È una splendida giornata per essere novembre:è soleggiato, c'è una leggera brezza che regala un tempo né caldo né freddo. Molte persone ne hanno approfittato per fare una passeggiata sulla spiaggia o per pescare.
Armin accenna un sorriso:il suono delle onde che si infrangono sulla riva, il clima mite e le persone che staccano dalla rumorosa vita di città per rilassarsi sulla spiaggia gli trasmettono un senso di pace interiore.
"quando ero bambino guardavo spesso un cartone animato alla tv:si chiamava Avatar, The Last Airbender. Lo guardavo con mio padre" dice non guardando Eren seduto al suo fianco, ma sente che sussulta sorpreso. Probabilmente lo conosce anche lui.
"in questa storia la popolazione è divisa in quattro nazioni corrispondenti ai quattro elementi:acqua, terra, fuoco e aria. È compito del Avatar riappacificare le quattro nazioni, in guerra da un secolo, grazie alla sua abilità di padroneggiare tutti e quattro gli elementi" spiega e Eren capisce perché il nome della band e il loro significato, gli suonava così familiare.
"quando dovevamo scegliere il nome della band, mi trovai in difficoltà. Chiesi aiuto anche a mio padre e la prima cosa che mi disse fu 'Avatar'. Mi spiegò la sua idea sui quattro elementi e che guardandomi chiunque poteva capire che ero l'elemento dell'acqua. Quando lo proposi ai ragazzi ero un po' titubante, ma al contrario delle mie aspettative, ne furono entusiasti" i tre ragazzi ancora credono che sia stata una sua idea, Armin non l'ha mai rilevato.
"lo guardavo anche io" mormora Eren tentando di ammazzare l'ansia di Armin. È ci riesce, leggermente, poiché Armin accenna un sorriso.
"ho sempre visto mio padre come il mio eroe:è stato il primo a supportarmi col mio sogno, ha dato il nome alla band, mi ha dato le chiavi del teatro solo per farci provare, ha convinto mia madre titubante riguardo il mio sogno...si era addirittura proposto di farci da manager e aiutarci" spiega ricordando che i ragazzi erano d'accordo all'idea di avere una manager e lo sarebbe anche diventato se la malattia della madre non li avesse preceduti.
"prima del tuo colloquio, odiavo l'idea di avere una manager...perché mi avrebbe ricordato quello che lui non è potuto diventare a causa dell'alcolismo"
"quindi anche io..." sussurra Eren e Armin annuisce accennando un sorriso per confortarlo.
"è okay:alla fine ti ho promosso io, ricordi?"
Eren annuisce e continua a farlo parlare:ma chissà quante volte Armin si è fermato durante il lavoro, lo guardava e si ricordava che il posto doveva essere del padre.
"mia madre aveva una malattia che la costrinse a stare rinchiusa in ospedale per un intero anno. Quando morì fui più sollevato che triste:sapevo quanto odiasse quel posto piccolo e bianco, quanto soffrisse sia fisicamente sia mentalmente perché non poteva uscire e tornare alla sua vita normale" spiega abbassando lo sguardo e ricordando quanto fosse difficile illudere la madre che ne sarebbe uscita presto, mentre i risultati delle analisi erano sempre più mediocri.
"anche tu odi gli spazi chiusi e ti innervosci quando non esci" borbotta Eren capendo perché odiasse così tanto l'edificio del concorso:in qualche modo gli ricordava la routine all'ospedale. Armin lo guarda sorpreso per qualche secondo, per poi abbassare di nuovo lo sguardo e annuire:non si aspettava che Eren lo capisse.
"mio padre iniziò a bere per il lutto. Perse il lavoro e dovetti sostituirlo. Tutto il giorno beveva fino a quando non sveniva sfinito. Non mangiava per bere, la sua pelle divenne di un colore giallastro. A volte mi soffermavo a guardarlo e mi chiedevo dove fosse finito il mio eroe" si porta le gambe al petto e guarda il mare con occhi tristi. Divenne un nuovo loop di frustrazione e dolore che tentava di sopportare, pregando che fosse abbastanza.
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the band//eremin
Fanfictiondove Eren, un semplice studente universitario bisognoso di un lavoro part-time per mantenere la propria indipendenza, partecipa ad un colloquio come manager per una bizzarra - Quadro di Ron Hicks, senza titolo.