Unione di elementi 2
Revenge from the past
Mi ritrovo con la faccia a terra, assordata dal fracasso provocato dall'impatto tra l'armatura ed il suolo. Tossisco un'ultima volta per la nebbia oscura che si sta ormai dissolvendo, mostrandomi il luogo in cui mi trovo. Qui è buio, ma riconosco le decorazioni scultoree, l'ombra della fontana dell'Unione e i bassorilievi a muro: sono alla sala del trono. Mi volto verso la direzione dalla quale proviene la luce arancione del tramonto accompagnata da un getto di vento gelido, preannunciante la bufera. Sento qualcosa ritorcersi nello stomaco nel vedere l'enorme finestra affacciarsi sullo scontro. Ricordo il mio sogno nel quale muoio precipitando da essa. "Non vedo l'ora di vederti precipitare e sentire le tue grida supplicanti e poi.... Boom!" mi volto di scatto assumendo una posizione di difesa. Lena è seduta sul trono di mio padre, con le gambe accavallate mentre gioca con una sua riccia ciocca di capelli. "Allora, preferisci essere cosciente quando avverrà, oppure no? No... forse è meglio cosciente e dolorante soprattutto." "Cosa ti fa credere che avverrà? So che entravi nei miei sogni e che li manipolavi." "Mica li manipolavo del tutto. Molte cose erano visioni, tipo la bestia bianca e , molto probabilmente, la tua morte." Rifletto un attimo: e se fosse così? Morire precipitando da una torre di duecento metri.... Scrollo il capo e nascondo la mia paura ed evito di guardare la finestra. "Non nascondere la paura, Cassiopea... anzi, posso chiamarti Pea?" "Io non ho paura di te." Ribatto a denti stretti. "Non so se è vero, Pea. Però, posso congratularmi con te nel dire che non è la morte a farti paura, è il non riuscire a fare il dovuto prima di essa. Ad esempio se io muoio e tu muori, allora muori felice. Ma se io vivo e tu muori, allora viene fuori il tuo terrore... il mio obbiettivo è proprio questo." "Non te lo farò raggiungere." "Non puoi opporti al destino." "Sono io a scegliere il mio destino. Io non dipendo da Argo, come te. Né da Kiro." Ride alzandosi dal trono ed affilando le sue unghie con il marmo di cui è composto il muro. "Sei così convinta si potercela fare?" chiede incredula come per prendermi in giro. "Magari no... ma se me ne vado io, tu vieni con me." Scrolla il capo e quando ritorna a guardarmi , i suoi occhi sono più luminosi. "Non credo proprio." Crea una barriera che mi spinge fino a muro, continuando a premere senza darmi la possibilità di fuggire. I è caduto l'arco, dannazione. "Come? Già bloccata, Pea?" Non la sopporto. urlo di rabbia, sprigionando abbastanza energia da bruciare la barriera. Creo poi la lama e le salto subito addosso, eseguendo un fendente dal basso verso l'alto. Rimango di stucco quando lei lo blocca col suo braccio senza farsi nulla. Il tessuto della sua maglia si strappa, accompagnato da uno strano rumore metallico, mostrando così il suo braccio bionico. "Brutto eh? Sappi che è stata solo colpa vostra!" mi allontana con una barriera, strappandosi poi il tessuto che rimane e mostrando l'intero braccio. "Oh , ma sta tranquilla... tu non ti ritroverai il metallo in corpo. Morirai direttamente." "Non ci contare!" prendo il mio arco da terra per poi scagliarle una freccia contro, ma lei la schiva. Tiro ancora , e ancora ma vanno continuamente a finire a muro. Anzi, l'ultima viene girata e mi si ritorce contro. La blocco con la mano , per poi assorbirla. "Su, Cassiopea. E' tutto questo quello che sai fare?" solleva le mani ed una folata di vento mi fa sbattere la schiena a muro. Prima che possa riprendere fiato, mi ritrovo lei addosso che tenta di graffiarmi con le sue unghie. Ci riesce , proprio sotto l'occhio destro. Quasi mi accecava. Do un calcio con entrambe le gambe al suo stomaco, per poi alzarmi velocemente e scagliarle contro due palle energetiche abbastanza grandi con più forza possibile, che la fanno volare fino ai troni, distruggendone uno e bruciandolo. Le poche tende che componevano la sala, o comunque tutte le cose infiammabili, prendono fuoco, circondandomi . Il calore provocato dalle fiamme mi fa sentire viva. In questo momento, sono felice di essere una Dria del fuoco. "S Lena. E' tutto questo quello che sai fare?" dico imitando il suo tono di voce di cinque minuti fa. Non risponde, né sento rumori . Mi avvicino per verificare che cosa stia combinando, quando una frusta nera e con delle sfumature di viola sbuca dalle fiamme, intorcigliandosi intorno alla mio braccio. Prima ancora che possa gridare per il bruciore, la frusta viene strattonata, gettandomi in mezzo alle e contro l'enorme porta, che si apre al mio impatto. Gemo massaggiandomi la schiena , poi rivolgo uno sguardo al braccio: sanguina e brucia. Sospiro cercando di non gemere. Non voglio mostrarmi debole davanti a lei. "Che c'è? Brucia la bua?" le fiamme hanno invaso tutta la sala. Non vedo nulla. Rientro nella sala. "Fatti vedere!" Ho una voglia matta di farle del male. Non è da me, lo so, ma aspetto questo scontro da non so quando, l'ho temuto, l'ho sognato... e adesso voglio vincerlo. "Basta giocare a nascondino." Faccio roteare le fiamme , formando così un vortice infuocato. Niente urla , né gemiti... Lena non è qui. Assorbo tutte le fiamme. In teoria dovrebbe darrmi più energia, ma inizialmente brucia al petto. Sono costretta a tossire, e dalla mia bocca esce del fumo. "Oh... hai bruciore di stomaco?" la sua voce rimbomba come un eco. Ma dove diamine si è cacciata?! "Dove sei?!" "Sono ovunque e da nessuna parte." "No tu sei pazza e basta." Porto lo sguardo sulla mia ombra... aspetta, io non ho i capelli ricci. Ecco che mi sento stringere il collo. Vengo spinta a muro. Non riesco a liberarmi dalla presa. L'ombra si materializza davanti a me, assumendo sempre più le sembianze di Lena. La sua mano mi stringe la gola, graffiandomi il collo. "Non sarò il Daimio oscuro, ma il potere delle ombre ha i suoi privilegi" Pea vuoi morire strangolata o fai qualcosa?! Le do una ginocchiata allo stomaco, guadagnandomi un bel graffio al collo. Trattengo il fiato dandole un altro calcio allo stomaco, ma mi faccio male io, suscitando le sue risate. Ha anche lo stomaco bionico! Colgo l'occasione e mentre continua a ridere le tiro un pugno in faccia e ancora un altro, liberandomi dalla sua presa. Non sapete che voglia avevo di farlo. Sto per saltarle di nuovo addosso, ma non so che cosa liberata dalle sue mani mi spinge fuori dalla sala, rompendomi il setto nasale. Vedo le stelline per alcuni secondi... era una barriera? Può darsi. Ecco che me la ritrovo davanti con una lama in mano. Ma dove l'ha presa? Ah già... Beatrice diceva che le armi erano ottime decorazioni per la sala. Avrei qualche cosa da obbiettare... continuo ad evitare i suoi colpi, indietreggiando e anche proteggendomi con la stessa armatura, che si rivela essere resistente. Basta adesso. Proprio quando siamo vicine alle scale, decido di afferrare la sua lama proprio quando stava per colpirmi, tagliandomi anche un po' la mano, per poi cominciare a fonderla. "Farò lo stesso col tuo braccio!" dico per poi spingerla e farla rotolare giù per le scale. Prima che possa godermi i suoi lamenti, riesce a scagliare una palla energetica proprio sotto i miei piedi, tanto potente da far tremare la scala, già abbastanza instabile. Crolla tutto sotto i miei piedi e crollo anch'io. Mi proteggo appena in tempo dalla caduta dei massi. Mi rialzo tutta ammaccata ma senza abbassare la guardia. C'è troppa calma e non credo che una caduta dalle scale l'abbia fermata. Sarebbe bello, ma so che non è così. "Ti sono mancata?" mi viene lanciato addosso un masso- Mi proteggo velocemente con una barriera, ma l'impatto mi fa arrivare al corridoio delle camere. Prima di essere colpita di nuovo, entro velocemente nella camera più infondo, prima che lei possa vedermi. Ci sono qualche dieci camere prima di questa. Posso guadagnare tempo. Quando mi volto prendendo fiato, lo perdo di nuovo. I riflessi dell'acqua illuminano la mia armatura e rendono tutta la stanza luminosa. E' la piscina della mia visione, dove Lena butta il bambino con la voglie bianca e dove io annego... perché ogni cosa deve ricordarmi la morte? Sento dei rumori strani. Posso nascondermi, o comunque escogitare una qualsiasi cosa per fermarla. Ma sento che questo posto, che questa piscina ha qualcosa di essenziale per comporre tutti i pezzi del puzzle. Mi avvicino all'acqua. Vedo solo il mio riflesso. Mi strofino gli occhi. Sono solo euforica. Avrò le visioni sballate. Ma quell'acqua... sento come qualcosa chiamarmi. "Bella vero?" sussulto voltandomi con già la lama in mano. Lena però è calma. Fin troppo. Avanza superandomi. Sembra quasi rilassata. "Questo è il mio paradiso. In acqua riesco ad essere..." "Sana di mente?" era un modo per farla innervosire, ma non funziona. "Già, sana di mente." Ribatte lei quasi senza farci caso. Continuo a tenere alta la spada. Non mi convince. E' Lena. Avrà qualcosa in mente. Una trappola. "La mia storia, come la tua, è una tragedia sin dall'inizio, Cassiopea. Sai, forse sei l'unica che possa capire qualcosa di me." Mi avvicino anch'io all'acqua, per cercare di capire cosa attiri tanto la sua attenzione. E' come se ci fosse qualcosa in fondo alla piscina. Rivolgo uno sguardo veloce, senza tuttavia abbassare la guardia. Niente. Così mi concentro sulle presenze. "So che hai scavato nella mente di Lex. So cosa sai. Ma soprattutto so quello che non sai." La guardo confusa. "Ti sbagliavi: non capisco proprio nulla di te." "Beh, è male. Perché se capissi davvero certe cose su di me, non saremmo arrivate a questo punto." Ecco che la testa comincia a farmi male. L'acqua mi chiama... aspetta, è Aurora. Aurora mi chiede aiuto. Scrollo la testa. Non può essere la voce di Aurora. "Sh!" dice poi Lena sorridendo. "Ascolta... ascolta bene. Non lo senti?" un'altra fitta, come un megafono all'orecchio . Quasi perdo l'equilibrio e cado in acqua. "Che le hai fatto? Dov'è Aurora?" chiedo cercando di nascondere il terrore che provo. "Dove l'hai lasciata. Solo che adesso...." Una fitta alla testa mi fa urlare. Mi accascio sulle ginocchia. Mi tremano le mani... ma che mi succede? Qualcosa... qualcuno... è la stessa presenza che ho sentito nelmio sogno. Quella che mi tratteneva in acqua e che mi voleva morta. Tremo. Tremo e non so perché. Rivedo Efesto che viene massacrato, Nyco durante quei momenti di puro dolore, Rych che infilza Russel... ma che sta succedendo?! Che mi sta facendo?! "Se mi avessi ascoltato, se ti fossi consegnata subito, magari sarebbero tutti salvi.Russel, Efesto, Geta... perfino Aurora." Striscio come un verme, lontano dall'acqua. Non so cosa mi stia succedendo, ma è come se avessi del veleno in corpo. Qualcosa m'indebolisce e non è solo l'acqua. C'è qualcosa di più potente... dannazione non capisco più niente! "Aurora ce la farà." Dico cercando di mostrare sicurezza e tentando di rialzarmi. "Non ne sarei tanto sicura..." Aurora non ha più battito, Aska ed Aron piangono... Oddio no. No ti prego, Aurora no. "Che hai fatto?" "Io? Niente. Sei stata tu a prolungare il tutto. Dovevi solo piegarti a me e Aurora sarebbe ancora viva ed i tuoi bimbi in una culla a dormire tranquilli. Invece piangono terrorizzati...." "Aurora non è morta. Non può essere." "E chi lo dice?" non è vero... non può essere vero. Guardo l'acqua. Vedo lei piangere. "Aurora.." sussurro incredula. Io