Capitolo 24 - Il buco

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Pov Yoongi

Mentre passavo per il soggiorno sentii due voci in cucina. Mi affacciai curioso.

"Come ti senti stamattina?". "Benissimo Tae. Mi sembra di essere in un sogno". Il ragazzo in questione si avvicinò al più piccolo accarezzandogli la guancia. "È tutto reale, faccio fatica a crederci anch'io" rispose piegando leggermente la testa e ammirando l'altro con lo sguardo.

"Dimmi che non ci ripenserai" lo pregò Jungkook avvicinandosi e prendendolo per i fianchi. "Assolutamente no. Ho finalmente capito cosa voglio" disse giocando con i capelli del minore.

"E poi una cosa che ho notato è che Junghyun era eccessivo. Nel senso, è vero che sei molto dolce ma hai anche un carattere incredibilmente forte e determinato. Tuo fratello non mostrava mai quest'ultima parte, chissà, forse non voleva destare sospetti". Alzai un sopracciglio, era sicuramente successo qualcosa tra i due. Comunque non erano affari miei e Taehyung ce l'avrebbe fatto sapere molto presto, ne ero certo.

Raggiunsi Jimin in giardino, aveva detto di voler passare del tempo all'aria aperta, così quella mattina avevo organizzato un pic-nic per noi due.

Lo sorpresi da dietro e gli coprii gli occhi con le mani. "Indovina chi è" gli sussurrai all'orecchio.

Sorrise. "Mmm... Fammici pensare. Non saprei, forse Baekhyun?" disse ironico. Mi stava prendendo in giro, sapeva perfettamente che ero geloso del ragazzo rosso.

"Mi sento offeso, me ne vado" scherzai. "No dai, aspetta" rise lui girandosi e prendendomi per mano.

Mi attirò a sé e finimmo a rotolarci a terra abbracciati. "Ti amo" gli dissi baciandogli la guancia. "Anch'io" mi rispose lui abbracciandomi.

Mi rialzai e presi un pezzo di pane dal cestino alla mia sinistra. Ci spalmai sopra della marmellata di fragole e glielo passai. Poi feci lo stesso per me. Ci trovavamo all'ombra di un grande albero, ai limiti della proprietà. C'eravamo solo noi due e tutto intorno a noi era tranquillo. Il vento faceva frusciare le foglie ancora verdi dell'abete e, sebbene fosse quasi inverno, ci eravamo coperti con il giubbotto e una coperta.

"Ho sete, che hai portato di buono?" mi chiese il mio piccolo mochi. Guardai nel cestino. Cavolo, mi ero dimenticato le bottigliette!

Jimin rise.

Lo guardai confuso. "La tua faccia dice tutto. Vado a prendere qualcosa io, non preoccuparti" spiegò alzandosi e baciandomi la tempia nel tragitto. "Mi dispiace, avrei dovuto controllare di avere tutto prima di uscire" mi scusai ma lui scosse la testa. "Non importa, ci penso io" disse voltandosi e facendomi l'occhiolino, ma nel farlo inciampò su una radice e cadde a terra facendosi sfuggire un gridolino.

Risi di gusto. Certe volte era proprio imbranato... e così tenero.

Quando però vidi che non si muoveva mi allarmai.

"Jimin? Tutto bene?" chiesi preoccupato.

"Yoongi... c'è un buco qui" mi fece notare lui. Cosa?

Mi avvicinai e lo aiutai a sistemarsi prima di inginocchiarmi al suo fianco. Era vero, c'era un buco tra il cemento e l'erba. Non era tanto grande ma ci sarebbe sicuramente passato qualcuno. Una persona piccola di statura... Mi venne un'idea.

"Jimin ascoltami" mi girai verso di lui. "Tu devi stare qua e assicurarti che nessuno sospetti di nulla. Io userò questo passaggio per andare a chiedere aiuto ok? Tu nel frattempo distrai gli altri... Non so, parla da solo facendo finta di essere con me in camera o inventati qualcosa. Nessuno deve sapere della mia assenza, neanche gli altri" chiarii.

"Cosa? Che hai intenzione di fare Yoongi? È rischioso, e se il colpevole ti scoprisse? Potresti morire" mi prese per la giacca. "Abbiamo qualche altra soluzione? Rischiamo ogni volta che arriva il lunedì. E se toccasse a me la settimana prossima? Oppure a te o agli altri? Meglio morire così che sapendo di non aver fatto nulla. Voglio provarci, potremmo salvare molte vite, anche se fosse solo una in più".

Lo vedovo che era combattuto, non sapeva se lasciarmi andare oppure no. "Jimin" lo chiamai. "Ok. Ok, e va bene. Vai ma torna da me, ti prego" mi supplicò. "Te lo prometto".

Finimmo di mangiare, poi ci alzammo per andare a prepararci.

Cercai la divisa scolastica di Lia o Soojin nella loro camera. Fortunatamente Momo non mi scoprì e riuscii ad uscire dalla stanza con i vestiti che mi servivano.

Arrivato in camera mia mi cambiai velocemente. Feci il nodo al fiocco e misi persino la gonna. Non si sa mai, dopotutto dovevano scambiarmi per una ragazza.

Poi misi una parrucca nera che avevo trovato nello sgabuzzino e Jimin mi aiutò a sistemarla. Anche se i capelli erano corti sembravo decisamente una femmina, forse anche grazie al mio viso dai tratti abbastanza neutri.

Jimin mi trucco un po', poi mi allacciai le scarpe e mi misi il giubbotto, che avrebbe nascosto la divisa agli occhi degli altri, nel caso li avessimo incrociati strada facendo.

Lasciammo la stanza di soppiatto, cercando per l'appunto di non farci vedere o il piano sarebbe saltato. Meno persone sapevano, più sicuro sarei stato. Non che non mi fidassi, sia chiaro, ma anche il migliore poteva lasciarsi sfuggire qualcosa.

Arrivammo al buco in giardino e scavammo leggermente così da permettermi un miglior passaggio. "Mi raccomando, non farti vedere con quelle mani" gli ricordai. "Tranquillo, se mai dovessero notarle gli dirò che sono caduto" mi rassicurò.

"Ok, allora vado" lo salutai. Feci per baciarlo ma si tirò indietro.

"Yoongi il rossetto" mi ricordò. Lo guardai stranito. "Ti sembro uno a cui importa del rossetto?" chiesi retorico.

"Ma...". "Non me ne frega un cazzo Jimin" lo interruppi prendendolo per i fianchi e attirandolo a me, baciandolo. Mi prese il viso tra le mani e approfondì il contatto tra le nostre labbra. Sapevamo entrambi che con un minimo passo falso saremmo morti, quello poteva essere il nostro ultimo momento insieme.

Mi godetti il bacio, poi lo lasciai andare allontanandomi. "Stai attento" mi sussurrò. "Anche tu". E detto questo posai la coperta per terra, così non mi sarei sporcato il vestito, e passai sotto al muro. Recuperai la coperta e la misi dalla mia parte, così avrei potuto riutilizzarla per rientrare. Mi voltai un'ultima volta verso Jimin, che mi salutò con la mano prima di rialzarsi e tornare in camera nostra di nascosto. Ora toccava a lui coprirmi. La mia vita era nelle sue mani.

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S.a.

Anche da donna Yoongi è un figone...

~L

Escape game 2 - ReturnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora