Capitolo 58

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Unione di elementi 2
Revenge from the past

NYCO'S POV.

Questa volta non ho perso i sensi, ma avrei voluto farlo. Vengo trascinato via da questa cella dove Lena continua a sbraitare. Io non la sento, non la metto nemmeno a fuoco. Ti prego colpiscimi in testa e poni fine a questa tortura. Il mio accompagnatore non si è nemmeno preoccupato di mettermi il sacco in testa. Non capisco niente comunque. Mi sento appiccicoso, dolorante, debole. Non riesco a respirare, a muovere un dito. E'come se non sentissi più il mio corpo, come se stessi per morire. So come ci si sente, ricordo il momento in cui perdi le ultime energie. E' il seguito che mi è oscuro, ma sinceramente non voglio affrontarlo un'altra volta. Devo resistere, anche se è dura. Fin troppo dura. Credo che sia un orco quello che mi sta tenendo sulla sua spalla come fossi un sacco. Non posso nemmeno verificare. Il mio campo visivo viene continuamente invaso da stelline che si comportano come martellate per la mia testa. Ho la tentazione di vomitare per il gusto di sangue che ho ancora in bocca, ma la gola sembra come graffiata, prude, fa male... non lo capisco.Come se mi si siamo spezzate le corde vocali. Qualcosa continua a penzolare davanti al mio viso. Chiudo gli occhi un momento , per poi riaprirli a fatica e cercare di mettere a fuoco: è il ciondolo della collana di Cassiopea. Forse è l'unica cosa chiara che vedo. Cerco di muovere la mano per afferrarlo e stringerlo , ma non ci riesco. Cerco di concentrarmi solo su di lei, cerco di dimenticare il dolore che provo... non ce la faccio. Voglio perdere i sensi... non ce la faccio a stare in questo stato pietoso. L'orco dice qualcosa e per quanto mi sforzi a capire , niente. Credo stia ridendo , perché le sue spalle si muovono su e giù provocandomi ulteriore dolore al petto. La pelle d'oca attraversa tutto il mio porco in poco tempo, svegliando come i muscoli che cominciano a formicolare fastidiosamente. La tentazione di muovermi è alta, ma anche lo spostamento di un millimetro mi farebbe gridare. Chiudo gli occhi di colpo, li stringo per sopportare di nuovo l'ulteriore debolezza. La sento... è di nuovo quella presenza. So che sembra raccapricciante e assurdo, ma è come se volesse strozzarmi, con se avesse delle mani invisibili. Fortunatamente il tutto dura poco e si conclude con un tonfo che io sento come se fossi sott'acqua, probabilmente dovuto alla chiusura di una porta. Vengo afferrato per la vita, sollevato e per la prima volta dopo quel che successo emetto un suono, simile ad un lamento. Trattengo il fiato fin quando vengo gettato a terra. Stavolta grido. Il colpo ha risvegliato con un fulmine dentro di me, un'esplosione urta contro tutto il corpo. Prendo fiato a fatica, cercando di sdraiarmi di schiena, ma ogni volta che mi sollevo sui gomiti ricado. Decido di non tentare più, di rilassare tutto il mio corpo e di rimanere in mobile. Ci pensa qualcun altro a farmi girare, rimettendomi le catene ai polsi che io quasi non sento più. Non è una guardia, nemmeno un orco. Per quei pochi lineamenti che riesco a distinguere, è troppo esile. Cerco di chiedere chi sia, ma il fiato mi serve per respirare. Ricomincio a sentire qualcosa,  sempre in maniera confusa. "Adesso ci penso i... andare." È una voce familiare. L'orco sbraita qualcosa, ma la figura misteriosa continua senza temere. "E' stata Lena a... sono sempre controllata... da temere." Comincio a pensare di essere diventato sordo. Cerco di sollevare la testa, ma lo sconosciuto mi blocca. Credo dica di non sforzarmi. "Aiutami solo ...a muro." Non mi sforzo più non capisco niente comunque. Cominciano a trascinarmi fino a poggiarmi con la schiena a muro. Mi... gira ... la testa. Basta. Perché non riesco ad addormentarmi?! Lascio andare la testa contro il muro e chiudo gli occhi. Devo pur riprendere la vista da un momento all'altro, perciò mi riposo, non mi sforzo per almeno un minuto. Ritorna pian piano l'udito. "Prova a combinare qualcosa, e sai che ti aspetta. Chiaro?" minaccia l'orco. "Chiarissimo, signore. Sono qui per ordine della stessa signoria. Sbrigo il mio lavoro e me ne vado. Lo giuro." È una voce femminile. Sembra spaventata. "Va bene. Ah, tra poco arriverà anche l'altro, pensaci tu. E' strano che Lena non ti abbia ancora tolto dai piedi, infondo sei inutile." La risata dell'orco si va via via sfumando. Credo se ne sia andato. "Nyco? Riesci a sentirmi?" più l'ascolto, più mi è familiare. "Fai anche un piccolo movimento se sei sveglio. Forza." Raddrizzo la testa, staccandola dal muro. "Ascolta devo farti indossare questa maglia, sennò morirai d'ipotermia." Non so nemmeno come, fatto sta che riesce a mettermela poi qualcosa di freddo mi circonda i polsi. Sono di nuovo in catene. "Nyco ascoltami. Dai apri gli occhi, non mollare anche perché il tuo corpo non te lo permette per natura. Hai come qualcosa dentro te che ti da maggiore resistenza al dolore, è per questo che non hai ancora perso i sensi, mentre quando lo facevano a Rych lui non durava nemmeno cinque minuti. " non voglio ascoltarla, chiunque sia. Voglio solo riprendere le forze. Voglio tornare dalla mia famiglia, da Cassiopea, da Aska ed Aron. "Prova ad aprire gli occhi. So che vorresti con tutto il cuore che questa tortura termini, ma devi resistere. Avanti, prova." Sento un panno umido pulirmi il viso delicatamente. Sembrano quasi mani abituate a farlo. Apro gli occhi chiudendo più volte le palpebre. Quando pian piano la mia vista ritorna quella di sempre, mi ritrovo davanti degli occhi a mandorla. "Hai visto che ce la fai? Cominciavo a credere che la femminuccia di un tempo che aveva paura di un ago ti avesse sopraffatto." cerco di mostrare un lieve sorriso nonostante lo stupore. Non ho più visto Ro da quello che è successo tre anni fa. A differenza di Oran , lei non è voluta restare e non ho la minima idea di dove sia stata tutto questo tempo. Porto lo sguardo dietro di lei mentre continua a pulirmi la faccia. I bambini mi guardano terrorizzati, disgustati per il sangue che mi macchia. Davanti a tutti il bambino dagli occhi arancioni a cui ho salvato la pelle ha i pugni stretti, le labbra serrate. Non piange, è arrabbiato. Cerco di dire qualcosa , ma lui se ne va prima che io possa rassicurarlo. Probabilmente si sente in colpa. Improvvisamente la schiena brucia in manier insopportabile e sono costretto ad inarcarla , urlando a fatica. "Che succede?!" mi chiede Ro confusa. Che cosa ne posso sapere?! Proprio quando cerco di riprendermi , la porta viene spalancata e Rych gettato a terra. Trema come una foglia, ringhia per cercare di trattenere il dolore. Un enorme taglio gli attraversa la schiena, tagliando anche un punto del tatuaggio. E' un colpo di frusta. "Allora?! Che sta aspettando, incatenalo a muro!" ringhia una guardia contro Ro. Lei trascina Rych a fatica, nessuno osa aiutarla. Prima gli mette la maglia, poi le catene come ha fatto con me. "La prossima volta che fai una cosa del genere, i colpi di frusta diventano dieci." Commenta un'altra guardia entrando e giocherellando con la frusta. "E tu , sbrigati. Non devi mica trasferirti qui. Una pulita e via." "sì, Signore." Ro abbassa il capo, pulendo anche il viso di Rych. Lo osservo stringere i denti, tremare e mi viene la nausea nel capire che sono combinato nel suo stesso stato. Uno stato pietoso. Ro fissa le catene di Rych a muro, trattenendosi un attimo. "Sbrigati che non abbiamo tutto il giorno!" viene poi verso di me per fissare anche le mie catene. Ecco che mi sussurra all'orecchio queste parole : "Rych non si è arreso del tutto, ma sta perdendo le speranze. Ti prego aiutami a tirare fuori la sua sicurezza perché ci serve. Qui però bisogna recitare. Una minima frase sbagliata e loro lo vedono attraverso le loro telecamere, attraverso Lena stessa. Dovete capirvi con un semplice sguardo, chiaro. Non può controllare le vostre menti solo grazie a te. Se tu resisti, allora rimarrete lucidi." "Vuoi sbrigarti!" la rimproverano con già in pugno la frusta. "C'è un problema con le catene, sono arrugginite , signore e ... "A chi vuoi che importi?! Piantala di lamentarti e sforzati di far funzionare quelle mani. A mr distruzione non piaceva la loro cella. Prenditela con lui se non vengono utilizzate le solite catene." Mi sforzo per rivolgere uno sguardo a Rych. Lui ride. Sembra assurdo, lo so. Ma sorride. Poi guardo il punto in cui doveva esserci la cella. E' diventato un magazzino di macerie bruciate, la porta è saltata via. "Mi sa che vuoi un'altra frustata, eh?" "Non credo che la grande signore accetterebbe questo." Interviene Ro. La guardia ha la tentazione di colpirlo. "Mi limito solo per i moccio setti che si nascondono come topini." Ro continua a sussurrarmi velocemente. "Nyco ti prego. Niente più errori. Mostrati debole, mostrati fragile. Sta al suo gioco. Nel frattempo medita, cerca di far sviluppare il tuo potere, di purificarlo.Io torno presto e vi darò via via consigli. Dovete raggiungere lo Stato di Materia, prima che..." "Basta!" Ro viene violentemente afferrata per il braccio e trascinata via. Prima che cosa? La porta si chiude in un tonfo. Comincio a pensare alle parole di Rych. Ecco perché mi ha zittito. Sapeva che ci stavano osservando. Ritorno a guardarlo, lui se ne accorge. Prende fiato dopo aver tossito "Ribadisco per l'ennesima volta: sei un idiota." Dice sorridendo. Già , lo sono davvero per aver creduto che quel presuntuoso se ne sia andato. Poi ritorna l'amarezza, il dolore. Io non dovrei essere qui. Nemmeno Rych, nemmeno questi bambini,nemmeno Ro. Dobbiamo andarcene. In un modo o in un altro. Un bambino piccolo comincia a correre verso di me. Due anni, forse. Non corre nemmeno bene. "Fermati! Una bambina più grande, sua sorella probabilmente, lo rincorre. Il piccolo inciampa e mi cade addosso. Stringo i denti. Il bimbo ride. Magari potessi farlo anch'io. "Non toccarlo! Lascialo!" la bambina mi strappa letteralmente suo fratello dalle braccia.Ai... tranquilli, trattatemi ancora come fossi una bambola di pezza. Rivolgo uno sguardo a Rych, lui ha capito benissimo quello che sto per fare. Come possono i bambini rappresentare una minaccia? Cercare di convincerli che noi siamo i buoni non è poi qualcosa che Lena si aspetta che faccia? Cerco di sedemri in maniera più comoda, ma quando impego forza sulle braccia mi prento subito di quel che ho fatto. Prendo fiato. "Perché..." mi esce un sussurro strozzato. Nessuno ha capito niente. Ci riprovo "Perché avete paura di noi?" i bambini indietreggiano ancora di più. Mi accorgo solo ora dei sacchi a pelo sparsi per terra e di quanto sia grande questa stanza circolare. Continuo a meravigliarmi del fatto che non l'avevo mai vista. Mi fanno male le tempie se giro lo sguardo, dannazione. "Sapete chi siamo?" chiedo ancora tutto d'un fiato. Nessuno mi degna di una risposta, così appoggio la testa a muro nel'attesa. "Siete dei mostri." Dice una bambina all'improvviso. "Noi non..." deglutisco pentendomi di non aver bevuto nemmeno un sorso di quell'acqua. "Non è vero.. Davvero non ci riconoscete?" "Certo che vi conosciamo. O almeno credevamo di conoscervi." Un ragazzino scuro di pelle, uno tra i più grandi si fa avanti con le braccia incrociate. Il suo timbro di voce è acuto. Mi stordisce in maniera incredibile. "Di che parli?" chiede Rych sussurrando mostrando finalmente un minimo d'interesse. "Credete che solo perché siamo bambini non capiamo quel che succede o non proviamo rabbia? Per colpa vostra, i nostri genitori sono tutti dei mostri. Li avete venduti per avere in cambio degli stupidi mostri in più per conquistare la Terra. Ma alla fine Lena vi ha fregato prendendo Omega." Dovevo immaginarlo che Lena avrebbe cancellato anche la fiducia dei bambini nei nostri confronti. Con grande sforzo ed ignorando il dolore alla testa, stacco la schiena dal muro, sollevo lo sguardo. Non chiudere gli occhi... resisti. "Saremmo noi il nemico quindi? No la donna che vi sta privando di vivere senza paura?" "Ma... ma lei ci dà da mangiare." Dice una bambina intimidita. "E da bere. E ci da un posto dove dormire e dove rimanere protetti." Si aggiunge un altro. Una ristata amara seguita da un forte colpo di tosse da parte di Rych fa zittire i bambini. Sono praticamente terrorizzati da lui. "Quindi vi fa sopravvivere, ma non vivere." i più piccoli si mostrano confusi. Quello di Rych era più un commento per se stesso. "Quello che Rych vuole dire è che..." prendo fiato. Sono davvero in pessime condizioni. "E' che Lena vuole solo rendervi schiavi guerrieri, non vuole rendervi felici." "Perché voi invece? Non fate altro che scontri e guerre, che coinvolgono sempre persone innocenti." S'intromette di nuovo quel ragazzo dalla pelle scura, avvicinandosi a me. "Quindi ci considerate nemici?" chiedo ancora incredulo. "Sì. Tu hai massacrato Logan e Falco." "Magari se lo meritavano..." commenta Rych infastidito . "Tu , invece hai ucciso il Daimio del vento e quasi anche Aurora." Rych s'irrigidisce di colpo. "Non sai se è davvero andata così,magari è una bugia." Commenta una bambina. "Sta sempre di fatto che lui è il Daimio oscuro. Io scommetto anche che in realtà ha architettato tutto lui. E poi non avete visto come ha distrutto la sua cella? E' solo un mostro." "Smettila, non è vero. Lui non è un mostro. Lui..." Mi volto di nuovo a guardarlo. Ha lo sguardo basso, i pugni stretti. "Rych..." "Non li hai sentiti? Sono l'uomo nero. Non parlarmi, potrei mangiarti la lingua." "Tu non sei un mostro." "Oh, ma piantala! Lo pensavi anche tu fino a venti minuti fa. Inutile negarlo, mi odi anche tu ed io odio te, chiaro?" per un attimo penso che stia fingendo come aveva suggerito Ro, ma quel suo sguardo... non lo so. "Sì, Nyco, ti odio. Con tutto me stesso. E lo sai perché? Perché nonostante siamo la stessa persona, alla fine il cattivo, il mostro, il Daimio oscuro sono sempre io. Pensare che io sia legato ad un mr perfettino come te mi fa solo stare peggio. Tu non sbagli mai, tu sei il migliore..." da un pugno a terra ed una smorfia di dolore accompagnata da un gemito abbastanza forte lo fa tremare di nuovo. La cosa strana è che poi da un altro pugno, e poi un altro ancora, come se gli piacesse provare dolore. Il problema è che lo provo anch'io. Mi lascio di nuovo andare a muro. "Smettila..." sussurro appena. "Dannazione smettila!" urlo provocandomi una fitta al petto. Prendo fiato per l'ennesima volta. Comincio a stufarmi di questa situazione. "Adesso non parlate più, eh?" Stavolta si rivolge ai bambini, ma con calma. Fin troppa. Rych diventa sempre più strano, inquietante. "Sapete che c'è, ragazzini? E' vero , sono un fottuto mostro cattivo che distrugge tutto quello che tocca. Una cella, una famiglia, un padre, l'amicizia... perfino l'amore. Ma lo vedete questo sangue schifoso? Fa impressione, eh? Sappiate che me lo sono procurato per cercare di essere buono e per proteggere voi. Ma a quanto pare anche se getti sangue, anche se giaci a terra stecchito le persone se ne fottono di te. Ti calpestano. E vedrete che Lena farà lo stesso con voi. Ovviamente siete liberi di non credermi... tanto nessuno si fida di me, non è una novità." Detto questo scruta tutti con uno sguardo di ghiaccio, spento, senza emozioni. "Avanti. Rinfacciatemi ancora che faccio schifo pietà e compassione. Che aspettate. Anzi, visto che ci siete chiamate una di quelle guardie e chiedetegli pure di piantarmi un bel pugnale nel cuore, così tolgo il disturbo." Lo sto perdendo. Sto perdendo la scintilla che scoppia in Rych ogni qual volta siamo in pericolo. Quella che lo rendeva vivo, forte. Mi serve. Non posso farmela scappare. Dal pavimento si sente improvvisamente un forte rumore meccanico, seguito poi da delle pareti bianche, limpide, che si sollevano da esso per poi formare una gabbia attorno a noi. Ecco , e ti pareva. Sembriamo al manicomio qui dentro. "Saranno contenti adesso." Commenta Rych. Adesso basta. Non so come diamine faccio, fatto sta che comincio a strisciare verso Rych, ignorando il dolore, ignorando i commenti dei bambini. Striscio come un serpente fin quando le catene si tendono. Gli afferro il polso. Lui nemmeno si volta. "Ascoltami bene perché non ho il fiato per dirtelo una seconda volta." Mi guarda di striscio. "Non me ne frega di niente se mi odi, ne di quel pensano di te o di quello che pensi tu. Mi fido solo di quello che ho visto in questi anni in cui non abbiamo fatto altro che essere in competizione. Questo Rych mi fa ancora più schifo di quello di prima , ok? Con te si riesce a parlare solo utilizzando l'arroganza che tu stesso fai nascere. Apri bene le orecchie: io voglio tornare dai miei figli e da Cassiopea, dai miei amici, dalla mia famiglia. E non posso farlo se tu non ti decidi a darti una svegliata, chiaro?" "Sì, continua a rinfacciarmi il fatto che hai una bella famigliola che ti aspetta, mentre io è assai se ho ancora mia madre..." "Ma senti quel che dici? Aurora non è innamorata di questo Rych." Stavolta si volta a guardarmi con quella furia omicida che alimenta quel lupo mostruoso. "Aurora sarebbe delusa. Non ti guarderebbe neanche in faccia. Riescono a colpirti all'animo dei bambini, Rych... davvero sei così debole?" ecco che fa una cosa che non mi sarei mai aspettato. Porta la mano sulla spalla, dandosi un pugno da solo. Il dolore che mi fa provare è incredibile. Sta perdendo il lume della ragione. "Sul serio?!" come risposta si da un altro pugno. "Si continua a farti del male, a farmi del male... tanto Aurora rimane sempre attaccata a dei macchinari." Me la sono cercata. Stavolta il pugno arriva al braccio con cui mi sorreggo, e per quanto debole possa essere –considerando che anche un capello mi ucciderebbe in questo momento.- arrivo a terra e non posso fare a meno di gridare. Vado a sbattere anche il naso, e ci mancava solo che sanguinasse di nuovo. Porca miseria basta. Sia per sopportare il dolore che per la rabbia –in realtà soprattutto per quella- stringo ancora di più la presa al suo polso, provocando dolore perfino a me. "Piantala di auto commiserarti. Ci sono passato anch'io. Quando tante persone muoiono per colpa tua, persone che erano cento volte meglio di te, persone che avevano una vita intera davanti. Persone che sono andate incontro alla morte solo perché io dovevo starle lontano. E sai benissimo di chi sto parlando." Contrae la mascella furioso e tenta di liberarsi, ma lo stringo ancora. "Cronos credeva che il mio potere bianco fosse ad un livello incredibile, credeva che se fossi morto, tutto sarebbe andato perduto. Rych. Porca miseria tuo fratello si è sacrificato per uno che non sapeva neanche creare una scintilla con quel dannato potere. Sì, lo so che mi odi anche per questo. Mi odio anch'io, e non sai quanto. Neanche la mia vita è stata rose e fiori, e comunque ho imparato a trasformare i sensi di colpa in forza. Se non l'avessi fatto, non sarei qui. Ma non l'ho fatto da solo. Io avevo bisogno di qualcuno accanto. Qualcuno come Pea... e credimi, tu hai bisogno di Aurora. E lei ha bisogno di te.Solo tu ed il tuo ritorno potete salvarla. Se non vuoi farlo per te stesso o per me, fallo almeno per lei." Si libera dalla mia presa strattonandomi. "Allora proprio non ci arrivi. Io non faccio altro che farla soffrire. Se torno la uccido. Ti entra in testa o no?" "Rych anch'io ho causato una cosa del genere a Cassiopea e..." fa una risata amara. "Ascoltami, cervellino. L'effetto dell'incantesimo è stato provocato dalla zanna di Argo. Argo è l'oscurità. Argo è paura, male, dolore. Argo porta morte e di conseguenza la porto anch'io." Comincia ad assumere un tono rassegnato. "Non puoi lasciarla morire." "Preferisco lasciarla andare così che ucciderla io. E adesso allontanati da me o giuro che mi do un altro pugno e uno lo regalo alla tua faccia." Lo guardo disgustato. Non ha senso continuare. Ormai non c'è più quel Rych. Vorrà dire che lo porterò con me, fuori da questo inferno, con la forza, che gli piaccia o no. "Non posso credere di essere te." Commento disgustato. Cerco di rialzarmi , ma cado per l'ennesima volta. "Dannazione!" la frustrazione mi spinge a lasciarmi andare a terra. Non riesco a rialzarmi, per tutto quello che ho detto sono senza fiato. Sono stanco. Come faccio? Come faccio a tornare da Pea e dai bambini? Come faccio a convincere Rych? A fargli rinascere la voglia di vivere? E come faccio a sopravvivere io? Non mi chiedo nemmeno perché ci hanno chiuso in una scatola bianca, ma mi f stare male. Qui dentro è soffocante, è strano. Il bianco non mi fa stare bene. Con grande sforzo, mi rimetto seduto lontano da Rych. Il petto comincia a tremare, cerco di evitare di gemere, ma escono come dei versi strozzati. Prendo la collana tra le mani, sporcandola del mio sangue. Cassiopea, Aron, Aska... giuro che tornerò presto. Croce sul cuore.

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