Capitolo 10 - Arrestato

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Pov Jimin

"Cosa? Sei stato arrestato per aggressione?" chiesi sbalordito. "Arrivo immediatamente" riattaccai. Yoongi non era il tipo di persona che alzava le mani facilmente, sebbene il suo carattere facesse intendere tutt'altro.

Misi velocemente una giacca, presi le chiavi di casa e corsi fuori, per le strade di Seoul. Ci misi 10 minuti per arrivare, avendo tenuto un passo abbastanza veloce data la preoccupazione per il mio ragazzo. Quando fui davanti alla centrale di polizia non persi tempo ed entrai. Lo trovai seduto davanti ad un agente e c'era un'altra persona al suo fianco. "Yoongi" lo chiamai. "Perché sei..." le parole mi morirono in gola quando vidi la faccia dell'altro ragazzo.

Un senso di vertigine si fece strada in me e mi prese il panico. Le gambe cedettero e caddi a terra. Iniziai a strisciare all'indietro urlando e cercando di allontanarmi il più possibile. "Aiuto! No, ti prego! Non farmi del male" gridai disperato. Yoongi corse subito da me. Stavo tremando ed ero terribilmente pallido. I ricordi che pensavo di aver sotterrato nella mia mente tornarono a tormentarmi. Mi aggrappai alla camicia del menta e nascosi la faccia nel suo petto, respirando a fatica. "Yoongi. Yoongi aiuto. Mi vuole uccidere. Io... io non respiro". Mi accarezzò la schiena. "Shhh, tranquillo. Non può farti del male, calmati" disse, il tono di voce preoccupato.

"Che succede qui?" sentii una voce familiare. "Yoongi? Jimin?" chiese incerto. "Li conosce agente Kim?" domandò il poliziotto, che si era allarmato dal mio improvviso scatto. "Sì, sono dei miei cari amici" disse avvicinandosi. "Allora occupatene te per favore. Il ragazzo lì per terra ha iniziato a dare di matto qualche attimo fa, non so che gli prenda". Guardai il mio amico di sfuggita. "È un attacco di panico" rispose Yoongi. Namjoon annuì. "Yoongi, porta Jimin nel mio ufficio. Lì è più tranquillo e sarà più semplice farlo calmare. È da anni che non lo vedo più in questo stato, cos'è successo?" chiese accovacciandosi al mio fianco.

Ma prima che Yoongi potesse rispondere il suo collega lo interruppe. "Kim" lo richiamò l'altro. "Si?". "C'è anche lui" disse indicando il ragazzino che era seduto vicino a Yoongi. "Ah, va bene. Allora seguici anch... Oh cazzo" esclamò Namjoon non appena vide la faccia di Jungkook. Il fucsia osservava la scena con gli occhi spalancati. "Namjoon" chiamò Yoongi e il suo tono severo fece riprendere l'amico.

"Ehm... Andiamo forza" disse aiutando il menta a tirarmi su dal pavimento. Sentivo le mie gambe molli e sapevo che da un momento all'altro avrebbero ceduto. Il mio ragazzo sembrò capirlo perché mi prese a mò di sposa e ci avviammo nell'ufficio di Namjoon, con Jungkook alle spalle. Stringevo forte il tessuto della maglia di Yoongi e il mio respiro era parecchio irregolare. "Aspetto fuori con... Jungkook?" sentii dire a Namjoon, prima di aprire al menta la porta del suo ufficio.

Entrati nella stanza Yoongi mi appoggiò su un divano in pelle nera, ma io gli tirai la maglia appena tentò di allontanarsi. "Non me ne vado, tranquillo. Però hai bisogno di spazio" disse prendendomi le mani tra le sue e ritraendosi leggermente.

Mi alzò delicatamente il mento e incontrai i suoi occhi scuri. "Guardami tesoro. Ora respira, fai come me" disse calmo facendo dei respiri profondi che piano piano io imitai, anche se risultavano spezzati. "Bravo, continua così. Ora pensa a... vediamo..." cercò qualcosa con cui distrarmi, come mi aveva consigliato la psicologa anni prima. "Trovato! Ricordi quella volta che siamo andati insieme all'acquario? C'erano un dei pesci meravigliosi e ci siamo divertiti un sacco" rammentò e io annuii, continuando a fare respiri profondi. Mi aggrappai a quei ricordi, cercando di non pensare a tutto il resto. "E l'anno scorso al lago? C'erano gli anatroccoli e gli abbiamo dato da mangiare insieme". Una piccola risata mi sfuggì dalle labbra. "Poi... poi hanno iniziato a rincorrerti perché volevano altro cibo" sussurrai. "Esatto" rise anche lui con me.

Presi un altro paio di profonde boccate d'aria prima di calmarmi quasi del tutto. "Ehi, tutto ok?" chiese premuroso il menta, dopo qualche minuto. "Ora sì, grazie Yoongi". "Figurati, ricordati che ci sarò sempre per te". "Lo so" annuii grato. Mi accarezzò un po' la schiena, prima di rimettersi in piedi. "Ascolta, devo chiamare Namjoon. Pensi di farcela?" domandò alludendo all'altro ragazzo. "S-sì, non preoccuparti. Posso affrontarlo". "Sicuro?". Annuii convinto, non poteva farmi niente se avevo i miei due amici vicino.

Yoongi andò ad aprire la porta e gli altri due entrarono. Jungkook guardò subito nella mia direzione. "Tutto bene? ...Jimin giusto?" chiese titubante. "Vedo che ti ricordi i nostri nomi. Dovremmo esserne lusingati?" sputó sprezzante Yoongi. Il ragazzo abbassò il capo. "Ehm... Yoongi? Forse dovresti ascoltarmi prima" disse cautamente. Namjoon incrociò le braccia. "Dovrà essere una spiegazione alquanto ragionevole dato che sei tornato dal mondo dei morti".

"So che siete confusi ma... Io non sono Jungkook. O almeno, non il Jungkook che pensate voi". "Che cavolo significa?" alzò la voce Yoongi. "Sono suo fratello gemello. Mi chiamo veramente Jungkook ma quello che avete conosciuto voi è Junghyun. Appunto, mio fratello".

"Eh?" alzai la testa all'improvviso. Namjoon scosse la testa. "Sono confuso". "Junghyun ha rubato la mia identità. Io sono il vero Jungkook e posso assicurarvi che non centro niente con il vostro rapimento. Non lo sapevo e quando vi hanno ritrovati volevo scusarmi da parte di mio fratello ma ho avuto... cose più importanti a cui pensare". "Tipo?" lo incitò Namjoon. "Mio fratello aveva usato il mio nome per tutto quindi sono dovuto sparire per un po' e quando sono tornato... Be' pensavo fosse ormai troppo tardi e vi avrei solo sconvolti".

"Capisco" rispose semplicemente Namjoon prima di grattarsi un sopracciglio. "Yoongi, chiedo agli altri di trovarci immediatamente a casa mia. Devono sapere e poi vedremo insieme cosa fare" osservò Namjoon. Yoongi annuì subito. "Hai ragione. È meglio tenerlo d'occhio, non mi fido" disse, parlando di Jungkook. "Ma... Ho detto che non sono Junghyun! E poi gli altri chi?" protestò lui. "Finiamo in fretta le pratiche per l'aggressione. Poi verrai con noi, così avrai l'occasione di spiegarti meglio" propose allora Namjoon, anche se era più un obbligo. Il ragazzino fu costretto ad annuire in silenzio.

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S.a.

Volevo solo dire che Jimin più avanti nella storia avrà una crescita come personaggio. Sinceramente era abbastanza bruttino che rimanesse lo stesso ragazzino fragile del primo libro, così ho pensato che in questo potesse darsi da fare... Più avanti vedrete  ;)

~L

Escape game 2 - ReturnDove le storie prendono vita. Scoprilo ora