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Le lancette dell'orologio procedevano lente e cadenzate, prendendomi in giro riguardo alla mia imbarazzante e scomoda situazione: quattro ragazzi depravati e pervertiti, una "amica" che non faceva altro che strusciarsi contro i jeans di capelli verdi, un cameriere scocciato e impaziente, in un luogo caotico e puzzolente grazie a queste presenze maschili, e infine io, in mezzo a quella massa di svitati con gravi problemi di autocontrollo e serietà.

-Vado in bagno.- biascicai.
Come se mi ascoltassero.

Cercai il bagno, e quando lo trovai ci restai di sasso.

Un.

Bagno.

UNO.
Ma la differenza di sesso non esiste al giorno d'oggi?

Mi accontentai e mi avvicinai al rubinetto, lindo e profumato.
Almeno qualcosa di decente esiste qui dentro.

Sbuffai, ripensando alla mia sfortuna e ad un'eventuale via di fuga. Oltre alla piccola finestra del bagno, escludendo l'ingresso dato che mi avrebbero sicuramente beccata, ed evitando deliberatamente lo scarico del corpo nel gabinetto... già, ero fregata. Impegnata a sciacquarmi il polso sporco di birra e patatine non notai dallo specchio la figura che mi avrebbe raggiunta in poco tempo.

-Buh!-

Sobbalzai e mi ritrovai la schiena a contatto con un petto caldo e muscoloso. Alzai lo sguardo, incontrando i suoi occhi riflessi nello specchio lindo.

-Come stai?- sorrise, mostrando le sue adorabili fossette che tanto invidiavo.

-Normale.- sbuffai tornando a lavarmi le mani e ignorando la nostra eccessiva vicinanza. Mi strinse più forte e io tentai di spostarlo, invano. Lui afferrò il mio braccio, trascinandomi dentro uno dei bagni e chiudendo la porta dietro di sé.. Ebbi paura in quel momento. Strabuzzai gli occhi, ma il suo sorriso mi rilassò. -Non pensare male, Summer, devo solo parlarti..-

-Qui?- domandai.

-Ho bisogno di privacy con te.-

I nostri occhi rimasero per un lungo lasso di tempo uniti, distanziati solo dall'aria e dal profumo di rosa del sapone liquido per le mani.

Eravamo più simili di quanto immaginassi.

Abbassò lo sguardo e afferrò delicatamente le mie mani, con una dolcezza non adatta al luogo e alla situazione. Ero stupita e confusa.

-Ash..- soffiai incerta su come proseguire.

-Summer, non dovrei farlo ma non posso vederti soffrire senza che tu abbia risposte..- balbettò.
Risposte? Forse riuscirò a ricavarle da lui, in qualche modo...

-Non posso dire nulla di troppo.- continuò. -Volevo solo scusarmi.-

Corrugai le sopracciglia. -Per cosa?- sussurrai.

-Per ciò che ti farò.- rispose impassibile.

Fece per aprire la porta, ma io lo fermai e lo ricondussi indietro, nel nostro piccolo spazio, quello spazio al tempo stesso soffocante e rassicurante.

-Cosa mi farai, Ashton?-

Lui si avvicinò lentamente al mio volto, sfiorandomi la gote in fiamme. -Sta' lontana da noi, Summer King, non voglio che tu sia una nuova preda.-

-Di che par..- il suo movimento fu così veloce che non ebbi il tempo di pensarci. Le sue labbra sfiorarono le mie in un leggero tocco, senza esitazioni o dubbi. Semplicemente un casto bacio, che mi offuscò la mente.

-Fidati di me. Allontanati da noi.- mormorò fissandomi intensamente. -So che vuoi risposte, lo vedo da come ci osservi, ma ho paura, Summer..-

-Di cosa?-

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora