Capitolo 25 - Ma dov'eri finito?!

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Pov Yoongi

Stavo attraversando la strada correndo quando mi sentii chiamare. In qualche modo ero riuscito ad arrivare in città in meno di un'ora.

"Hey, tu laggiù!" mi girai di scatto.

Un ragazzo sicuramente più alto di me, con maglietta e jeans strappati, e un paio di enormi cuffie attorno al collo mi stava squadrando da testa a piedi. "Sei molto carina lo sai? Come ti chiami piccola?".

Che. Rottura. Di. Coglioni.

Alterai la mia voce per farla sembrare più femminile. "Ciao, sono Yoonji~" poi tornai al mio solito tono. "Pensavi che ti avrei risposto così? Vaffanculo idiota" sputai. Dopodiché me ne andai, lasciandolo lì a bocca aperta. Ma guarda te che deficiente, proprio io dovevo trovarlo.

"Hey, aspetta!". Proseguii dritto.

"Fermati!" mi chiamò di nuovo la voce.

"Che cavolo vuoi ancora?! Non sono interessato e sicuramente neanche te!" alzai la voce.

Ma girandomi mi ritrovai davanti tutt'altra persona.

"Hoseok?".

"Yoongi? Oddio sei davvero tu, non mi sbagliavo" disse stupito. "Ma dov'eri finito?! E gli altri? Vi stanno tutti cercando per l'amor dei cavalli! E poi perché sei vestito così?!" sibilò. "Shhh, stai zitto un attimo, come cavolo faccio a risponderti se continui a tartassarmi di domande?". Si interruppe, guardandomi in attesa di una risposta. "Bene, mi serve un posto tranquillo e soprattutto dove nessuno ci veda o ci senta" dichiarai.

Pov Hoseok

Era davvero Yoongi. Mi sembrava di aver sentito la sua voce dietro l'angolo, mentre tornavo a casa, ma poi avevo visto solo una ragazza bassa e... Non capivo. Non sembrava essere stato rapito se girava per le strade di Seoul così liberamente, ma allora che cavolo stava succedendo? "Sono confuso, avete deciso di abbandonarmi per andare in un collegio femminile o cosa? Se me lo aveste detto sarei anche potuto venire con voi" scherzai.

"Dove stiamo andando?" mi chiese invece lui. Alzai le sopracciglia. "Ok non importa, e io che la sto prendendo con positività. La smetti di guardarti indietro? Non ci sta seguendo nessuno e se anche lo facessero ti faresti scoprire subito" lo ammonii.

"Comunque stiamo andando a casa tua". "A casa mia?" ripeté. "Perché?" domandò poi.

"Vedi, quando siete spariti e ho iniziato a insospettirmi sono andato da tuo padre. Poiché non ci tornavano i conti abbiamo deciso di denunciare la vostra scomparsa e così siamo andati alla polizia. Lì abbiamo scoperto che non eravate gli unici ad essere spariti e così pensavamo foste stati rapiti insieme agli altri. Abbiamo iniziato a collaborare con la polizia, io tuo padre e il professor Lee". "Il professor Lee?" mi interruppe. "Sì, lunga storia. Comunque sono passate settimane e vi abbiamo cercati per tutta Seoul, ma dove cavolo siete finiti?!" sbraitai. "Siamo stati veramente rapiti" rispose semplicemente. Ah...

"Quindi tu perché sei qui? O meglio come?". Ormai eravamo davanti a casa sua. "Te lo racconto dentro, ho proprio bisogno di un computer" disse prima di aprire la porta di casa. Entrammo in soggiorno e i genitori di Jimin si alzarono in piedi appena ci videro. Tra tutti, loro erano i più preoccupati, conoscendo i problemi che il figlio aveva avuto in passato e tutt'ora non ancora risolti pienamente. "Hoseok! Ci sono novità?" chiese immediatamente la madre. "E lei chi è?" aggiunse il padre.

"Sono Yoongi" rispose il ragazzo al mio fianco sfilandosi la parrucca. "Yoongi? Oh mio Dio! E Jimin? Dov'è, è con te?" domandò subito la signora. Lui scosse la testa. "No mi dispiace. È complicato". Nel frattempo ci raggiunsero anche il padre del ragazzo, il prof e il poliziotto con cui lavoravamo al caso. "Figliolo?" chiese Bang sorpreso. "Papà!" lo abbracciò il figlio. "Stai tranquillo, sto bene. Ora vi spiego tutto" disse per poi sedersi su una sedia. "Però ho bisogno del computer, me lo andresti a prendere?". "Certamente, torno subito" rispose il padre sparendo nell'altra stanza.

Tornò con l'apparecchio e Yoongi si mise a trafficare su internet cercando varie persone. Notai fossero i ragazzi scomparsi. "È una lunga storia" iniziò. Il poliziotto prese carta e penna e si affrettò a scrivere. "Per farla breve siamo stati rapiti tutti e 6 da uno dei ragazzi che sono con noi in questa casa. Non abbiamo idea di chi sia il rapitore ma dobbiamo trovare una specie di chiave per toglierci questo bracciale" continuò mostrandoci il polso. "Cos'è?" lo interruppe il professor Lee. Yoongi scosse la testa. "Non abbiamo idea di come toglierlo, non ci abbiamo neanche provato per non rischiare di iniettare il veleno". "Che veleno?" chiese allora la madre di Jimin. "Il colpevole ha detto che ogni lunedì si attiverà un bracciale a caso e la persone in questione morirà nel giorno di tre ore. Finora sono morte in due, Lia e Soojin".

"Dovremo contattare le famiglie" osservò tristemente il detective. Bang annuì. "Senti, posso vederlo?" chiese Lee indicando il bracciale. Yoongi acconsentì e allungò il polso al professore, che lo studiò attentamente. "Comunque abbiamo poco tempo se non vogliamo altre vittime. Ovviamente ci sono delle regole. Non possiamo uscire o avere un telefono, le solite cose insomma". "Quindi come fai ad essere qui?" domandai allora io. "Mentre ero in giardino con Jimin abbiamo scoperto per caso un piccolo passaggio tra il muro e la terra. Ho deciso di rischiare e uscire, mi sta coprendo lui" spiegò. "Mi dispiace ma non ho tempo per spiegarvi tutto adesso. Tornerò un'altra volta o rischio di farmi scoprire".

Il professore lasciò il suo polso. "Non capisco come funzioni, se per te va bene vorrei studiarlo un po' di più la prossima volta che verrai". "Nessun problema" annuì il mio amico. "Porterò con me il mio smartphone. Terrò il GPS acceso solo finché non arriverò alla villa, poi spegnerò il telefono per sicurezza. Lo riaccenderò solo in caso di emergenza, assicuratevi di localizzarci e di intervenire il più rapidamente possibile" ci avvertì lui.

Si alzò e si rimise giacca e parrucca, prese il cellulare da camera sua e poi ci salutò. "Mi raccomando, prenditi cura di Jimin" lo pregò la signora Park. Yoongi sorrise. "Non si preoccupi, è in buone mani". Fece per uscire ma poi si ricordò di qualcosa e tornò indietro. "Ultima cosa, non dite ancora niente alle famiglie delle vittime. Se la notizia che le due ragazze sono morte finisse in rete il rapitore potrebbe vederla e scoprirci. Meglio non rischiare". "Hai ragione" concordai. "Vuoi un passaggio?" aggiunsi poi. Ci pensò su. "Va bene ma lasciami un po' distante dalla casa, così non attireremo l'attenzione" accettò e così partimmo.

Pov Yoongi

Recuperato il telefono tornai alla villa con Hoseok. Ci salutammo e feci quella poca strada che mi mancava per arrivare alla casa. Mi assicurai di di spegnere lo smartphone e nasconderlo per bene nella tasca del giubbotto, poi entrai. Raggiunsi Jimin di soppiatto e bussai leggermente alla nostra porta. "Jimin sono io" sussurrai. Per fortuna tutti stavano facendo altro.

La porta si aprì di scatto. "Finalmente, non sapevo più cosa inventarmi" si lamentò abbracciandomi forte. "Com'è andata, tutto bene?" gli chiesi e lui annuì. "Abbastanza" rispose con le guance arrossate.

Non feci in tempo ad aggiungere altro che da sotto ci chiamarono per la cena. Scendemmo mano nella mano e mi sedetti di fianco a lui e Namjoon.

Alzai lo sguardo e tutti guardavano me e il biondo in modo strano.

"Jimin... perché ci fissano così?" chiesi sottovoce al suo orecchio. Diventò tutto rosso. "Ehm... mi sono dovuto inventare una scusa credibile per non farli entrare".

Avevo paura a chiedere.

"E quindi? Che hai fatto?". "Ho... simulato noi due che facevamo sesso" quasi non lo sentii.

Quasi per l'appunto.

Mi andò di traverso l'acqua che stavo bevendo e iniziai a tossire. "Yoongi tutto bene?" chiese Namjoon dandomi dei leggeri colpi sulla spalla.

Gli sorrisi. "Certo, mai stato meglio".

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Okay, altro capitolo abbastanza lungo ...Sono sicura che non vi dispiaccia  ;)
Povero Jimin, cosa si deve inventare per coprire Yoongi... Secondo voi la prossima volta come farà?  XD
Al prossimo capitolo

~L

Escape game 2 - ReturnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora