Armin è consapevole che rimanere sotto il futon tutto il giorno, senza mangiare o andare in bagno, non risolverà magicamente la situazione. È consapevole che rimanere incatenato al suo dolore, non lo aiuterà a superarlo.
Non sa con precisione che ore siano, ma dal cibo che Connie gli ha lasciato davanti alla porta ipotizza che sia l'una.
Non ha fame, piuttosto vorrebbe qualcosa di alcolico. Ma ha tre ostacoli:non può bere, dovrebbe uscire per comparsela perché in questa struttura non ne hanno, i ragazzi lo impedirebbero.
Ricorda che l'anno precedente passò questa giornata a scolarsi le provviste di Historia e addormentarsi sul bancone della cucina dopo aver rotto qualche bottiglia dalla frustrazione.
L'alcolismo non era solo un modo per dimenticare l'accaduto, ma anche per non affrontare i suoi sentimenti contrastanti e poter dormire quando di notte non ci riusciva.
Iniziò a diventare tutto più difficile, con la sobrietà:quando si sommarono insensibilità, difficoltà ad evocare ricordi positivi, rabbia per la perdita, sentimenti di colpa, difficoltà a confidarsi, percezione di solitudine, sentimenti di vuoto, difficoltà a perseguire i propri interessi e la dipendenza d'alcol.
Se ci pensa, ha iniziato a bere per capire come si sentisse il padre e in poco tempo stava per fare la sua fine.
Si rese conto di aver perso il controllo, quando si svegliava nudo in stanze da letto sconosciute con una persona altrettanto nuda al suo fianco. Aveva solo qualche spezzone della serata precedente e appena sveglio le sue avventure di una notte gli chiedevano di andarsene e chiudere la porta.
Vide il sesso non più come la fusione di due corpi, ma solo come una cosa sporca e squallida che la si fa nel momento sbagliato, con la persona sbagliata senza esserne convinti. Un mezzo per provare piacere sfruttando altre persone e odia ammettere di averlo fatto lui stesso molte volte.
Prova disgusto per il sesso, ne ha una visione distorta e perciò preferisce non macchiare il suo rapporto con Eren. Forse in futuro cambierà idea.
Si chiede cosa gli sarebbe successo, che tipo di persona sarebbe oggi se suo padre fosse ancora vivo.
A interrompere la sua autocommiserazione è il rumore della porta che si apre.
"potete lasciarmi solo?" chiede Armin convinto che siano i tre ragazzi.
"che gradita accoglienza per uno che ha fatto due ore di viaggio solo per rivedere il suo cantante" dichiara Eren in tono sarcastico. Deve trovare un posto dove nascondere non solo il suo regalo, ma anche quello di Mikasa, Historia, Ymir, Levi e Erwin. Per cosa l'hanno scambiato? Un corriere?!
Armin si alza di poco per guardare Eren trascinare una valigia un po' troppo pesante per essere mancato un giorno.
"come va? Hai mangiato?" chiede nonostante sappia già le risposte:i ragazzi l'hanno messo al corrente e c'è il piatto ancora pieno davanti alla porta.
"non mi va" dice stroppiacciando gli occhi. Eren prende il piatto di pasta e glielo mette sulle gambe, accarezzando i suoi capelli arruffati.
La nausea ancora non gli è passata e il cibo non aiuta.
"è okay se ti senti giù oggi e vuoi stare solo" dice Eren pensando che non voglia la sua compagnia, contando che ha cacciato i ragazzi. Vuole almeno assicurarsi che abbia qualcosa sotto i denti.
Armin rialza lo sguardo sul moro e scuote il capo.
"se vuoi, tu puoi rimanere" mormora capendo che i ragazzi l'hanno informato e non sa se esserne infastidito o meno. Eren annuisce e gli allontana il piatto dopo la sua smorfia di disgusto.
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the band//eremin
Fanfictiondove Eren, un semplice studente universitario bisognoso di un lavoro part-time per mantenere la propria indipendenza, partecipa ad un colloquio come manager per una bizzarra - Quadro di Ron Hicks, senza titolo.