Capitolo 56

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Unione di elementi 2

Revenge from the past

ADUA'S POV.

Li hanno presi. Non abbiamo avuto tempo, ne modo... li hanno portati subito via, senza lasciare traccia, dileguati come nebbia. Continuo a mangiucchiarmi le unghie, seduta con la schiena a muro e le ginocchia al petto, furiosa col mondo, con Lena, con me stessa. Ritrovo finalmente i miei genitori ed ecco che perdo mio fratello. Siamo tutti in silenzio, seduti a terra, in attesa che quell'uomo ratto ci dica cosa fare. Hanno portato via Aurora e Cassiopea , e le Drie, lasciando il resto qui con una crisi isterica pronta ad uscire fuori. Poi, come se non bastasse, le gallerie sottoterra non sono poi la cosa più bella che esista. Odio stare qui, odio questi corridoi.... Odio non poter fare nulla per salvare mio fratello. Mi alzo nervosa , dirigendomi verso il portone in ferro che ci blocca dal mondo dei ratti giganti. "Adua aspetta...." Evan cerca di fermarmi per il polso, ma io lo strattono . Comincio a sbattere i pugni sulla porta e a sbraitare furiosa. "Ei! Aprite subito! Mi avete sentito?! Aprite immediatamente!" "Adua calmati." "Aprite dannazione! Non siamo noi il nemico qui! Non c'è ragione di tenerci fuori!" "Adua così non risolvi niente. Rompendoti e mani non riporterai qui Nyco, ok?" Sono stufa di sentirlo, di ascoltare anche solo una singola parola che esca dalla sua bocca. Mi volto di scatto verso Evan e comincio ad urlargli contro. "Sta zitto! Chiudi quella dannata boccaccia!" "Adua siamo tutti dispiaciuti per quello che è successo..." "Potevamo salvarlo anziché infilarci in un buco con dei ratti che non si fidano nemmeno di noi! Potevano combattere anche solo un altro po' per prendere sia lui che Rych! Ma non l'abbiamo fatto! Io non ho fatto niente per proteggere mio fratello!" "Tesoro vieni qui." Mi padre comincia a tirarmi per le braccia, allontanandomi da Evan ed impedendomi di scagliargli qualche pugno ben assestato. Lo abbraccio quasi subito, per poi cominciare a piangere e a singhiozzare talmente forte che la gola mi fa male. Smettila di piangere, stupida... smettila! Non ho mai pianto così. Odio piangere. "Tesoro lo salveremo, vedrai che lo riporteremo con noi." Non so come si possa sentire mio padre. Probabilmente responsabile. Insomma è stato lui a massacrarlo, anche se non voglio dire che è colpa sua. Per niente. E poi si aggiunge anche ciò che è successo ad Aurora, a Rych, a Silver... siamo distrutti anche emotivamente , adesso. E alla povera Cassiopea? Chi glielo andrà dire? "D'accordo... sto bene, adesso. Davvero." Mi stacco di malavoglia da mio padre, ma cerco di non darlo a vedere. Mi sa che si è capito che non voglio mostrare l'Adua debole e fragile. Adesso mi sono sfogata , basta essere bambine. Da questo momento, in corpo ho solo rabbia e determinazione. Fin quando non vedrò Nyco sorridente non mi passerà, per niente. "Dite che ci aprono entro due giorni?" chiede Sem infastidito, senza smettere di fare tremare la gamba per il nervosismio. Non sono Cassiopea, ma credo che non si ci deve sentire bene nel vedere tutti stretti al proprio padre, tutti tranne lui. Chiara gli si siede accanto , gli da un bacio sulla guancia, per poi stringerlo forte da dietro. Lui chiude gli occhi e si gode il calore di Chiara. Non sapete quanto li invidio: Chiara e Sem sono legati in una maniera incredibile, il loro rapporto è perfetto. Si amano tanto e da ben tre anni vanno avanti, se non di più,senza mai essersi lasciati una volta. A volta guadandoli mi sento davvero sola, stessa cosa quando vedo Nyco e Pea... ecco, ritorna la tristezza. Stringo le braccia al petto per un improvviso attacco di freddo. Sospiro pesantemente portandomi le mani tra i capelli. Mi verrebbe da strapparmeli via tutti. Mi sento improvvisamente afferrare da dietro. Coral mi si getta letteralmente addosso stringendomi forte. Ricambio indecisa. Ho legato in modo particolare con lei e , nonostante la sue condizione, capisce più di quando possa sembrare. Sono felice per lei, sul serio. Ha ritrovato suo padre, ha Evan. "Tu sei forte." Mi sussurra. Io le sorrido. "Anche tu lo sei. Forse più di me." Incontro lo sguardo di Evan. L'ultima cosa a cui voglio pensare in questo momento è lui.

Il portone viene aperto improvvisamente, accompagnato da un rumore assordante. Un uomo abbastaza peloso con tanto di basette ci accoglie. "Allora?! Che avete da guardare?! Volete entrare o no?!" ci guardiamo tutti confusi. "Ma... dov'è finito l'uomo ratto?" chiede Chiara. L'uomo sbuffa infastidito. "Adesso lo chiamo..." si fa scrocchiare il collo e poi accade una cosa disgustosa: tutto il suo corpo, la sua faccia, si deformamo e si riempiono sempre più di pelo, dal suo sedere sbuca una coda di due metri rosa, ed i suoi denti s'ingrandiscono in maniera smisurata. Diventa quel ratto nel giro di pochi secondi. Lisa indietreggia spaventata e a bocca aperta, andando a sbattere contro di me. Sulla Terra non trova questo genere di cose. "Che schifo..." commento io a bassa voce, ma il ratto mi sente. "Non era il mio intento essere bello ai vostri occhi, signorina. Comunque, se volete davvero che noi vi aiutiamo e vi pariamo il vostro bel sederino, vi conviene essere carini nei nostri confronti, chiaro?" si riferisce a me, Sostengo il suo sguardo da ratto. "Perdiamo Efesto e ci ritroviamo questo qui..." commento infastidita, ma lui si avvicina minaccioso. "Chiaro?!" ribadisce facendomi venire da vomitare per l'alito disgustoso. "Adua per favore..." mi ammonisce mio padre, e non posso fare a meno di sbuffare. "D'accordo, d'accordo. Spero tu sia contento, signor ratto." "Mrs antipatia, io non sono il signor ratto." Ritorna al suo stato di uomo peloso e rugoso. "Io sono Tertas." Nel sentire quel nome rimaniamo tutti a bocca aperta, soprattutto i nostri padri. A quanto pare il mostro che porta via i bimbi esiste davvero. Rido incredula. L'incubo dei baby Daimio è qui davanti ai nostri occhi. Ma sul serio?! Io da bambina gli avrei staccato la coda! "Tertas? Ma non era una storiella per spaventare i bambini?" chiede Chiara. Tertas si mostra offeso. "Vi sembro frutto di una storiella metropolitana?Sappiate che se io e tutto il mio popolo siamo finiti sotto terra è stato per colpa di uno di voi, di un Daimio. Ma è stato tanto tempo fa, e non ho intenzione di raccontare questa storia, chiaro? Mi sa che state facendo tutto il possibile per rimanere qui fuori." "No . Tertas, ti prego di perdonare la nostra insolenza. Io ho mia figlia lì dentro che ha appena partorito, Angel vuole solo verificare se sua figlia sta bene. Ti prego." Interviene Cortés. Se non funziona, posso prenderlo a pugni? Ne ho una voglia matta. "Nah! Stare qua sotto per così tanto tempo mi ha rammollito! Forza entrate e non commentate se vedrete altri signori ratti." Mi rivolge uno sguardo infastidito. Sento che si restaurerà un bel rapporto... cose giuste. "Ah , un'ultima cosa..." blocca il nostro cammino, e andiamo tutti a sbattere l'uno con l'altro. "Che c'è ancora?!" chiedo infastidita ed impaziente di entrare. "Per vostra informazione, la storiella su quelli della mia specie è sbagliata." Lo guardiamo confuso. Tertas sorride mostrando i suoi orribili denti giallli. "D'accordo, sbuchiamo da sotto terra. Ma non mangiamo i bambini." Non capiamo cosa vuole dire fin quando non ci mostra il suo mondo sotterraneo. Sorrido spontaneamente: sotto di noi, un'intera piazza è cosparsa di bambini che giocano con quelli come Tertas, si rincorrono... sono felici. Sono salvi. "Flash aveva ragione. Tutti i bambini scappati erano sotto terra." "Allora, Daimio... avete ancora paura di me?" dice ironico. I nostri padri non riescono ad essere offesi nel vedere almeno una parte di popolo sana e salva. Dopo aver visto quei bambini guerrieri, questo sembra il paradiso. "Volete stare lì impalati oppure volete scendere e stare con loro?" dai nostri sorrisi , capisce che non stiamo più nella pelle. Scendiamo lungo una ripida discesa, poggiandoci da un parte all'altra fin quando, non appena fermi, Tertas emette un verso assordante, attirando a se l'attenzione di ogni uomo-ratto e bambino presente. Cala un silenzio tombale. "Amici miei, accogliamo i nostri nuovi ospiti: i Daimio sono tornati tra noi!" Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzanti, un bambino avanza a bocca aperta, tenendo per mano una bimba più piccola. "Non ci credo. Sono ancora più grandiosi da vicino!" detto questo, tutti i bambini ci vengono addosso. C'è chi tocca la spada di mio padre, chi l'armatura di Angel. Dei bambini pregano Sem di farli volare, gli saltano addosso facendolo cadere a terra. Molte bambine, invece, vanno da Chiara, le fanno delle treccine, l'abbracciano forte. Io , Evan, Coral e Lisa non veniamo presi in considerazione. "Wow... sono davvero famosi qui." Commenta Lisa divertita nel vedere il povero Sem assalito dai bambini. "Già. Hanno salvato Omega una volta, si spera che lo facciano di nuovo, no?" "Evan!" un bambino strano, dai capelli verdi e riccioli, gli stringe le gambe. "Bill?" Evan è confuso e felice allo stesso tempo. Altri bambini cominciano a circondare sia lui che sua sorella. Saranno del suo popolo. La scena che ho davanti agli occhi potrebbe anche essere gratificande, se non fosse che io non vengo quasi riconosciuta. Insomma, a chi importa che io sia la sorella del Daimio celestiale, nonché Daimio bianco? Nessuno. Lo capisco. Infondo io non sono una Dria, né la principessa di un villaggio di guaritori, solo che... è frustrante. Non è gelosia la mia, solo insoddisfazione. Anche io ho lottato, anche io ho combattuto... ma non me la prendo più di tanto. Infondo sono solo bambini. Mi basta vedere quei loro sorrisini per farmi sentire meglio. E poi non voglio influenzarli con la mia indifferenza. Sono felice per loro, nel vederli sani e salvi... ma io non sono felice.Inutile negare l'evidenza "Ei?" una ragazzina mi tocca la spalla. Può avere si e no dodici anni, massimo tredici e ha una carnagione che tende all'arancione, con delle piccole antenne che le sbucano dai capelli rossi. Può sembrare strano, ma non mi stupisco più di tanto. Vedo ogni giorno dei mostri assetati di sangue, una bambina dalla forma aliena non uò certo farmi impressione. "Sì." "Ma quella è un umana?" indica Lisa. "Oh... sì, lei è umana." "Quindi non ha poteri?" chiede un altro bambino dall'aspetto simile a quello della ragazzina. "No, non ne ha." "Allora come fa ad esservi utile? Insomma, tu hai qualche piccolo potere, ma lei nemmeno uno." "Ecco, veramente.." interviene anche un altro ragazzino. "Perché il suo viene considerato un potere? Non ne avevo idea!" Inizio seriamente a stufarmi di questa storia dei poteri. "Sì. Il mio viene considerato un potere a tutti gli effetti." Sbotto seccata. "Io sapevo fosse derivato." Di nuovo quella bambina dai capelli rossi. "E con questo? E' pur sempre un potere... ecco, utile." Lo è? Inizio a sentirmi in imbarazzo, il che è già di per se assurdo se penso che sta accadendo per colpa di dei bambini. "Se lo dici tu... però è più bello il potere del fuoco, o dell'acqua." "Non è vero! Quello del vento!" inizia una disputa tra i bambini per scegliere quale potere sia il migliore. "Adniamo, tutti i poteri sono imortanti." Cerco di calmarli io. "Non è vero! Quelli di Nyco e Rych sono i migliori.Loro sono i più forti, nessuno riesce a batterli!" un'incredibile senso di furia mi sale in tutto il corpo, facendomi tremare, ringhiare... " Se davvero fossero stati i più forti, sarebbero qui. Mio fratello sarebbe ancora qui..." lo sussurro a denti stretti. "Cosa? Perché dove sono?" cala il silenzio. Già dove sono? Magari in catene, magari torturati... e noi siamo qui a non fare nulla. "Li vedi qui per caso?" chiedo infastidita ad un bambino. Lisa mi si avvicina e cerca di farmi calmare. "Loro non possono essere stati catturati! I loro poteri sono...." Ora basta! "Finitela! Tutti i poteri sono importanti! Anche quello delle formiche può essere utile, Chiaro? Magari quello celestiale può sembrare più potente di quello del fuoco o della natura, ma senza di essi, l'universo non esisterebbe. E tra questi includo anche il potere della Luce. E non vedete che non sono qui?! Che quelli che voi credete i più forti non sono tra noi?! Perciò non pensate mai che un potere sia inutile rispetto ad un altro, perché non è così, e anche se fosse, voi tutti potreste considerarvi inutili" i bambini mi guardano spaventati, chi a bocca aperta. I più piccoli sono sul punto di piangere. Grande... sono proprio un genio. Già che non venivo considerata, adesso non mi possono vedere. Faccio pena, pietà e compassione. Comincio ad addolcire il tono della voce. "Non... non volevo rimproverarvi. Quel che voglio dire è che, anche se non avete poteri, anche se vi sentite inutili rispetto ad altri, non vuol dire che lo siete per il resto del mondo. Chiunque nel suo piccolo può fare qualcosa. Anche un'umana come Lisa ,e credetemi quando vi dico che ci ha dimostrato di essere piena di risorse. Senza di lei, probabilmente noi non saremmo qui. Lo so che da un 'umana non vi aspettavate tutto questo. Quindi non permettete mai a nessuno di dirvi di essere inferiori, di essere deboli... perché in ognuno di noi si nasconde un guerriero pronto a combattere per le giuste cause. Nyco e Rych sono speciali, è vero ma... ma non ce l'hanno fatta nonostante i loro poteri." Sono sul punto di piangere. Non so esattamente perché abbia espresso questo pensiero, so solo che adesso mi sento incredibilmente imbarazzata. Forse non avrei dovuto, cosa ne possono capire i bambini? Mi sento una stupida... forse l'ho fatto solo come sfogo. "Scusate io... devo andare." mi allontano terribilmente imbarazzata, lasciando i bambini in mezzo ai Daimio, ancora a bocca aperta e silenziosi. Sono un'idiota. M'infilo velocemente in un delle tante gallerie che circonda questa enorme piazza sotterranea, mi appoggio alla parete per poi lasciarmi andare e cominciare a piangere. "Smettila... smettila di piangere." Rimprovero me stessa. "Forse non sei così antipatica come pesavo. Hai un cuore anche tu dopo tutto." Sobbalzo dallo spavento. Tertas avanza dal buio del corridoio , fumando qualcosa che non ho la minima idea di cosa possa essere. Prima di voltarmi verso di lui, mi ricompongo e asciugo velocemente le lacrime. "Sei venuto per dirmi ancora una volta quando sei felice di avermi tra i piedi?" "Era mia intenzione, ma adesso..." tiro su col naso e asciugo un'ultima lacrima. "Guarda che non è un reato piangere" mi dice lui divertito. Posso spaccargli quei denti da ratto? "Guarda che chi si fa gli affari suoi campa cent'anni." Rispondo fredda. "Io ne ho seicento mia cara. Cento anni sono un baffo per me." Rimango a bocca aperta. "Oh..." commento senza sapere esattamente cosa pensare. "Anziché continuare a fare l'antipatica, seguimi." Getta la sua sigaretta – se così la possiamo chiamare- a terra per poi incamminarsi. "E perché dovrei seguirti?" " Perché stanno arrivando sia tuo padre che il tuo principino dal potere del fulmine quindi, a meno che tu non voglia sentire le loro pietose parole di conforto, ti conviene ascoltarmi." Non obbietto, anzi lo supero col passo. Queste gallerie sono illuminate ogni tanto da qualche torcia, ma rimangono pur sempre poco illuminate. "Da quando tempo vivete qui, esattamente?" chiedo io, insicura se abbia fatto bene. Lui fa una risata disgustata, quasi forzata prima di rispondermi. "Da trecento fottuti anni e credimi: solo perché siamo per metà ratti non vuol dire che sia piacevole stare qua sotto. La terra ha un sapore di merda! E poi, dannazione, una fottuta metà della mia vita l'ho vissuta sotto terra!" rido lievemente per come si muove. Ha un atteggiamento strano: ogni tanto arriccia il naso, le sue unghie sono dieci volte più lunghe delle mie - vabbe, non è poi così difficile... io le mangio- , per non parlare della peluria dappertutto. "Be'... possiamo dire che avete molta pazienza." Si riaccende un'altra di quelle strane sigarette. "Vuoi?" mi chiede fermandosi davanti ad una tenda. "No grazie... non m'ispira molto. Posso sapere cos'è?" "Diciamo che la terra ne è un componente fondamentale..." "No. Decisamente." Si fa una bella risata per poi aprire la tenda e farmi cenno con la testa di guardare. "E' grazie a quel piccoletto che voi siete quaggiù con ancora la pelle addosso." Avanzo nella stanza confusa, fin quando trovo quel mostriciattolo mentre versa con fatica del latte in un biberon. "Non ci credo. Pixel!" accorgendosi della mia presenza , si alza in volo fino al mio viso, cominciandomi a baciare a modo suo, sbavandomi tutte le guance. "Che schifo! Pixel dai! Anch'io sono felici di vederti mostriciattolo!" non gli ho mai mostrato così tanto affetto. "Ma come... perché? Noi ti avevamo lasciato alla grotta... come accidenti hai fatto?!" "Lui e i suoi amichetti pixel sono più furbi di quanto credi. Sono venuti qui chiedendoci aiuto, di modo da salvarvi tutti quanti. Inoltre, ha tratto in salvo anche qualcun altro." Rivolgo uno sguardo confuso ed incredulo a Tertas. "E sarebbe?" lui sorride soddisfatto. "Pixel, vai a portare i biberon ai loro destinatari. Io porto Adua dal nostro superstite." Abbastanza curiosa, segu Tertas fino ad una stanza comunicante a questa. "Pronta?" "Non sto nella pelle." Quando apre la tenda non riesco a credere ai miei occhi.

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