38. Truth

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Spazio Autrice

Ringrazio di cuore le mie amiche Chiara, Giorgia e Letizia, le quali ci sono sempre e aggiorno così presto proprio per loro. Grazie per oggi! :)

Buona lettura a tutti ;)

CrystalScar23



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Nonostante non ci fosse traffico e il tempo era bello e soleggiato, ero ansiosa. Avevo provato a richiamare Ashton ma rispose la stupida segreteria, perciò avevo messo la marcia diretta alla casa dei ragazzi sperando si trovasse lì. Non seppi il motivo della mia forte preoccupazione ma c'era qualcosa in me che doveva essere sicura che stesse bene.

Quando parcheggiai scesi dall'auto e la chiusi con la chiave. Sembrava tutto normale, fuori.

Suonai al campanello per ben tre volte, ma nessuno mi volle aprire; decisi così di passare dal retro e fortunatamente trovai la porta aperta. La cucina era pulita e ordinata come sempre, e solo quando mi trovai in salotto notai una figura muoversi.

Mi nascosi dietro alla colonna, ma quando la distinsi mi tranquillizzai.

Era la cameriera e, anche se non l'avevo mai vista, la riconobbi dalla sua tenuta linda e profumata. Ascoltava la musica con le cuffie, perciò mi spiegai il fatto che nessuno mi avesse aperto la porta. Le sfiorai la spalla, facendola sobbalzare.

-Scusi, non volevo spaventarla...- dissi con un sorriso cordiale.

-Oh, si figuri.. Lei è.. Summer?-

-Mmh sì. Come conosce il mio nome?- domandai curiosa.

Lei si sistemò una ciocca grigia dietro all'orecchio. -Il signorino Hemmings parla tanto di lei...-

Mi si mozzò il respiro al suono del suo nome.

Ero ancora sconvolta per ciò che mi aveva fatto, ma in quel momento mi focalizzai sulla mia preoccupazione per Ashton.

-Ashton è su?-

-Sì, è rimasto a casa perché non si sentiva molto bene- spiegò.

-Oh, vado a vedere come sta, se per lei va bene-

-Certo, è stato un piacere conoscerla. Puoi chiamarmi Jeanine-

-Il piacere è tutto mio- la salutai con una stretta di mano, per poi salire le scale e raggiungere la stanza di Ashton.

Non ci ero mai entrata.

Presi un respiro prima di bussare qualche volta.

-Ashton, sono Summer- proferii per farmi riconoscere.

Nessuna risposta.

Alzai gli occhi al cielo, prima di aprire la porta ed entrare senza il permesso.

La sua figura era seduta su una sedia, accanto alla finestra, ed era chino su un foglio che teneva in mano; i suoi ricci spettinati gli ricadevano sugli occhi ma non se ne importò di scostarli.

-Ash..- mi avvicinai lentamente, quando di colpo si alzò e iniettò i suoi occhi cerchiati di rosso nei miei. -Ash..- soffiai, incapace di dire nulla. Sembrava.. distrutto. -Cosa succede?- domandai allungando una mano per sfiorargli il braccio, ma lui si scostò e camminò avanti e indietro.

-Mi hai fatta preoccup-

-Non dovevi venire, cazzo- mormorò incazzato. -Chi cazzo ti ha detto di venire qui?-

Fu come uno schiaffo in pieno viso.

-Cosa ti ho fatto adesso, me lo vuoi spiegare?- strillai per sovrastare la sua rabbia.

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora