Unione di elementi 2
Revenge from the pastHo fatto l'errore madornale di aver svegliato mia madre. Vedrai che Oritel arriverà, mi dice... ti informerà lui di tutto ciò che vuoi sapere ... non puoi muoverti in queste condizioni... ma non capisci che devi rilassarti... porca miseria, ma che c'è di difficile da comprendere?! Voglio vedere Nyco sveglio, vivo e vegeto, ancora nella mia stessa realtà, ancora qui con me. Punto. Mia madre è davanti alla parete dalla quale si esce per non permettermi di uscire. "Mamma fammi andare." Dico ferma, anche se vedermi con la sedia non incute certo timore. "Cassiopea ti prego, l'ultima volta..." "Mamma, il ragazzo che amo che è appena sfuggito alla morte. Pretendi che stia qui come una stoccafissa? No, grazie." "Pea non ti faranno nemmeno oltrepassare la soglia del piano. Non lo fanno fare neanche a me." Dice Adua cercando di trattenere la calma, seduta sul lettino e stringendo forte il cuscino come per sfogo. "Ma è assurdo! Non fanno entrare nemmeno lei che è sua sorella!" "Ci sarà pure un motivo. Che io sappia sono entrati solo Oritel e Silver, e per farlo hanno sudato sette camicie." Mi spiega mia madre. È proprio questo quello che mi preoccupa. Perché tutte queste precauzioni? Infondo sono appena fuggiti dalla morte, non sono mica al pieno delle forze. Che male potrebbero mai fare? Oltre alla preoccupazione, sento che devo raggiungere Rych, e quindi anche Nyco. "Io devo assolutamente vederlo." "Cassiopea mio padre mi ha promesso che sarebbe venuto lui a dirci quando possiamo andare e cosa sta succedendo. Anche io muoio dalla voglia di abbracciare Nyco, ma se mio padre ha detto così credo che bisogna ascoltarlo." Credetemi, se la si conosce bene, vedere Adua stare ferma al suo posto, dar ragione a qualcuno è una cosa che ti lascia di stucco. Scrollo il capo per eliminare i segni di stupore e ritorno seria."Adua, e se è peggiorato? Noi non ne sappiamo nulla." "Nemmeno loro Pea e dopo ciò che è successo ieri notte sono al quanto preoccupati." D'istinto,porto lo sguardo sui bambini. Non ho ancora rivelato nulla sulle mie preoccupazioni -anche perché non so nemmeno se siano vere o meno-. " È ridicolo.." "Tesoro i medici prendono solo pe giuste precauzioni." "Ma che male potrebbero mai farci?!Vederci li farebbe solo stare meglio!" Sbotto spazientita. "Non siamo sicuri sia così ,Cassiopea." Oritel entra nella stanza sbucando come dal nulla, con un viso stanco e le mani che si massaggiano le tempie. "Che vuoi di...?" "Cassiopea che hai fatto?!" La mia mano fa improvvisamente partire a fuoco parte del lenzuolo. "Oh cavolo!" Esordisco presa alla sprovvista. Cerco un modo di rimediare per timore di bruciare l'intero letto, quando Adua prende la mia bottiglia d'acqua dal comodino , la apre e la getta sul fuoco. Lo spegne, sì. Ma mi bagna anche. "Grazie." Commento infastidita. Sto per asciugarmi , ma Oritel mi blocca. "Credimi, il letto rischia di non cavarsela se lo fai." "Ci penso io." Mia madre mi asciuga in due secondi. "Oritel che intendevi dire prima? E poi come stanno? Hanno riportato gravi danni?" "Cassiopea calma..." mi ammonisce mia madre. "Sì, hanno riportato dei danni al quanto gravi, ma non fisicamente. L'estrazione dei poteri li ha danneggiati psicologicamente. Venite fuori a prendere una boccata d'aria, ne parleremo meglio alla luce del sole e davanti a tutta la veglia che non aspetta altro che qualcuno li informi." "È quello che aspetto anch'io..." commento a bassa voce e cominciando ad incamminarmi fuori, ma Oritel mi blocca. "No. Prendi i bambini e dirigiti all'ultimo piano. Solo tu." dice poi rivolgendo un cenno a mia madre ed Adua. Mia madre prende Adua sotto braccio e si dirige fuori, lanciandomi come uno sguardo per darmi forza. Anche se non so perché. Rimanere sola con Oritel mi mette in agitazione. E' pur sempre il padre di Nyco, il Daimio che durante l'iniziazione non aveva alcuna intenzione di riporre fiducia nei miei confronti, che mi ha sempre considerato una distrazione per suo figlio. E se consideriamo anche che Nyco non è più il lui anche per colpa mia facciamo proprio tombola. "Io...em, perché non devo venire con voi?" non riesco a guardarlo negli occhi senza lasciar trapelare l'imbarazzo. Fortunatamente , lui non guarda me. "Il medico vuole parlarti , ma prima c'è qualcun altro che desidera vederti." si volta finalmente a guardarmi e fa un sorriso forzato. "Va. Saprai tutto. Non ti lascerei mai il dubbio su una cosa del genere, so quel che provi per mio figlio. Ma se ti dico di fare così, credimi, è per una giusta causa." sospiro esausta. "Lo farò solo se dopo farai di tutto per farmi vedere Nyco." dico determinata. Lui è troppo distrutto per dirmi di no, perciò annuisce. "D'accordo allora." prendo il passeggino con i bambini e comincio a dirigermi all'uscita. Fortuna che dormono. "Cassiopea." ci fermiamo entrambi davanti alla parete. "Non è stata colpa tua. E perdonami per ciò che è successo" detto questo, esce, lasciandomi con una strana sensazione in corpo. Non so perché ma mi rendo conto di trattenere il fiato. Avevo paura mi dicesse qualcosa di terribile, invece no. Forse perché non riesce dopo tutto ciò che gli è successo. Scaccio immediatamente il pensiero di Eva prima di urlare. Per facilitarmi il processo, esco velocemente fuori spingendo il passeggino e dirigendomi all'ascensore. Mi ci ficco dentro subito, facendo un po' di fatica ad entrare con questa dannata sedia. Chi vorrà vedermi? L'ultimo piano poi è il posto in cui tengono Nyco. Forse me lo faranno vedere. Comincio ad agitarmi per nessun motivo ben preciso, quindi deduco sia una sensazione. I bambini dormono beati, ma il terrore che quello che è successo stanotte possa riaccadere mi spinge a tenerli il più vicino possibile a me. Il medico mi chiederà sicuramente cosa ho visto, ma per l'altra persona... non ho la minima idea di chi possa essere. Quando l'ascensore si apre, trovo Aurora ad aspettarmi , con quel bambino in braccio. Per quanto sia bello, non riesco ad ammirarlo come dovrei. D'istinto , avvicino il passeggino ancora di più. "Non potevo lasciarlo alle infermiere. E' molto più tranquillo tra le mie braccia che tra quelle di altri, non so perché." "Aurora non c'è bisogno di spiegazioni. Tienilo pure, ma più me lo tieni distante meglio è ." non lo dico con troppa freddezza, ma quel bambino non m'ispira fiducia. Sarò pure paranoica, ma fin quando non ci sarà una situazione di vera pace , continuerò ad esserlo. "Dai andiamo. Dobbiamo incontrare qualcuno." "Aspetta, dobbiamo? Quindi anche tu. E di chi si tratta?" "Non lo so, e comunque ci sono anche Chiara e Sem. Siamo riusciti a farlo sedere su una delle sedie, ma on è che ci stia poi tanto comodo senza una gamba." Proseguiamo e non posso fare a meno di tentare in tutti i modi di scoprire chi è che vuole parlarci. Per rilassarmi e distrarmi un attimo, osservo le pareti ipnotiche di questo piano, rimanendone ancora una volta stupita. "Mi hanno spiegato che sono così perché qui vengono ricoverati le persone con disturbi psichiatrici. È stato provato che questa atmosfera notturna li faccia rilassare. Questo pianeta è molto attento a certe cose. È piccolissimo, ma davvero di una cultura incredibile." Nonostante non sia proprio interessata al massimo, sono lieta che Aurora tenti di distrarmi. "Ci siamo." Entriamo come in una sala di attesa, dove troviamo già Sem e Chiara.Davanti a loro, uno schermo sottile che sembra fatto di acqua ,illumina l'intera sala. Ecco che proietta