile forza lo tiene in vita. È proprio così che mi sono sentita quando hai baciato Emily per la prima volta. Il colpo era forte e insistente, voleva buttarmi giù, ma sono stata forte e io non perdo tanto facilmente. Così sono andata avanti con la poca forza che mi era rimasta, ho sfogato la mia rabbia su un umile sacco da box e ho evitato di rincontrarti. L'ho fatto per pensare e chiarire le mie idee, perché quando ci sei tu smetto totalmente di ragionare; ma era fondamentale ripensare e allontanarmi da te, dal pericolo che mi stava pian piano avvelenando. Quel piccolo albero sta vivendo anche se quelli più grandi lo prendono in giro, lo deridono, lo vogliono buttare giù, ma lo invidiano segretamente perché ha la qualità di non mollare. Mai.- continuai a fissare l'alberello, fino a quando una folata di vento lo colpì e il sottile ramo si spezzò, crollando a terra insieme a tutte le sue piccole e minute foglie. -Ecco, questo è quello che è successo pochi minuti fa. Mi hai fatta crollare e ora non potrò mai più aggiustarmi, essere la me di prima, quella che nemmeno conosceva la tua esistenza. Ora sono come quell'albero, buttato giù da una forza maggiore che era impossibile da fermare o rallentare, perché si sa che il dolore è dolore, non esiste quello meno o più doloroso. Ora quel piccolo alberello non avrà più la possibilità di rialzarsi, di tornare a vivere come prima e di guarire le cicatrici che gli sono state conferite a causa della sua debolezza. La domanda è...- posai lo sguardo su di lui, che mi fissava attentamente. -Io riuscirò a rialzarmi?-
Lo lasciai così, con una domanda della quale non conoscevo nemmeno io la risposta. Non tentò di fermarmi, si limitò a lasciarmi andare e seguire con lo sguardo la mia figura che iniziò a correre senza meta. Senza forze. Senza sentimenti.

---

Mi svegliai grazie alla luce del Sole che filtrava attraverso la finestra e, dopo aver semiaperto gli occhi, posai una mano alla mia sinistra, alla ricerca di qualcosa che non c'era. Qualcuno che non c'era.
Ero felice da una parte visto che dopo tante notte insonni ero riuscita finalmente a dormire, forse perché mi ero liberata dicendogli come mi sentivo; ma l'altra parte di me, che in percentuale corrispondeva a circa un 90%, si sentiva terribilmente in colpa per non averlo lasciato parlare, si sentiva male per la sua mancanza. Ogni mattina speravo di trovarlo al mio fianco come quando avevamo trascorso la notte sotto le stelle, desideravo osservarlo dormire e mugugnare parole incomprensibili, volevo accarezzargli i capelli morbidi e sentire il battito lento del suo cuore mentre dormiva.
E come ogni mattina, quella volta scoppiai a piangere con la consapevolezza che lui era accanto a un'altra ragazza.
Mi asciugai le lacrime arrabbiata e frustrata; ero davvero una bambina e per questo mi odiavo.
Mi vestii con le prime cose che trovai sulla sedia ma, dopo essermi guardata allo specchio, corrugai le sopracciglia.
Ero davvero monotona, con quella camicetta grigia e la gonna nera.
Quando ero uscita con Connor, il quale avevo ogni tanto sentito per telefono e al quale avevo organizzato un appuntamento con Cindy, non avevo intenzione di far ingelosire Luke, ma forse se mi fossi vestita meglio avrebbe potuto capire cosa aveva perso. Era un ragionamento infantile ma ero disperata, desideravo essere guardata da lui, spesso non lo sopportavo perché mi mandava fuori di testa il suo sguardo fisso su di me, ma in fondo ero lusingata dal suo interesse.
Mi svestii e presi dall'armadio qualche vestito di Lily che ogni tanto lasciava in camera mia nelle occasioni in cui si fermava a dormire da me.
Indossai un paio di jeans neri strappati, una maglietta bianca con la scritta NIRVANA e un paio di Adidas bianche zebrate da un lato. Passai una linea di eyeliner, la quale per la terza volta rimase dritta, il mascara nero e un filo di lucidalabbra rosa.
Slegai i capelli e rilasciai le ciocche mosse sulle spalle, togliendo poi la riga in mezzo e ricreandola da un lato per far scendere una cascata di boccoli quasi sopra l'occhio sinistro. Mi fissai allo specchio per parecchio tempo, concentrandomi su ogni dettaglio e stupendomi per come una maglietta della mia taglia, e non i maglioni di due taglie in più che spesso usavo, mi risaltasse il seno e le curve dei miei fianchi; feci una giravolta, osservando i jeans non troppo stretti che mi calzavano a pennello e i boccoli che valorizzavano la forma del mio viso; i miei occhi verdi e nocciola sembravano più grandi con il trucco e le labbra più carnose.
Sentii il mio cellulare squillare, perciò lo afferrai e lessi il messaggio.
Lily: Come mai non sei in anticipo come sempre? Non dirmi che non vieni :/
Summer: Arrivo, non mi abbatto tanto facilmente.
Ps: I tuoi vestiti sono fantastici
Lily: ?
Non risposi e uscii di casa senza alcuna giacca dato che faceva piuttosto caldo. Raggiunsi la scuola con la mia auto e la parcheggiai nel solito posto, per poi entrare nella scuola senza soffermarmi sui ragazzi seduti sulla loro solita panchina, accompagnati da quelle vocine da oche di Emily e Catherine.
-Summer!- mi voltai appena prima di aprire il portone, sorridendo all'unica persona cara che faceva parte di quel gruppo.
-Ashton!- esclamai abbracciandolo di slancio e lasciandolo senza fiato per la sorpresa.
-Wow, sei così.. diversa- mormorò con un sorriso squadrandomi da capo a piedi. -Sei stupenda, come sempre- ammise alla fine incrociando i miei occhi tormentati da troppo tempo.
-Grazie- sorrisi arrossendo. Lanciai uno sguardo ai ragazzi, per poi soffermarmi su quello sguardo duro e freddo che nonostante tutto mi mancava come l'aria; potevo sentire sulla mia pelle la sua tensione e il suo desiderio di avvicinarsi a noi. Non lo fece, perciò distolsi lo sguardo e tornai a guardare Ashton. -Beh, io ora vado in classe.. voi venite?- domandai indicando col mento la panchina.
-Mmh, non credo ma..-
-Ma?-
-Se ti va potrei venire io-
Dilatai le pupille, stupita. -Davvero?-
-Vorrei stare un po' con te, e se mi tocca sopportare delle noiose lezioni di diritto me ne farò una ragione.- scossi la testa divertita. Ero contenta della sua proposta, così annuii e mi sporsi per lasciargli un bacio sulla guancia, consapevole dello sguardo del biondo che mi stava incenerendo. -Avvisa i tuoi amici- sussurrai all'orecchio di Ashton, per poi voltarmi e raggiungere la mia classe.
Ben ti sta, Hemmings.

---

Ashton mi passò un bigliettino, il quale con estrema cautela lessi sotto al banco.

"Non ce la faccio più, aiutami!! :("
Soffocai una risata.
"Hai deciso tu di venire"
"Mi capita spesso quando sei vestita così attillata"
Sbarrai gli occhi, rileggendo la mia scrittura e cogliendo il doppio-senso.
"Fottiti"
"Sei bella quando sei incazzata ;)"
Chiusi gli occhi, ripensando alle sue stesse parole la prima volta che abbiamo seguito una lezione insieme.
"Hai già usato questa frase, non vale"
"Hai ragione, sei bella sempre"
Voltai lo sguardo per fissarlo ma i suoi occhi erano puntati verso la lavagna; colsi però la sua adorabile fossetta sulla guancia, così dedussi che stava segretamente sorridendo.
"Lo so ;)" scrissi velocemente e dopo averlo letto, Ashton richiuse il bigliettino e se lo mise in tasca; mi prese una mano e la posò sulla sua gamba, per poi tornare a fingere di ascoltare il professore e nel frattempo accarezzarmi il dorso della mano col pollice.
Era una situazione alquanto imbarazzante ma deliziosamente paradisiaca. Dovetti cambiare idea immediatamente quando l'allarme antincendio suonò e io, ignara di ciò che sarebbe successo dopo, corrugai solamente le sopracciglia curiosa.

-------
Spazio Autrice

Avrei dovuto aggiornare domani, ma dato che ho spagnolo preferisco aggiornare oggi!
Buon pomeriggio :)

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora