Capitolo 43 - Lasciamoci

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Pov Taehyung

Corsi a perdifiato per le vie di Seoul, dovevo arrivare all'ospedale il più in fretta possibile. Ma tra tutti i pomeriggi in cui andavo a trovarlo doveva svegliarsi proprio l'unico in cui non lo facevo?

Attraversai la strada di fretta e fuori dalle strisce pur di arrivare lì il prima possibile. Quando finalmente fui all'entrata del grande ospedale non persi tempo a salutare le infermiere alla reception come ero solito fare. Anzi, se possibile velocizzai l'andatura e feci l'ultimo piccolo sforzo prima di spalancare la porta della sua stanza bianca e fiondarmici dentro.

"Jungkook!" urlai, ma non trovai quello che mi aspettavo di trovarmi davanti.

Mi avvicinai rapidamente al letto. Che si fossero sbagliati i dottori? Perché non era cambiato niente rispetto al giorno prima? Stessi occhi chiusi, stesso respiro regolare, tutto uguale. Scossi la testa, non capivo.

Poi qualcosa cambiò e i miei occhi si inumidirono di lacrime. Un tremolio alle palpebre e subito dopo quelle si schiusero, mostrandomi due occhi color cioccolato.

"Ti sei svegliato finalmente" esclamai emozionato. Gli presi una mano tra le mie, non era più fredda come nelle settimane precedenti.

Rimase lì a fissarmi, sbattendo gli occhi di tanto in tanto. Forse stava ricollegando tutto nella sua mente o forse già ricordava. Sta di fatto che di certo non mi aspettavo la sua frase successiva.

"Taehyung lasciamoci".

Spalancai gli occhi. Che cazzo stava dicendo?

Stetti zitto per minuti interi e lui fece lo stesso, i nostri sguardi sempre intrecciati. Il suo tono era serio, mentre io riuscivo solo a guardarlo sorpreso. "Scusa?" riuscii finalmente a dire.

Pov Namjoon

"Bel lavoro ragazzi, per oggi qui abbiamo finito" esclamò il mio capo dipartimento. Erano le 7:00 di sera e, sebbene avessimo terminato tutto il lavoro con largo anticipo, non vedevo l'ora di tornare a casa. Ero stanchissimo dopo i pesanti turni della settimana e, nonostante fossi stato proprio io a chiedere di aumentarmi le ore, ora non aspettavo altro che poter passare un po' di tempo anche con Seokjin.

Da quando aveva scoperto che stavamo insieme si era approcciato a me in maniera diversa, più calmo forse. Non stava più in silenzio quando mangiavamo assieme e si lasciava facilmente andare, tant'è che avevo sentito già un paio di volte la sua particolare e meravigliosa risata.

"Sono tornato!" lo avvisai dopo aver superato la soglia di casa. "Di già?" domandò dall'altra stanza.

"Che c'è, non sei contento?" scherzai allora io, nel frattempo mi tolsi la giacca. Vidi sbucare la testa di Seokjin da dietro l'angolo. "Ma certo che sono contento. Non intendevo il contrario, solo che, dato che tornavi sempre tardi in questi giorni, ho pensato che anche oggi sarebbe stato lo stesso" si scusò immediatamente lui. Gli sorrisi andandogli incontro. "Jin, stavo scherzando. Rilassati" lo tranquillizzai. Ancora non aveva capito che con me poteva stare totalmente tranquillo.

Non ero il tipo di fidanzato geloso o che se la prendeva per la minima cosa. Anzi, ero totalmente l'opposto. Sapevo che di lui mi potevo fidare e si sa, la fiducia è alla base di ogni relazione. Inoltre scherzavamo sempre tra di noi, senza offenderci veramente. Sapevo perfettamente che dovevo dargli tempo, tutto sarebbe tornato come prima. Non mi sarei più arreso, che ci fossero voluti giorni, mesi o anni.

Lo presi per mano e vidi le sue guance tingersi immediatamente di rosso. Sogghignai, la sua reazione al mio tocco non era per niente cambiata. "Dato che è ancora presto per mangiare, cosa ti andrebbe di fare?" gli chiesi. "Non saprei... Ti va una passeggiata? Magari al parco qui vicino" propose. "Ho un'idea migliore" dissi andando verso la porta d'entrata e mettendomi una giacca. Subito mi seguì e dopo esserci vestiti uscimmo in giardino.

Presi la strada per andare sul retro, dove sapevo esserci due altalene. Era il nostro posto preferito quando non avevamo molto tempo per uscire ma volevamo comunque stare all'aria aperta. "Ottima idea" esultò lui quando vide dove l'avevo portato.

Ci sedemmo entrambi su un'altalena e dondolammo per qualche minuto. Nel frattempo gli parlai della mia giornata lavorativa e lui mi raccontò com'era andata all'università. "Faccio una fatica enorme a seguire, non ci capisco niente. Però prendo appunti quindi forse potrei cercare un po' in giro quelli vecchi" osservò. "Oppure potrei darti una mano io con qualcosa" proposi. "Sei il mio salvatore, te ne sarei estremamente grato" disse euforico alzandosi.

Mi fermai a guardarlo, era sempre perfetto. Mi venne una voglia matta di accostarmi a lui così mi alzai dalla mia altalena e mi avvicinai lentamente.

Mi guardò confuso, non capendo cosa volessi fare. Quando fui a pochi centimetri dal suo viso piegai la testa e lo guardai negli occhi, come per chiedere una conferma di quello che stavo per fare.

Non si mosse ma schiuse leggermente la bocca. Sorrisi e gli lasciai un veloce bacio a fior di labbra, il primo dopo l'incidente.

Niente di eccezionale, ma per me anche quello era più che abbastanza. "Ti amo principessa" azzardai poi a sussurrargli. Lo vidi sgranare gli occhi prima di aggrottare le sopracciglia. "Cos'hai detto?" chiese.

"Ho detto che ti amo. Lo facevo spesso" ripetei dolcemente. Forse dovevo proseguire con più calma. Mi aveva pregato di non farlo, era vero, ma doveva ancora metabolizzare il tutto.

"No, non quello, dopo. Come mi hai chiamato dopo?" domandò di nuovo. "Principessa. Ti ho sempre chiamato così, è il soprannome che uso con te" spiegai.

"Ahhh" si lamentò Jin, prendendosi la testa fra le mani e piegandosi in due. "Che succede? Seokjin stai bene?" subito mi allarmai.

Dopo qualche attimo rialzò la testa per guardarmi. "Nam..." sussurrò collegando il suo sguardo al mio. Aprii la bocca ma non dissi niente. Pensai a un dettaglio in particolare. Aveva detto Nam, non Namjoon. "Ti... ti ricordi?" domandai infine cautamente. Poteva benissimo essere stata una coincidenza, non dovevo illudermi.

Ma lui annuì sorridendomi. Un piccolo gesto ma che in sé racchiudeva un sacco di cose.

Lasciai andare un'esclamazione di felicità e lo abbracciai. Ricambiò immediatamente e sentii gli occhi pizzicare. "Mi sei mancato" sussurrai, la voce attutita dal tessuto della sua giacca. "Scusami. Non so come ho fatto a dimenticarmi di te" si scusò. "Non importa. Non è stata colpa tua, non puoi farci niente. L'importante è che adesso ti sia tornata la memoria, io me la sono cavata" lo rassicurai.

"Nam. Ti amo tanto" disse guardandomi. "Anch'io, tantissimo principessa" ricambiai. E sugellammo quelle frasi con un altro lungo bacio.

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S.a.

Jungkook vuole rompere con Tae, in compenso Jin ha recuperato la memoria... Spero di star creando la giusta suspence  :)

~L

Escape game 2 - ReturnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora