35. Sister

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Non riuscii ad addormentarmi.
Forse era per l'accumulo di novità che vi erano state in quella giornata, forse era per la vicinanza di Luke, non lo sapevo.
Sta' di fatto che ero nervosa, così mi alzai lentamente dal letto e afferrai una felpa di Luke che aveva trovato nella sua auto poche ore prima. Inspirai il suo profumo mentre aprivo il piccolo balconcino ed uscivo, alzando lo sguardo per guardare le stelle. Erano moltissime, ma tutte belle e splendenti.
Ricordai un vecchio mito che avevo letto sugli dei, i quali regalarono a una ninfa che era stata trasformata in un orsa la possibilità di sostare nel cielo sotto forma di costellazione.
Chissà se dopo la morte saremo diventati tutti delle stelle.
-Amore..- sussultai, ma quando sentii la sua stretta forte sul mio fragile corpo mi tranquillizzai. -Mi dispiace per prima, ma quel film è stato davvero.. deprimente- soffocai una risata. -Non voglio succeda anche a noi la stessa cosa. Non voglio mai lasciarti, bambina, mai.-
Chiusi gli occhi, assaporando quelle lente e dolci parole.
-Odio litigare con te; tu sei così ostinata e testarda, ed è difficile farmi perdonare. Non mi era mai successo, perché tutte tornavano per necessità... invece, tu.. sei la mia vera e propria sfida, la quale vincerò per te, bambina- sussurrò succhiando sensualmente la pelle del mio collo.
-Anche io odio litigare con te, ma promettimi che non succederà più-
-Te lo prometto- disse facendomi voltare e avvolgendomi in un dolce abbraccio.
-Come mai ti sei svegliato?- domandai sul tessuto della sua maglietta.
-Perché non c'eri- mormorò fra i miei capelli.
Cosa sono per te, Luke?
-Mmh- dissi soltanto.
-Mmh?- chiese con un sorriso.
-Forse "Mmh" sarà il nostro sempre!?- scherzai tirando la maglietta per farlo abbassare alla mia altezza.
-Mmh- mugugnò, prima di baciarmi sotto la luce di infinite stelle.

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La sveglia trillò alle 5:00.
-Mmmh, spegni quella cosa!- mugugnò Luke mettendosi le mani sul viso.
-Devo andare a correre- mi giustificai con un sorriso debole, anche se non poteva vederlo.
-Resta con me- chiese aprendo gli occhi, così alzai gli occhi al cielo e mi rimisi a letto, osservandolo.
-Grazie- mormorò incrociando i miei occhi. Il suo azzurro era molto più chiaro del solito, era quel cielo limpido che amavo follemente. Scossi la testa, sporgendomi per baciarlo; inizialmente fu un leggero bacio a stampo, ma quando lui incollò nuovamente le nostre labbra percepimmo entrambi l'attrazione l'uno dall'altra. Afferrai alcuni suoi ciuffi disordinati e li tirai dolcemente verso di me, facendolo gemere nella mia bocca; la sua mano sfiorò la pelle del mio fianco, mandandomi scosse e brividi dei quali anche lui si accorse. Era tutto così perfetto, così surreale. Era tutto cambiato, io ero cambiata e anche lui, anche se non lo ammise era cambiato. Era più dolce, più sincero, più in pace con se stesso, e non sempre in battaglia per una vittoria contro sé stesso; doveva capire che era una persona amata, ma non dalle fan o dai giornalisti, amato per ciò che era dentro, ciò che diceva, pensava, ciò che adorava e che contemplava.
Io, d'altro canto, ero diventata più sciolta, più una ragazza normale, più libera.
Ero semplicemente innamorata di lui.
-Summer!- chiamò la voce di mia sorella fuori dalla porta. -Summer? Sei sveglia?-
Per un attimo pensai di non rispondere, ma il senso di colpa mi avrebbe divorata.
-Sì, Is, cosa c'è?- domandai alzandomi dal letto e aprendo la porta.
-Summer, non mi sento molto bene..- non fece per finire la frase che perse i sensi, crollando a terra se non l'avessi afferrata subito dalla vita.
-Isabelle!- urlai scrollandole le spalle. Luke mi raggiunse in un attimo e lo sentii chiamare l'ambulanza, la quale arrivò dopo pochi minuti.

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I miei, come immaginavo, lavoravano ed erano irraggiungibili. Imprecai contro il telefono e ricominciai a camminare avanti e indietro nella sala d'attesa.
-Bambina, siediti- mormorò Luke quando tornò dalle macchinette con due cappuccini caldi. Obbedii ed evitai di ringraziarlo per non far trapelare le lacrime che minacciavano di scendere.
-Starà bene, stai tranquilla- mi cinse le spalle con un braccio e affondai la testa nell'incavo del suo collo, stringendo gli occhi.
-Sono una sorella di merda- sussurrai singhiozzando.
-Non sei una sorella di merda, sei solo una sorella maggiore, bambina- mi cullò fra le sue braccia.
-Io non la odio davvero..- tirai su col naso. -Glielo dico, ma non è vero...- balbettai fra i singhiozzi. -E se non ce la fa?- domandai disperata.
Mi prese il volto tra le mani, scrutandomi attentamente. -Ti prometto che ce la farà, scommetto che non è nulla di grave.- disse serio.
Nonostante lui non potesse combattere col destino mi sentii più tranquilla e chiusi gli occhi sul suo petto caldo. -Grazie, per esserci- mormorai sincera.
-Ci sarò sempre- pronunciò lentamente. -Ricordatelo, prometti di non dimenticarlo mai. Ci sarò sempre, bambina- notai la tristezza nel suo tono di voce.
-Te lo prometto-

Astronomy {L.H.}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora