44. Father

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-Quindi tu e Ashton.. siete.. fratelli?- domandò sorseggiando il cappuccino.
-A quanto pare..- biascicai con le labbra bagnate ancora del caffè tiepido, così ci passai un fazzolettino sopra e le inumidii con la lingua.
Lily si legò i capelli in uno chignon disordinato, per poi lasciare il conto sul tavolino e salutare il cordiale cameriere che ci aveva servite, un certo Sean dal nome della targhetta sul petto.
Ci fiondammo nel caldo afoso di Melbourne, un clima troppo asfissiante sia per camminare che per trascinarsi come vermi per strada.
-Per fortuna che ho portato l'auto!- sorrisi facendole vedere le chiavi; lei sorrise lievemente, tenendo lo sguardo fisso su di me come per comprendere qualcosa dietro ai miei occhi verdi e nocciola.
-Lo so che è una cosa difficile da affrontare- disse infatti quando entrammo nell'auto. -Ma io ci sono-
Le sorrisi, per poi mettere in moto e partire per le strade affollate di Melbourne.
-Domani devo andare a Sidney per delle commissioni, perciò non verrò a scuola dato che partirò abbastanza presto- ruppi il silenzio dopo qualche minuto.
-Ti consiglierei di farti accompagnare da Luke, ma vedo che siete parecchio distanti in questo periodo- constatò con un leggero sorriso, il quale ricambiai.
-Ci siamo presi una pausa.. mi sembrava parecchio insicuro su.. noi, perciò ho proposto di stare distanti per un po'..- spiegai stringendo le mani sul volante.
-Ma a te non sta bene.-
-Ma a me non sta bene- affermai sconfitta. -Mi sembrava l'unica possibilità, ma ora sta diventando insopportabile. Proprio ora che ho bisogno di lui..-
-E perché non glielo dici?- mi chiese prendendomi di sorpresa.
-Che cosa?-
-Che hai bisogno di lui. Sono sicura che è innamorato pazzo di te, e che probabilmente farà di tutto per il tuo bene.-
-Ho solo paura che questo non porterà a nulla di buono- sospirai.
-Speriamo di no- soffiò lei. -A proposito, stasera io, Catherine e i ragazzi ci incontriamo al pub accanto alla sala da bowling, vorresti venire anche tu?- domandò speranzosa.
-Non è roba per me- scherzai lanciandole un occhiolino.
Arrivammo a casa di Lily, così la lasciai perché doveva fare alcune cose con la sua famiglia; la osservai allontanarsi dalla mia macchina, ringraziando mentalmente chiunque fosse lassù per avermi mandato un'amica così speciale.

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Mi stava quasi uscendo sangue dal labbro a causa dei morsi che stavo dando all'interno della mia guancia, ma quando fui psicologicamente pronta bussai rumorosamente.
-Avanti- sentii dire dall'altro lato della porta, così aprii lentamente e lo cercai con lo sguardo.
Era impegnato a scrivere al computer, gli occhiali quasi sulla punta del naso e le sopracciglia corrugate; quando alzò lo sguardo sorrise, mostrando le sue adorabili fossette.
Ecco da chi le ha prese Ashton...
-Ti disturbo?- domandai camminando verso la sua scrivania e sedendomi sulla sedia nera di fronte a lui.
-No, tesoro, dimmi tutto. Hai bisogno di qualcosa...-
-Sì, della verità- affermai duramente; non ero mai stata così dura con mio padre, ma immagini di Ashton in lacrime mi annegarono la mente.
-Stai bene, Summer?- chiese preoccupato.
-Io sì, e tu?-
-Dove vuoi arrivare?-
Mi scorticai una pellicina senza accorgermene; quanto avrei voluto la presenza sicura di Luke al mio fianco, lui mi avrebbe sicuramente sorriso e rassicurato con dolci parole che solo lui riusciva a pronunciare così teneramente.
Scossi la testa.
Non è il momento, Summer.
-Marie Irwin.- sputai con rabbia. -Ti dice qualcosa?-
Lo vidi sbiancare e trattenere il respiro per vari secondi, prima di scuotere la testa.
-Davvero? Chissà perché ma ho trovato il tuo nome insieme al suo in un determinato documento..-
Le sue dita cominciarono a stringere il legno della scrivania, facendo sbiancare le nocche.
-Credo fosse un certificato di nascita- buttai giù con tutto il coraggio che avevo.
Aveva mentito a me, Ashton e Isabelle, pensai per farmi forza.
-No!- sbottò di colpo, alzandosi dalla sedia girevole in pelle lucida. -Come hai.. come..-
-Vuoi davvero saperlo?- sbottai alzandomi altrettanto velocemente.
-Vuoi sentirti dire in faccia che ho conosciuto mio fratello? Vuoi sapere davvero che ho parlato con tuo figlio? Il figlio che hai abbandonato senza pietà..-
-Non è come credi, Summer..-
-E com'è allora?- domandai sedendomi e incrociando le gambe. -Sono tutta orecchie!-
Lui mi imitò, la fronte sudata e il nervosismo trapelante dalla pelle.
-Ti spiegherò tutto se vuoi..-
-Certo che lo voglio!- affermai scioccata, come se fossi andata da lui per un altro motivo.
-Okay.. ecco.. mi ero innamorata di Marie circa.. diciotto anni fa.- disse tristemente. -Era una donna bella e affascinante, molto generosa e..-
-Taglia corto!- lo interruppi infastidita da quei complimenti.
-Scusa, be'.. proprio in quel periodo stavo con un'altra donna..-
-Mamma?-
Lui annuì. -La amavo, certo, ma mai nessuna era riuscita a rubarmi il cuore come aveva fatto Marie-
Strinsi i pugni, serrando i denti e reprimendo le lacrime che stavano lottando per scendere.
Era peggio di quanto mi aspettassi.
-Marie era rimasta incinta, ed ero così felice per quella notizia che saltai dalla gioia. Ma non ero ancora pronto a dire tutto a Liz, così aspettai...- si passò una mano sulla fronte. -Dopo due mesi scoprimmo che tua madre era anch'essa incinta di..-
-Me- supposi seria.
-Sì- rispose. -Tua madre era una persona ricca, mentre Marie possedeva solo una cara sorella e un piccolo appartamento in una cittadina vicino Sidney.-
-Aspetta.. perciò hai scelto mia madre per... i soldi?-
Non rispose, ma era abbastanza sottinteso ciò che stava pensando.
-Marie mi disse che ce l'avrebbe fatta da sola, di non preoccuparmi e che avrebbe cresciuto nostro figlio come una vera madre.. e a quanto pare continua a farlo, no?- sorrise leggermente.
-La madre di Ashton è morta, papà- chiarii io corrugando le sopracciglia.
Mi aspettai una delle sue tante domande confuse, e invece scoppiò a ridere. -Come stai dicendo? Marie vive vicino a Sidney, con suo figlio Ashton- disse lui con le lacrime agli occhi dalle risate. C'era poco da ridere.
-Marie Irwin è morta subito dopo aver dato alla luce Ashton.. lui ha creduto per anni che i suoi genitori fossero morti in un incidente stradale... la zia prese la custodia ma quando si stufò lo sbatté in orfanotrofio!!- sbraitai irritata.
-C-cosa?..- balbettò. -È impossibile.. Marie mi ha detto che..-
-L-lei è viva?- domandai stupefatta.
-Ma certo..-
-Non ci credo...- soffiai incredula. Marie era viva.. aveva abbandonato suo figlio? Perché sul certificato era scritto che era morta? Era stato falsificato?
Era per questa Marie che ogni sera tornava in ritardo? Che faceva lunghi viaggi a.... Sidney.-
-Andavi da lei. Ci vai ancora!- strillai con le lacrime agli occhi. -E Ashton?! Come hai fatto a non accorgerti che non era con lei?-
-Marie mi ha sempre detto che era lui che non voleva conoscermi... perciò non ho insistito, non sono stato un buon padre per lui- sembrava triste ma non mi sarei bevuta un'altra bugia come quella.
-Ashton ora è qui a Melbourne ed è un fotomodello famoso!!- sbottai come se quelle informazioni avessero il potere di ferirlo e di fargli capire cosa aveva perso, cosa aveva lasciato.
-Mi dispiace, Summer, ma io non pensavo..-
-Risparmia la fatica, non sono dell'umore adatto di sentire altro- asserii alzandomi e chiudendo la porta dietro di me.
Filai in camera di corsa, le lacrime che stavano venendo lentamente sostituite dalla rabbia. Mio padre amava un'altra donna, e da quanto avevo capito mia madre lo sapeva perfettamente. Avrei dovuto accorgermene dal suo sguardo perso ogni sera, dalle lacrime che spesso sgorgavano dagli occhi a causa della distanza di papà.
Era quello il mio problema: in quei anni avevo sempre e solo pensato a me stessa, ero così egoista da non interessarmi agli altri ed estraniarmi dal mondo circostante.
Afferrai il cellulare e chiamai Lily, sperando rispondesse presto.
-Pronto?- chiese dopo pochi squilli.
-C'è ancora posto per me stasera?- domandai speranzosa.
-Certo, bellezza-
Sorrisi. Avevo davvero bisogno di pensare ad altro ed essere una normale ragazza diciottenne.

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora