Eren arriva al locale dieci minuti prima, per avere l'opportunità di vedere Armin prima del loro debutto.
Ha tentato di vestirsi al meglio, ma a causa del suo scarso senso dello stile ha potuto optare per una a felpa verde scuro e un paio di jeans. Si chiede come si sia vestito Armin.
La prima cosa che nota appena mette piede, è la tensione di tutti. Ed è comprensibile essere agitati alla prima serata di debutto.
"sei in anticipo!" esclama Mikasa accogliendo Eren con un sorriso caloroso. Temeva che il troppo studio, gli avrebbe fatto dimenticare la grande serata.
"sei favolosa!" esclama Eren sincero guardando il suo outfit che sfoggia con grande orgoglio:indossa un pantalone largo, nero e a vita alta. Una cintura sulla vita. Un top in maglia con spalle scoperte color bordò. E ai piedi dei tacchi neri. I capelli perfettamente piastrati, se non fosse per quella ciocca ribelle sulla sua fronte. Non ha un filo di trucco e tra le mani regge un blocco note.
"lo so" dichiara Mikasa che ha impiegato più tempo per l'outfit che per la serata da organizzare. Eren accenna una risatina.
"i ragazzi sono nervosi, è meglio se vai a salutarli" dice indicando la band attorno ad un tavolino, per poi andare a cercare lo zio Levi. Eren fa come consigliato e si avvicina ai ragazzi.
"buonasera!" esclama per attirare la loro attenzione.
"Eren!" esclama Armin felice che sia arrivato in anticipo. Eren accenna un timido sorriso e nota il cibo sul tavolino.
"ansia da prestazione?" chiede retorico indicando la loro cena, basata su patatine fritte e bevande.
"abbiamo bisogno di energie!" esclama Sasha dimenticando di masticare le numerose patatine che ha in bocca. Eren annuisce, ammette di avere una leggera fame.
Mentre mangiano ne approfitta per dare uno sguardo sui loro outfit:il primo è Jean che indossa una felpa rossa, un pantalone nero con una cintura alla vita e sul collo una collana d'argento...gli ricorda un po' l'outfit di Mikasa.
Sasha indossa una salopette di jeans, sotto un maglione color bianco e delle scarpe del medesimo colore. Nessun accessorio o trucco, ma ha la solita coda di cavallo che le mette in risalto il viso.
Connie indossa un jeans nero strappato sulle ginocchia, una maglia a maniche corte grigia e sopra una giacca a quadri rossa e blu. Converse ai piedi e un berretto grigio in testa.
Armin, che ha lasciato volontariamente per ultimo, indossa una polo bianca ma coperta dalla felpa color beige (la polo si nota solo dal colletto). Un jeans chiaro e sulle caviglie i risvoltini. Lo smalto dello stesso colore nero e la matita nera sotto gli occhi, che mettono ancora più in risalto il magnifico colore dei suoi occhi.
"hai fame?" chiede Armin porgendogli il suo contenitore, ha lasciato una dozzina di patatine e un po' di maionese. Eren lo prende, lo ringrazia e mangia insieme agli altri.
"è la prima volta che vi esibite in pubblico?" chiede Eren curioso. Ora che ci pensa non sa ancora nulla della band:né quando nacque, né perché nacque. Solo il nome.
"in realtà no, direi la seconda volta" risponde Jean pensandoci meglio, guarda gli altri per avere una conferma.
"esatto! La prima volta che ci siamo esibiti fu all'ultimo anno di scuola, per la festa di fine anno" spiega Sasha sorseggiando un bicchiere di birra, ma la schiuma le finisce tutta sulle labbra dandole un'aria da bambina.
"durammo a malapena due minuti" ribatte Connie accennando una risata, al ricordo della loro pessima esibizione.
"come mai?" chiede Eren masticando una patatina. Se è un ricordo divertente ne vuole essere partecipe!
"partiamo dalla caduta di Jean!" esclama Armin che aspettava solo quella domanda, per avere l'opportunità di mettere in ridicolo il suo migliore amico. Connie scoppia a ridere, ricordando ogni particolare della scena. Jean chiamato in causa si imbarazza e guarda male i tre.
"Jean voleva fare tutto il figo mentre saliva sul palcoscenico, ma finì per inciampare e cadere sulle scale davanti a tutta la scuola" spiega Sasha guardando Eren con aria confusa. Fortunatamente per Jean, nessuno dei presenti stava ancora registrando l'esibizione.
"non volevo fare il figo!" ribatte Jean, mentendo. Non ammetterà mai che voleva far colpo sulla sua vecchia cotta del liceo, noto come Marco Bodt.
Eren ridacchia tentando di immaginarsi la scena in mente, ma gli risulta difficile fantasticare su un Jean vanitoso che finisce a terra.
"poi le corde di Connie si ruppero e per poco non scoppiava a piangere!" continua Armin ricordando che dopo nemmeno trenta secondi già avevano grosse difficoltà. Pensare che il loro obiettivo era di uscire col botto dal liceo...
"solo perché il negozio di famiglia del famoso Marco Bodt vendeva corde per chitarre, corde scadenti!" esclama Connie sottolineando l'ultimo aggettivo. Ricorda di come Jean insistette per comprarle proprio lì e avere l'opportunità di parlare col ragazzo lentigginoso. L'aveva accompagnato pensando fosse una buona idea e che delle corde in più non gustano mai. Tuttavia quando palpò tra le proprie dite quelle corde, capì che c'era qualcosa di sbagliato.
"non nominarlo che ci ho messo una vita per dimenticarmi di lui!" esclama Jean ricordando il rifiuto di Marco quando si dichiarò dopo tre, maledetti anni.
"Marco?" domanda Eren in un sussurro, sperando di non aver provocato un litigio.
"la ex cotta di Jean" sussurra Armin in risposta. Eren annuisce capendo.
"per pensare alla crisi di Connie, mi scivolò dalle mani una bacchetta" continua Sasha ricordando che a suonare era rimasto solo Jean, ma pochi secondi dopo si fermò anche lui.
"rimase solo Armin a cantare:quel giorno tutti lo ricordano per la sua voce, dimenticando i nostri incidenti di percorso! Ci ha letteralmente salvati!" esclama Connie che è ancora grato ad Armin per non essersi fermato, permettendo al pubblico di distrarsi.
Armin pensa che non sia stato nulla di ché, abituato ad immergersi completamente nella musica dimenticando ciò che c'è attorno. Quel giorno avrebbe continuato a cantare, anche con un terremoto.
"ma stavolta non rimarremo indietro:siamo tutti migliorati e finiremo insieme!" esclama Jean motivando tutti, persino Eren che per supporto batte le mani. Sasha e Connie cacciano un urlo entusiasti e gli occhi di Armin si illuminano, riacquistando la luce che aveva perso.
"direi che tra poco è il momento, Eren vieni con noi?" chiede Jean guardando il loro ufficiale manager, ma vorrebbe ringraziarlo. Eren sta per annuire, ma Armin attira la sua attenzione tirando la manica della sua felpa.
"prima posso parlarti?" chiede il biondo guardando il moro con aria nervosa. Odia sentire i battiti del suo cuore accelerare quando Eren annuisce con un sorriso dolce.
Jean li lascia soli e i due rimangono al tavolo pieno di avanzi.
"so che dovresti venire con noi dietro le quinte, in quanto manager...ma volevo chiederti di rimanere tra il pubblico, almeno per la prima canzone" spiega Armin abbassando lo sguardo sulla mano di Eren lungo il fianco, chissà se un giorno gliela stringerà.
"certo, non è un problema. Ma perché?" chiede confuso. Armin avrebbe voluto evitare quella domanda, ma rialza lo sguardo sospirando.
Apre le labbra pronunciando quella frase, ma la sua voce trema. Deglutisce quasi implorando che non lo prenda per un disperato.
"voglio vederti mentre canto"
Eren sussulta, ancora confuso. Ma i occhi verdi incrociano quelli azzurri di Armin è convinto che capirà solo quando si esibirà. Le guance di Armin si tingono di un rosso accesso quando lascia la presa dalla sua felpa, non vuole ammettere a sé stesso cosa sta succedendo.
Si guardando per alcuni secondi, che sembrano ore, senza stancarsi:Eren che cerca tra i suoi occhi un accenno di qualche emozione o risposta, ma ha la sensazione di essere finito in un vicolo cieco. Armin che prova a convincersi che il piacevole formicolio allo stomaco sia solo ansia da prestazione, mentre guarda quei occhi verdi così diversi dai suoi.
Non riescono ad udire i rumori esterni attorno a loro, immersi negli occhi altrui e pieni di domande senza risposta. Non sentono nemmeno Mikasa richiamare Armin, annunciando l'inizio della serata.
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the band//eremin
Fanfictiondove Eren, un semplice studente universitario bisognoso di un lavoro part-time per mantenere la propria indipendenza, partecipa ad un colloquio come manager per una bizzarra - Quadro di Ron Hicks, senza titolo.