una folla immensa, tutta con in mano delle strane lanterne, i Pixel emettono luce col proprio corpo mentre l'alba s'innalza nel cielo. Poi viene inquadrata l'uscita dell'ospedale, che visto dall'esterno sembra una cosa talmente assurda che sembrerebbe appartenere ad un sogno: è come composto da sfere bianche, senza nemmeno una finestra, anche se all'interno sembra tutto rettangolare. Em... dove siamo finiti? Si sente suonare un corno ed ecco uscire Oritel, mia madre ed Adua. Loro due si posizionano assieme alle altre Drie, Oritel rimane immobile mentre la folla piomba nel silenzio, in attesa di sapere se le loro preghiere sono state esaudite. "Amici miei, avete pregato tutta la notte affinché i nostri eroi potessero vedere il sole di oggi, nonostante il freddo e la scomodità, e ve ne siamo tutti infinitamente grati." Comincia Oritel. "Ebbene, siate tutti lieti di sapere che il vostro contributo è servito: sono svegli." Si levano urla di gioia da parte di tutti. "Ma devo purtroppo precisare che non tutti si riprenderanno del tutto...." Continua Oritel con espressione addolorata, mentre il popolo si placa di nuovo. Chiudo gli occhi, deglutisco l'amarezza, la caccio via. Quanto vorrei avere Nyco ad abbracciarmi, adesso. " Nyco e Rych non sono ancora fuori pericolo e... beh, solo io e Silver siamo qui oggi. Tutti gli altri Daimio hanno rinunciato alla propria vita pur di salvare tutti noi. I vostri givernatori... i miei fratelli... " Oritel chiude gli occhi e cerca di controllarsi, mentre noi ci lasciamo andare. Chi se ne frega? Non ci guarda nessuno, ed anche se così non fosse, non ci importerebbe comunque. Piangere non è una colpa, non se hai sopportato fin troppo. "Essere qui, ancora tra voi, fa sentire sia me che mio fratello, Silver, felici , fortunati... ma soli. La nostra famiglia ha perso molti dei pilastri fondamentali. Le Drie sono senza mariti, io e Silver senza più mogli. Almeno abbiamo i nostri figli, i nostri eroi. Almeno, la sorte ha voluto concederci questa possibilità. Perché loro, troppo giovani per vedere tanto orrore, hanno combattuto fino allo sfinimento, hanno sofferto, hanno rinunciato. Ma si sono sempre rialzati, hanno guardato in faccia il destino e gli hanno rinfacciato di essere ancora in piedi. Questi ragazzi, amici miei, questi nostri figli meritano tutto quello che quel che rimane del nostro grande popolo è disposto ad offrirgli, meritano la nostra fiducia. Sono pronti. Sono dei Daimio, i più degni che l'Universo abbia mai avuto. Lo erano già tre anni fa. È per questo che dichiaro che non sono più discendenti. Le vostre guide, d'ora in poi, saranno loro." Urla di gioia ed applausi quasi ci stonano le orecchie, facendoci svegliare dal nostro stato di trans. "Siamo Daimio." dice Sem con uno strano sorriso in viso, un sorriso di amarezza, ma neanche troppo triste. !Siamo ufficialmente Daimio." e non so cosa provo nell' averlo appreso. Insomma, sono contenta che il popolo riponga tanta fiducia nei nostri confronti, ma è tutta la vita che ci ripetono di essere destinati a diventare grandi governatori, e non abbiamo mai avuto l'opportunità di scegliere di essere qualcos'altro. Il punto è che siamo già questo e non possiamo cambiarlo. Sono contenta che sia tutto finito, ma non volevo che la mia vita venisse stravolta in questo modo: insomma, prima pensavo che avremmo fatto una specie di tirocinio prima di diventare Daimio a tutti gli effetti, ma adesso non abbiamo scelta; aggiungiamo poi il fatto che sono rimasta incinta e che per questo ho rischiato di perdere Nyco. Non fraintendetemi, amo i miei due piccoli pargoli anche se hanno solo una settimana e li conosco - diciamo così- appena, ma diventare mamma a quest'età è qualcosa che ti sconvolge a vita perché non puoi permetterti più il lusso di fare quel che ti pare. Chissà cosa mi aspetta adesso. Mamma e Dria del Fuoco allo stesso tempo... sarà dura. Dopo questa breve riflessione, riporto la concentrazione sul discorso di Oritel, anche perché sennò esaurisco. "Attenderemo che si riprendano definitivamente e potremo attuare la cerimonia d'incoronazione. Ma non ad Omega. Non possiamo tornarci." Tutti osservano Oritel confusi, alcuni sono spaventati. "Ma quella è casa nostra!" urla qualcuno, appoggiato da molti altri. "Vi prego, ascoltate e calmatevi. Anche io desidero ardentemente tornare in quel pianeta che per anni è stato la nostra dimora, ma non è possibile per due validi motivi: innanzitutto, abbiamo mandato degli uomini a controllare la situazione e purtroppo Omega , il pianeta, è morto. A causa di quella presenza oscura, non potrà più generare vita, il gelo ed il caldo torrido, insostenibile persisteranno rendendo impossibile la sopravvivenza, anche per l'effetto dell'Unione di Elementi. Per il pianeta non c'è più nulla da fare, ma il popolo è ancora vivo... noi siamo ancora vivi. Omega non è perduta. Risorgerà, più bella e più forte di prima grazie ai nostri nuovi Daimio, ne sono certo. Ma voi dovete avere fiducia, appoggiarli. Ed il risultato di questa collaborazione, di questa armonia tra popolo e governanti sarà una nuova Omega che noi costruiremo proprio nel pianeta al quale appartiene il satellite in cui siamo situati adesso. Un pianeta disabitato, tuttavia vivibile. I lavori sono già in corso, gli uomini dal potere della natura hanno cominciato a creare le prime abitazioni che verranno poi rinforzate col tempo." lo stupore è anche qui in questa stanza. Non eravamo consapevoli che Omega avesse subito così tanto. Un nuovo pianeta, una nuova casa, una nuova vita. Anche se ad alcuni questo possa sembrare spaventoso, io non vedo l'ora di voltare pagina e sorridere assieme alla mia famiglia... ma voglio Nyco e Rych al mio fianco. Altrimenti non avrebbe senso continuare. Oritel continua: "So che sembra spaventoso, ma è l'unica strada." "Hai detto che i motivi erano due e tu ne hai detto solo uno." un ragazzino, dodicenne forse, viene zittito per il suo intervento. A questo punto, Oritel abbassa lo sguardo, mostrando un sorrisino forzato e già so che mi farà male sentire questa parole. Stringo spontaneamente la mano di Aurora e lei, anche se non capisce il motivo, ricambia. Oritel poi sembra guardarmi dritta in faccia, osserva dritto nell'obbiettivo. "E' più una motivazione personale : se vogliamo che i nostri futuri Daimio supremi, ovvero Nyco e Rych vivano, o quanto meno soffrano meno di quanto sono costretti, loro in quel pianeta in cui hanno perso loro stessi non ci possono mettere più piede." "Che vuol dire?" Dice Aurora terrorizzata stringendomi la mano ancora di più. Io chiudo gli occhi e aspetto di sentire la diagnosi definitiva. "Inutile nascondervelo, lo avreste tutti saputo comunque. Come penso pochi di voi sappiano, Nyco e Rych hanno rispettivamente perso il potere Celestiale e Stellare e questo li ha danneggiati più che altro psicologicamente. Sì, sono svegli ma non sono del tutto vivi. Non riescono ancora a provare emozioni, non danno segni di riconoscere nessuno, non parlano.... in poche parole, è come se fossero ancora ad occhi chiusi." Non ascolto più nulla, come se avessi le orecchie tappate. Mi trattengo dal bruciare tutto ciò che mi circonda, la rabbia che ho in corpo mi spinge a dare le spalle allo schermo, chiudere gli occhi e portarmi le mani tra i capelli per cercare di controllarmi. Non riesco a respirare. Voglio urlare, insultare Lena e tutti quelli che ci hanno rovinato la vita. Basta piangere . Voglio solo vendicarmi.Non è giusto. Volevo essere solo felice con Nyco , volevo solo avere una vita serena, volevo che tutti noi ne avessimo una. No. Chiedevo troppo, a quanto pare. Che cosa mi aspettavo? Che me la sarei cavata di nuovo solo con un naso spaccato e Nyco vivo e vegeto a stringermi come l'ultima volta? Kiro mi aveva avvertita, aveva detto che la pace non sarebbe durata a lungo ed io non ci ho minimamente pensato, mi sono goduta la mia nuova vita e non me ne pento. E' come se, però , il destino mi abbia voluto punire proprio per questo, perché ho sorriso per tre anni nonostante l'avvertimento di Kiro. Andiamo, ma chi se lo sarebbe mai aspettato che finisse così? Nessuno. Nemmeno le mie visioni mi hanno aiutata. Tre anni fa riuscivo ad arrivare sempre in tempo, adesso perdo tutto. "Ce la faranno. Lo so." Dice Sem. Io ancora non mi volto. "Quei due sono una forza inarrestabile. Ci vorrà un po' di pazienza ma vedrete che torneranno." "Sem ha ragione." Sobbalziamo nel sentire quella voce rauca e severa che ci incute sempre un certo timore. "Tutti voi possedete una forza l'animo mai vista prima .Siete i migliori guerrieri che io abbia mai conosciuto ed addestrato. Sono davvero fiero di voi." tutti guardiamo una figura avanzare nell'ombra, mentre lo schermo scompare definitivamente. Efesto ci mostra un sorriso e non riesco a trattenermi dall'alzarmi dalla sedia... o almeno ci provo, ma il dolore mi uccide. Si piega lui per evitare di farmi sforzare ancora, ed io lo abbraccio forge, ripensando all'ultima volta che l'ho visto quasi morto. Entrambi pensiamo a mio padre, al fatto che hanno pensato entrambi a proteggere me piuttosto che loro stessi . "Perdonami per averti lasciato laggiú..." "Non potevi intervenire." "Credevo fossi morto." "Nah... non ci lascerà mai in pace." commenta Sem ironicamente , cercando di nascondere la stanchezZa. Efesto ride lievemente, stupendo tutti. "Hai ragione ragazzo, o meglio, Daimio del vento. Non potevo starmene fermo con le mani in mano. " "Quindi sei tu la persona che voleva vederci?" chiede Aurora. "No, ma è qui e sta aspettando solo che io e ovviamente voi le permettiate di entrare. E... non è proprio una persona." tutti ci rivolgiamo uno sguardo confuso. "Facciamola entrare allora, chiunque sia." dice Aurora, Chiara annuisce al suo fianco. Sem resiste alla tentazione di addormentarsi sulla sedia. "Perfetto, attendete solo un minuto. Ah,dimenticavo: quando entreranno niente reazioni esagerate." Entreranno? Plurale? Efesto scompare in un varco. Ripeto: non ho la più pallida idea di chi voglia vederci e non voglio nemmeno avere visioni per saperlo. L'unica cosa a cui riesco a pensare è alla condizione di Nyco. Devo assolutamente vederlo e trovare un modo per farlo tornare quello di prima. "Voi sapete chi possa
Essere?" Scuotiamo tutti il capo. Sento già che questa visita non mi farà stare per niente meglio, sento di conoscere le persone che incontrerò e che c'entrano con Lena. Già solo il pensiero mi fa infuriare. Mi viene da guardare il bambino tra le braccia di Aurora e credo che anche lui possa avere qualche legame con queste persone misteriose . Il varco si riapre ed Efesto entra. "Prego, entrate pure." prima di farsi da parte, ci lancia uno sguardo di avvertimento. Due figure incappucciate entrano nella stanza e le prime cose che noto è che stanno fluttuando, che sono abbastanza alte e che sono gonfie... Si, lo so che sembra assurdo , ma lo sono davvero. Si inchinano. "Em... non ce n'è motivo. Vi prego alzatevi." Dico io, ma queste rimangono ancora alcuni secondi. "Non abbiamo alcun motivo per non inchinarci a voi." È una voce femmine e al quanto familiare. "Abbiamo solo fatto la cosa giusta... ma voi chi siete?" Chiedo impaziente che si tolgano il loro cappuccio. Esitanti, finalmente mostrano i loro volti e , dopo alcuni secondi di confusione e di stupore per il loro aspetto, abbasso lo sguardo nell'aver capito chi sono: le loro enormi code da sirena sono racchiuse come in una bolla piena d'acqua fino al busto, il loro aspetto mostruoso muta pian piano fino a renderle bellissime, dato che non sono più illuminate dalla luce del sola. La regina delle sirene,bellissima e cieca, è accompagnata da un'altra con un'armatura leggerissima, quasi sembra finta. " Wow. Ho perso di nuovo i sensi o vedo davvero due sirene?" Chiede Sem scioccato, suscitando uno sguardo di disapprovazione da parte di Efesto. "No , vede perfettamente, mio signore. Io sono Miriam, seconda regina del regno delle sirene e lei è mia sorella, la prima regina: Cassandra." Non sollevo lo sguardo perché so che incontrerei quello della madre di Lena e non voglio scoprire cosa lo circonda. Tristezza? O forse rabbia nei miei confronti? "Vostre altezze, a cosa dobbiamo la vostre presenza qui?" chiede Aurora, evidentemente ancora ignara della situazione. Mi sa che ne sono consapevole soltanto io. Miriam osserva il bambino che Aurora tiene in braccio ed ha la tentazione di toccarlo , ma si trattiene. "Mia Dria, credo che qui qualcuno sappia già il motivo." Tutti gli sguardi sono puntati suu di me. Che dovrei fare? Sorridere alla zia e alla mmadre di Lena come se niente fosse? Come se non mi avesse rovinato la vita? Non posso farlo. Non ci riesco con quel povero bambino che non ha alcuna colpa, figuriamoci con loro. "Em... potreste spiegarci?" chiede Aurora. La regina Miriam avvicina la mano della sorella alla mia ed io, per questione di rispetto non posso ritrarmi. È una fortuna che non veda la mia espressione. Appena sfiora la mia mano, percepisce il calore che sprigiona e si allontana un attimo. Poi sembra infischiarsene e me la stringe. "Cassiopea, giusto?" Chiede sorridendo e mi stupisco del fatto che Cassandra non ci dia del lei. Questa sirena è la creatura più bella che abbia mai visto, anche più di Aurora, con i suoi morbidi capelli dorati e gli occhi magnetici, il suo fisico - anche se da sirena.- perfetto...ma non posso valorizzare a pieno la sua bellezza. Assomiglia troppo a Lena. "Sì, sono io." dico schiarendomi la voce e sollevando finalmente lo sguardo. "Oh, cara. Dal calore della tua mano credo tu non sia molto felice di vedermi." "Non posso negarlo." Commento secca, pentendomene subito dopo. Sto aggredendo la regina cieca delle sirene che ha vissuto una vita d'inferno... ho proprio toccato il fondo.Fortunatamente, lei continua a sorridermi come se non ci fosse nulla di male in quel che ho detto. "Capisco perfettamente e lo accetto." Tutti mi guardano confusi ,in attesa di una spiegazione. "Su, non nascondere più nulla ai tuoi amici." sbuffo nervosa. "Mi sto addormentando..." commenta Sem. Ok, che male può mai fare? "La regina Cassandra è la madre di Lena." dico incontrando i suoi occhi spenti ed evitando gli sguardi scioccati degli altri. "Proprio così. Ariel, la mia bambina. " "Ariel?" "Il suo vero nome è questo. Set ha deciso di nasconderlo." Spiega Miriam non potendo fare a meno di soffrire silenziosamente per la sorella che comincia a lacrimare. Io rimango immobile. "O porca... scusi, cioè. E' così assurdo." commenta Sem che sembra essersi svegliato. "Dimmi, Cassiopea: mi somiglia?" chiede Cassandra. Fin troppo... "Sì. Le somiglia molto. Avete gli stessi occhi. E li ha anche suo nipote." mi sentivo in dovere di doverglielo dire. "N... nipote?" faccio segno ad Aurora di avvicinarlo, anche se lei esita qualche istante. "Eccolo qui." avvicino la sua mano a quella del piccolo. Miriam è sconvolta, perché sapeva di essere legata a quel bambino ma non in questo modo. Le sirene hanno dei legami affettivi talmente forti da riuscire a percepire quando sia o no legata a te una persona. "Oh... è così soffice. Posso?" Aurora glielo da un po' spaventata,ma non può certo dire di no a sua nonna. Cassandra sorride...no , ride proprio, svegliando il bambino che dopo aver pianto alcuni secondi si tranquillizza e osserva la sirena, come fosse ipnotizzato. Ha ereditato il dono di riuscire a riconoscere un suo familiare dalle sirene, tanto che ride contagiando un po' tutti noi. E' più grande dei miei figli di qualche settimana. "Miriam guardalo tu al posto mio. Com'è?" "Come deve essere? Bellissimo. Somiglia molto ad Ariel quando è nata." a questo punto, Cassandra fa la domanda che aspettavo, ma che non avrei mai voluto sentire. "Lei dov'è? E' morta?" Aurora prende la parola al posto mio, anche perché se parlo mi sa che combino un macello. Che dovrei dirle? Sai, volevo uccidere tua figlia ma dato che è mezza macchina e che è legata alla zanna di Argo non ho potuto farlo.... no, assolutamente no. "No, altezza: è viva , ma verrà condannata." questa non la sapevo nemmeno io. "A... a morte?" chiede Cassandra già con le lacrime agli occhi. "No. Alla seconda dimensione." Miriam prende il bambino prima che possa cadere, mentre Cassandra ha come un mancamento. Decido di concentrarmi sui miei bambini per evitare lo sguardo straziante di una madre. Io non posso provare compassione per Lena, lei non lo merita. Ma sua madre... la seconda dimensione è peggio della morte, è un continuo vivere nel terrore nella sofferenza fisica e psicologica senza potersi muovere, una continua sconfitta contro le tue paure più profonde. Non l'augurerei nemmeno al mio peggior nemico... aspetta, forse a Lena sì. Verranno aggravate chimicamente le sue condizioni fisiche, come il battito e la pressione sanguigna , portandola così vicino alla morte, per poi venire ibernata e condannata fino all'eternità. La seconda dimensione è la via di mezzo tra la vita e la morte, la via della sopportazione eterna. "Non... non potreste solo ucciderla?" sentire una madre dire una cosa del genere di sua figlia, credetemi, ti crea un senso di vuoto allo stomaco. "Non può morire. Ho provato ad ucciderla." dico con la voce tremante. Mi dispiace per Cassandra e per quel bambino, ma Lena non può rimanere impunita. Non posso perdonarla. Cassandra si arrende con le lacrime agli occhi. "Io..." non riesce a parlare per le lacrime. Interviene così Miriam che da nuovamente il bambino ad Aurora. "Ariel è cresciuta nella malvagità e non poteva che uscirne malvagia. Non vogliamo chiedervi di avere pietà di lei, ma fa male. Mi sembra chiaro. Vogliamo solo implorare il vostro perdono per quello che lei vi ha fatto e capire cosa effettivamente era rimasto della bambina che ricordavamo, ed eccolo qui. Nostro nipote. Ha ereditato il dono di respirare sott'acqua come noi, come Ariel." guarda il bambino con un amore ed una compassione incredibile. Aurora sospira sconfitta. "Quindi volete portarlo con voi. Mi sembra giusto." dice tristemente. E' incredibile che si sia affezionata tanto a quel bambino. "Sì ecco noi..." Miriam comincia, ma Cassandra la interrompe. "No. Quella meravigliosa creatura non sapremo come curarla, come renderla felice. Perciò vi prego, vi supplico di tenerlo con voi, di crescerlo ed educarlo a seguire la retta via. Io non ci sono riuscita con mia figlia, come pretendo di riuscirci con mio nipote? Qui sarà al sicuro. Sarà felice." gli accarezza la testa. "Ma è l'ultima cosa che le rimane di sua figlia." intervengo io letteralmente a bocca aperta. Quanta forza può avere questa sirena? "E' vero, e voglio che almeno questa possa trovarsi in una realtà migliore di quella che io ho offerto a mia figlia. Se io fossi andata a cercarla, se io avessi messo la parte l'idea che Ariel fosse morta, adesso non saremmo qui. Vi imploro. Tenetelo con voi." Aurora stringe la mano di Cassandra sorridendole, anche se lei non può vederla. "Regina, puoi stare tranquilla. Accoglieremo questa meraviglia a braccia aperte." "Oh, grazie mia cara... permettetemi solo di dargli un nome, o magari lo potreste considerare un secondo nome." "Ma certo, quale?" "Jacob. Era il nome di mio padre, ucciso da Set a causa mia. Vuol dire seguace di Dio, è un nome terrestre." "Jacob... si, direi che andrà benissimo, altezza." Aurora è entusiasta all'idea di tenere Jacob. Io non proprio. Mi sto basando su una frase di quella squilibrata per giudicare un bambino che probabilmente non la ricorda nemmeno. Ma quando lei ha detto che lui sarebbe stati il suo riscatto... non so. "Prima di andare, vorremo solo darvi un'ultima notizia: il pianeta in cui vivrete lo abbiamo offerto noi. Siamo lieti di condividerlo con voi, ve lo dobbiamo. Avrete così un regno da governare. E per te, Cassiopea..." Miriam esce fuori dalla sua bolla un fiore di una bellezza infinita, grande quanto una mano e di un colore bianco, pieno di petali. "E' bellissimo." "E' curativo ed è l'ultimo fiore rimasto della sua specie. Non so se nel caso di Nyco e Rych possa fare granché, ma credimi che può aiutare. Lo abbiamo conservato e protetto perché una leggenda dice che sia in grado di curare i mali più grandi.Il suo infuso libera la mente e riesce a spronarti per compiere il primo passo verso la guarigione." " Ma è l'ultimo." "Vogliamo lo abbia tu. Questa è l'occasione giusta per usarlo." prendo il fiore tra le mani e le rivolgo il mio primo sorriso. "Grazie infinite e perdonatemi se mi sono mostrata così fredda." "Non è facile non esserlo dopo ciò che ti è successo, lo accettiamo. Vi chiediamo solo di salvare ciò che è ancora troppo innocente per rovinarsi la vita." Miriam accarezza suo nipote e poggia la mano della sorella su quella del piccolo Jacob. "Ovviamente potrete venire a trovarlo quando volete." "Non molto spesso purtroppo. Grazie infinite per tutto ragazzi... o meglio, miei signori." si rimettono entrambe il cappuccio ed Efesto le accompagna fuori. Io tiro un pesante sospiro di sollievo. Mi fa ancora male pensare a Cassandra, ma se c'è un modo per aiutarla ad alleviare le sue pene, mi malgrado, quello è Jacob. "Quando avevi intenzione di dircelo che Lena era figlia della regina delle sirene?" chiede Aurora appoggiata da Chiara. "Veramente avevo intenzione di dimenticarmela questa storia. Quindi terremo il bambino?" "Sì, lo terrò io se a te darà fastidio." "Non mi da fastidio è solo che... insomma, cosa gli dirai se ti chiederà di sua madre e del padre che nemmeno conosciamo? E se avesse ereditato lo stesso potere oscuro di Lena? E se da grande vorrà vendicarsi?" "Hai avuto qualche visione particolare?" "No, ma..." "Allora non abbiamo nulla da temere. E' solo un bambino, Pea." osservo Jacob, sveglio mentre comincia a mettere le labbra a cucchiaino per piangere. Poi guardo i miei figli. Ho paura: ho paura per il loro futuro, ho paura che anche loro siano destinati ad una vita di sofferenze come la mia. Prima che possa dire qualcos'altro, uno dei varchi sulla parete si apre, mostrando il dottor Rupert. Dopo aver fatto un cenno del capo in segno di rispetto, mi rivolge uno sguardo. "Avrei qualche domanda da porle, mia signora."
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Unione di elementi 2-vendetta dal passato-
FantasySono passati circa tre anni dall' ultima battaglia contro §, un tempo abbastanza lungo per far sì che i nostri amici siano diventati più uniti, più forti ma sopratutto pronti per essere veri Daimio. A causa di dure prove per la riuscita di questo...