Odiavo l'Astronomia.
Odiavo le Stelle, i Pianeti, l'Universo.
Odiavo i Satelliti, le Meteore, le Comete.
Odiavo l'Astronomia e tutti i suoi componenti.
Ma la cosa che più odiavo era il cielo, che continuava a perseguitarmi senza sosta.
Di giorno pareva il colore dei suoi occhi.
Di notte il colore della sua anima.
Alzai gli occhi dal libro di scienze, intontita per le mille informazioni a mio parere inutili.
Forse l'unica cosa che potevo accettare era la Terra. La nostra Casa. Poi basta.
Richiusi il libro cercando di non stropicciare le orecchie che avevo involontariamente formato sulle pagine nuove e profumate, finii qualche esercizio di geometria dopo mi stesi sul letto e chiusi gli occhi. Ero stanchissima. Come se quasi volesse prendermi in giro il mio cellulare trillò pochi secondi prima del mio accennato sonno e quando lo afferrai, lanciai una maledizione a chiunque fosse l'artefice del mio quasi-risveglio.
-Pronto?- dissi con voce impastata, cercando di sembrare più seccata possibile.
-Ciao, bambina.-
Spalancai gli occhi. Rimasi in silenzio per qualche secondo, incapace di trovare le parole adatte, fino a quando la sua voce attraversò il cellulare, il mio orecchio, il mio timpano, per arrivare infine al mio confuso cervello.
-"Oh, ciao Lukey, che bello sentirti!"- mi prese in giro imitando una vocina affatto mia.
-Lukey?- mi scappò una risatina, che non lo colse di sorpresa.
-Si, bambina, le ragazze mi chiamano sempre così quando.. Be', sei così intelligente che avrai già capito.-
Roteai gli occhi, facendo una smorfia di disgusto.
-Grazie per il complimento, ma ora sto studiando...- proferii per chiudere la conversazione, ma lui mi pregò di rimanere.
-Sei più carino quando mi supplichi. Dovresti farlo più spesso.- lo stuzzicai. Nemmeno questa volta lo lasciai di stucco.
-"Carino" non si trova nel mio vocabolario, mi dispiace.-
-Sono sicura che ne possiedi uno vecchio e ingiallito.-
-Sei insopportabile.- disse dopo un po'.
-Ehi...- mormorai. -Come ti pare.-
Staccai la chiamata e rimasi a fissare lo schermo nero del cellulare.
Mi richiamò, ma io non risposi. Dovevo ammettere che mi aveva infastidito il suo commento sgarbato e, nonostante non me la prendessi mai per così poco, non lo sopportavo: era così sfacciato, così maledettamente attraente.
Alla quarta chiamata decisi di rispondere, in fondo non ero di certo una bambina io.
-Ci tieni proprio tanto eh?- dissi subito.
Non rispose. Lo avevo colpito.
Schioccò le labbra – immaginai il movimento del suo piercing estremamente sexy – per negare e cambiò argomento. -Sei libera stasera?-
-No.-
-Non ci hai nemmeno pensato.- controbatté.
Lasciai che scorressero cinque secondi, per poi rispondere -Ora sì.-
Rise lievemente. -Non eri così scontrosa alla spiaggia.-
Non ci misi molto a trovare una risposta adatta. -Non eri così stronzo alla spiaggia.- Mai colta alla sprovvista. Sorrisi soddisfatta.

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Astronomy {L.H.}
FanfictionC'era una linea sottile tra l'amore e l'odio, tra l'attrazione fisica ed emotiva, così fine che non mi ero nemmeno accorta di averla spezzata la prima volta che lo vidi.