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Dio, quanto è felice!

È così felice che per poco il cuore non esce dal petto e non fa cadere il mazzo di crisantemi dalle mani.

Forse dovrebbe tenere un po' a bada la sua incontrollata gioia, poiché il cimitero non è certo il luogo più felice della terra.

Ma proprio non ci riesce e non vuole nemmeno.

Appena arriva sulla tomba della famiglia Arlert china il capo, poggia il mazzo di crisantemi e accende una candela.

"scusate se sono tornato solo ora:ma ho una notizia da darvi!" esclama Armin sorridendo. Più ci pensa, più il cuore gli batte velocemente. Ma deve trattenere l'impulso di dirlo a tutti e svelare il loro piccolo segreto.

Il giorno dopo la cena a casa Jeager, Armin tornò sulle tombe dei suoi genitori:era terrorizzato di rileggere la data della loro morte sulle lastre di ferro, come se non fossero già incise nella sua mente. Lo accompagnò Eren.

Quando tornò fu peggio di quanto avesse immaginato:su entrambe le tombe non c'erano traccia di fiori o candele, solo polvere. Nemmeno il custode in tre anni badò a curare le loro tombe, come se non valessero niente.

Scoppiò in lacrime e si chiese se davvero meritasse il perdono di tutti, se poi ricadeva sugli stessi errori. Nemmeno Eren riuscì a tranquillizzarlo con un abbraccio.

Quell'episodio turbò particolarmente Armin che tornò nel vecchio gruppo degli A. A. e si sfogò, trattenendo con fatica le lacrime.

Parlò di come si sentisse uno schifo sia come figlio sia come persona, per aver abbandonato i loro sepolcri per ben tre anni, incolpò sé stesso e la sua dipendenza per essere un codardo.

Erwin gli consigliò di procedere per gradi, curare entrambe le tombe un passo alla volta:magari un giorno si sarebbe dedicato a spolverare l'ambiente attorno, un altro giorno avrebbe comprato delle candele, e ancora un altro giorno le avrebbe decorate con dei vasi di fiori. Col tempo e la pazienza, sarebbero tornate come nuove.

Armin seguì con ordine i suoi consigli, prolungando il suo soggiorno di qualche settimana. Passando molto tempo lì, prese l'abitudine di comversare sentendosi in dovere di tenerli aggiornati sulla sua vita. Gli piaceva credere che lo ascoltassero ogni volta.

Quando il suo lavoro terminò, promise ai due che sarebbe tornato almeno una volta alla settimana:sapeva che per la loro cura servisse anche costanza e impegno.

A volte non riuscì a mantenere la promessa per impegni di lavoro, ma quando poteva tornare si intratteneva più tempo scusandosi per il ritardo, tenendoli aggiornati sulle novità e cambiando i fiori marci con altri freschi.

Anche oggi, fu uno di quei giorni.

Prende il vecchio mazzo di fiori ormai marciti e morti per gettarli nel cestino dell'immondizia lì affianco. Pensa che dovrebbe comprare nuove candele, poiché questa che ha appena acceso era l'ultima.

"mi sono sposato!" esclama mostrando la fede color bronzo sul medio sull'anulare sinistro, lo stesso anello che ha portato al collo per anni. È così felice di poterlo dire ad alta voce e di potersene vantare!

Il suo sogno di sposare Eren si è finalmente realizzato!

Si siede di fronte ai due, com'è suo solito fare fregandosene di sporcarsi con la terra, e inizia a raccontare.

Successe con precisione tre giorni fa, domenica:fu una giornata soleggiata, con una piacevole brezza che rinfrescava tutti. Le colombe liberate volavano alte nel cielo, come i petali di gigli bianchi lanciati fuori al Comune.

the band//ereminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora