Capitolo 12

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Unione di elementi 2
Revenge from the past

NYCO'S POV.

"Promettimelo!"  non riesco a risponderle,  come se non avessi voce. Pea  è davanti a me con gli occhi lucidi e infuocati, è arrabbiata non riesco nemmeno a muovermi .  "Perché non rispondi?"  Adua è con lo sguardo severo dietro di me.  Sono come paralizzato  "Rispondi, avanti"   si ci mette anche mio padre. "Non ci riesce"  Rych e Sem mi guardano con le braccia incrociate insieme a Chiara e Aurora.  Sento come un gong.     "Bene,  la decisione è presa"   la voce proviene da delle  figure incapucciate,  quattro in tutto, tra cui c'è anche Goran, l'unico di cui riesco a vedere la faccia. Che decisione?! Non ho detto nulla.
Non sento più il pavimento sotto i piedi e non riesco a volare, ne a muovere un muscolo. Precipito nel buio fino a quando qualcuno mi afferra la mano. Oran mi guarda sorridendo ed io ricambio, convincendomi che è vivo e che può dirmi tutto quello che sa. "Non posso lasciarti solo un attimo,  eh?"   riappoggio i piedi a terra.  "Perchè sei qui?"  si fa serio in volto "Per  avvertirti"   "Di cosa?"  in un battito di ciglia scompare ed io mi ritrovo intrappolato in una stretta cabina in vetro massiccio. Voglio uscire da qui . Mi manca il fiatoe non riesco a rompere il vetro. A furia di prenderlo a pugni non mi sento più le mani. Mi lascio scivolare a terra  incapace di ragionare ed improvvisamente sento un conto alla rovescia.  Dal vetro vedo le quattro figure incappucciate che stanno per azionare un macchinario.  "Tre,  due,  uno..."

"No!"  mi risveglio tutto sudato nel mio letto e quasi cado a terra. Mi porto le mani ai capelli e respiro profondamente, cercando di evitare di pensare  a quello spazio stretto. Guardando l'oblò credo che il giorno nuovo non sia ancora arrivato  -non è facile capire quand'è giorno o quand' è notte nello spazio- così vado in bagno e mi lavo la faccia. Non credo riuscirò a prendere sonno,  quindi decido di uscire dalla nostra stanza. Non riesco a capire come Sem riesca a dormire nonostante tutto, e il bello è che russa come non mai.  Questa navicella è  formata da cinque  cabine abbastanza piccole,  di cui tre sono cabine a tre  persone per dormire, una  è la cabina di controllo e l'ultima  è composta da tavolini e dei posti a sedere  con un oblò enorme che da sullo spazio, ed  è proprio lì che vado, a guardare i pianeti e le stelle, magari riesco a vedere Hope. Con questo, sono passati  sei giorni e non ce la faccio più a stare qui dentro, voglio tornare a casa al più presto, da mia madre, dalle ragazze, da Adua e soprattutto da Cassiopea. Pensando a lei sorrido.

Arrivato difronte all' oblò perdo quel senso di oppressione che mi ha dato il mio sogno  e mi concentro su cosa devo dire alla corte. Devo assolutamente tornare.  "Anche  tu qui? "    Rych si posiziona accanto a me.  "Posso anche andarmene se ti do fastidio"   "Cercherò di sopportarti"   che simpatico  "Come mai sveglio?"  chiedo per cambiare argomento  "Perché tu non facevi altro che muoverti e dato che sei nella branda sotto la mia mi hai svegliato. Neanche Sem scherza col suo russare"   "Scusa non volevo"    scrolla le spalle. Seguono sei minuti circa di silenzio  "Cosa pensi di fare?"   mi volto a guardarlo  ma lui ha lo sguardo fisso sull'oblò .  "Non lo so"   "Bene, allora perché sei così determinato ad andarci?"  mi chiede con un po' di arroganza  ed io ricambio   "La vera domanda è perché tu sei voluto venire?"   "Non cambiare discorso, sono fatti miei"   "Sai benissimo perché. Voglio evitare una guerra e scoprire qualcosa  di più sulla morte di Oran. Ti basta?  "    "Direi di sì" odio quando usa un tono tanto per prendermi in giro. Le conversazione tra di noi finiscono sempre con un litigio, io cerco di capirlo o di non infuriarmi ma è più forte di me. Poi però penso alla cassetta, che ho voluto portare con me e che senza lui  non avrei; ancora non gli ho detto ...grazie   "Volevo dirti grazie."   dico con sforzo ed improvvisamente,  quasi come un gesto innaturale.   " Di cosa?"   "Per la cassetta, insomma se tu non ti saresti convinto io non avrei avuto prove e ... "   "Accetto i tuoi ringraziamenti"   altro silenzio. E' inquietante vedere che ha i tratti identici ai miei, come un riflesso,  eppure un carattere tanto diverso dal mio. L'unica cosa che ci differenzia nell'aspetto fisico è il tatuaggio che ha sulla schiena, di cui Pea mi aveva accennato qualcosa. L' ho visto ieri la prima volta quando stava andando a farsi la doccia; è un lupo stilizzato nero messo di profilo  all'interno di una specie di cerchio. Mi ricorda molto lo Ying-Yang e  la battaglia contro Set, quando sembrava che la rivalità fra noi non ci fosse più quando... siamo morti per la stessa persona. Pea. A  volte mi domando se prova ancora qualcosa per lei, anche se è fidanzato con Aurora. Non ho il coraggio di chiederlo, più che altro per evitare d'innervosirmi ancora di più.  "Comunque manca un'oretta all'arrivo,  quindi vedi di trovare un modo per tornare a casa. Non mi faccio scrupoli, se tutto non andrà come sperato darò la colpa solo a te."   lo guardo irritato mentre si allontana. Come se fosse facile ragionare lucidamente in un momento come questo!   Mi siedo a terra con la schiena a muro. Ma chi voglio prendere in giro, sono io contro la corte suprema,  io che ho nelle mani il destino mio, dei miei amici e del mio pianeta, io che devo mantenere la promessa fatta a Cassiopea... Rych non mi aiuta con le sue parole, eppure nei fatti mi ha dato molto spesso una mano,per la cassetta, per entrare nella sala tecnica e mi ha difeso. A che gioco sta giocando? Sono stufo di cercare di comprendere lui quando quasi quasi non capisco nemmeno me stesso. Una parte di me dice scappa finché sei in tempo ma l'altra -quella che ha sempre la meglio-  dice  non fare il vigliacco,  combatti  per le persone che ami.  Glielo hai promesso.  Pea è l'unico pensiero lucido nella mia mente;  quella notte è stata la più bella di sempre  , è il nostro segreto... solo noi due. Nel pensare a lei sorrido.

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