sto impazzendo. "Io mi fidavo di te. Avevi promesso che mi avresti salvata." Indietreggio spaventata, Non può essere morta. Non è vero. Qualcosa mi fa confondere, vuole indebolirmi... ma non è Lena. "Se hai ucciso Aurora io..." "Tu cosa? Puoi farmi quello che vuoi, ma Aurora è da Cronos ormai." "Non è vero!" sto per colpirla ma scompare di nuovo. Questo posto è il suo campo da gioco. Lei voleva che io arrivassi in questa stanza, ma il problema è capire perché. O meglio, so perché. La piscina. Ma dentro essa... sotto, accanto, sopra, in mezzo... non lo so cavolo, ma c'è qualcosa! Ricordo i suggerimenti dati da Geta. Qualcuno di potente sta cercando di entrare nella mia mente. E' Lena ma non è sola... qualcun altro o qualcos'altro le dà potere, l'aiuta. Concentrati Pea... Aurora non può essere morta. Non può.. no.. "O invece sì." Lena ride. La testa mi esplode. L'ho già battuta una volta mentalmente. Posso farlo una seconda volta. Concentrati Pea. Libera la mente. Per un attimo dimentico tutto quello che mi circonda. No. Aurora non è morta. Sento il suo battito. Lei è viva. "Non mascherare la realtà." Dice ancora convinta che io ci creda. Mi alzo non sentendo più quella presenza opprimermi. "Non ci casco Lena." Mi guarda lievemente confusa. "Chi o cosa è che ti aiuta? Non sei sola. Sola non riusciresti nemmeno a controllare un quarto della popolazione di Omega." "C...cosa?" "Non puoi nasconderti, non con me. Cosa stai nascondendo?" poi penso solo adesso alla zanna di Argo. "E' la zanna di Argo, vero? Dov'è?" dopo un lieve momento di confusione, lei ride. So che non è il massimo chiedere dove la zanna di Argo considerando che lei non mi risponderebbe mai, eppure non è così assurdo. Infatti si solleva la maglia, o almeno quel che ne rimane, mostrando lo stomaco bionico. Al centro di esso, vi è una cavità dove all'interno vi è la zanna di Argo, che brilla ed emana energia oscura. "Eccola qui. Sì, mi da unb piccoloo aiutino, ma no... non è questo quello che sentivi nella tua testa. Diciamo che deriva da questo." Continuo a guardare la zanna e penso a quella parola. Divisione. Lei percepisce il mio pensiero. "Inutile nascondertelo ormai. Quella parolina, Divisione, non è stato altro che il mio biglietto garantito verso la vita." Si avvicina ed io non posso fare a meno di surriscaldarmi. "Te lo spiego in poche e semplici parole: ho divino il mio animus." La notizia mi spiazza. "Hai cosa?" "Hai capito. Ho ceduto metà del mio animus ad Argo in cambio della più grande era oscura. " A questo punto la domanda mi sorge spontanea. "A cosa è servita quella metà? Perché Argo voleva proprio questo?" si lascia andare in una risata isterica, sistemandosi la maglietta. Quando ride, vuol dire che sta per succedere qualcosa. "E ti aspetti sul serio che io te lo dica?" "E tu credi che io non riuscirò a scoprirlo?" "No, sono sicura che lo farai. Ma sarai morta prima di raccontarlo a qualcuno" un brivido gelido mi percorre la spina dorsale. Il mio sogno non può avverarsi. Guardo l'acqua spaventata e quando mi volto Lena non c'è. Mi guardo attorno confusa e spaventata. Poi penso alle ime visioni, al bambino con la voglia bianca e a quella strana presenza che non mi permetteva di nuotare. E poi ancora al fatto che lei volesse creare un essere leggendario... "E' per formare quell'essere, vero? E' servito a questo. E quella presenza che percepisco deriva da questo." "Ma sei di una perspicacia incredibile, amica mia." La sua voce risuona come un eco. Ma cosa c'entra il bambino , allora? Cosa c'entrano i miei di bambini. "Beh, cara Pea, sono più potenti di quando tu creda." Questa affermazione mi provoca una rabbia profonda dentro. "Non osare toccarli!" sprigiono delle fiamme ovunque nella stanza, sperando di colpirla anche nel suo nascondiglio. