Capitolo 40

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Unione di elementi 2

Revenge from the past

RYCH'S POV.

Non c'è più calore qui, ne' un minimo di umanità. C'è la fine del mondo. Non so quante persone muoiano al giorno, ma già oggi ne ho viste cadere tre, stremate a terra ,e le guardie di Lena ci passavano sopra calpestandole, come fossero polvere, cenere di un fuoco che adesso non c'è più. Gli unici ad avere il cibo garantito sono i cani, che trovano i cadaveri e li portano ai loro cuccioli. Chissà quanti morti ci sono ancora per strada mentre io sto qui incatenato fino al collo con le catene anti-potere, in una cella dove non traspare nemmeno un minimo di luce. Credo che Nyco si sia fatto curare, dato che adesso riesco a respirare ed ho smesso di sputare sangue , anche se il dolore persiste ancora ed ho un occhio gonfio, oltre al colorito viola della faccia per i tanti lividi. Sono qui da due ore, credo,con la speranza che quella lucertolina sia servita a qualcosa e che non mi sia fatto massacrare per niente, mentre i rumori provenienti da fuori mi rendono inquieto e fanno salire il senso di rabbia, dallo stomaco alla gola. Vuole uscire. Voglio urlare. Sento rumori metallici strisciare, delle guardie che marciano, di urla di dolore e di ruggiti mostruosi. Non mi fanno paura, non è la prima volta che li sento. Con Set li sentivo di continuo, anche quando gli ero distante vedevo solo sofferenza e malvagità. Li provocavo io stesso, ero costretto a farlo.

Circa ogni dieci minuti, provo a spezzare le catene, pur sapendo che non ci riuscirò. Eppure nella mente di Efesto c'ero riuscito ... dimenticavo, Lena mi ci ha fatto riuscire. Rivedo mio padre che mi prende a pugni, Cronos infilzato, Russel morto . Perché? Perché accidenti mio padre non mi riconosce? Perché mio fratello è morto? Perché ho ucciso Russel perdendo la fiducia di Sem? Perché dovevo essere proprio io il Discendente oscuro? Odio la mia vita e la mia specialità è rovinare quelle degli altri. Ce l'ho nel sangue. Ho rovinato la vita di Sem, quella di sua madre , quella di Aurora ed ho messo fine a quella di Russel. Se l'occhio non mi facesse così male, lo avrei già utilizzato per sfogarmi e liberare le lacrime. Strattono le catene per la rabbia e mi faccio male per quanto sono strette. Non mi sento le dita. Ho la tentazione di strapparmi i capelli, ma le catene mi fermano. Perché Lena ha fatto tutto questo? Se sono io la causa di tutto, giuro che farò di tutto per porne rimedio. Eppure non penso abbia fatto tutto questo per me. E' comunque folle e contorta. Un mostro. Peggio di me e di suo padre messi insieme.

Sento la porta della cella aprirsi e quando sollevo lo sguardo vengo abbaiato dai fasci di luce che irrompono in questo buco di posto. Abbasso di nuovo lo sguardo per il fastidio. Due guardie sono ferme davanti alla porta. "Si comincia." Dice una ridendo. "Forza, alzati." Me la prendo con calma, senza smettere di sostenere i loro sguardi. Loro mi guardano infastiditi , non capiscono che non me ne frega proprio niente delle loro fruste già impugnate nelle mani, o dei loro sguardi maligni. Non mi fanno paura. Mi tolgono solo le catene che mi stringono le caviglie. Con una spinta mi fanno cominciare a camminare, una pistola al plasma puntata sulla schiena, e via per non so dove. Non oppongo nemmeno resistenza , tanto so che Lena mi controlla ventiquattr'ore su ventiquattro. Conosco ogni corridoio del palazzo che sto percorrendo, eppure mi sembra talmente diverso: prima c'era qualcuno che sghignazzava in ogni parte, o il rumore dei carrelli degli inservienti ... adesso si sente solo il terribile rumore metallico delle catene, del dolore e dell'inferno. Questa non è casa. Dopo aver salito i due piani ed essere uscito dai sotterranei, passo accanto a quella che prima era la stanza dei miei genitori, la porta è aperta e ci sbircio dentro, fermandomi anche: il letto è interamente bruciato ed il carion che avevo identico a quello di Nyco è stato tolto dal davanzale, e adesso non si sa neppure dov'è. "Questo non è un giro turistico quindi cammina." Un'altra spinta e si ricomincia. Ogni passo che compio c'è qualcosa di distrutto, sia fuori che dentro di me. Arrivati alla sala grande - posto nel quale si svolgevano i balli e che è l'unica cosa forse rimasta intatta- vedo una sagoma nell'ombra ,proprio di fronte a me. Qui è notte, quindi vi lascio immaginare quanto possa vedere considerando che di un occhio sono cieco. E' bassa, scura , gli occhi bianchi ... "Caterina.." lo sussurro appena. E' sempre stata sotto il servizio di qualcuno, ma stavolta è diverso. Non ho mai voluto così tanto che fosse libera. "Apri le porte nanetta." La guardia si riferisce a Caterina, che obbedisce quasi sbavando. Nota che le rivolgo uno sguardo di disgusto. "Inutile innervosirsi, signore oscuro. Tanto, anche volendo, la situazione non cambia. Quindi abbassa la cresta. E non è un consiglio." Mi dimeno perché gli vorrei dare un pugno, ma vengo spinto . Man mano che avanziamo, Caterina apre tutte le porte chiuse a chiave e noto che più ci avviciniamo alla sala del trono , più guardie ci sono, probabilmente ci stiamo avvicinando all'inafferrabile boss . Quelle chiavi iniziano a darmi sui nervi. "Perché tutta questa sicurezza? Il capo ha paura che il lupo la trovi?" credo che una guardia mi abbia lanciato un'altra occhiata minacciosa. Chi se ne frega?Massacratemi, uccidetemi perché è l'unica cosa che voglio. Arrivati, all'ultima porta che conduce alla sala del trono, Caterina si ferma per ordine delle guardie. "Dacci le chiavi." Lei gliele porge. Non capisco perché ci siamo fermati. Una delle guardie apre la porta e l'altra mi spinge dentro, per poi rinchiudere nuovamente a chiave. La sala è illuminata solo da alcune candele poste agli angoli della sala e dalla luce della luna che irrompe dalla finestra.

Unione di elementi 2-vendetta dal passato-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora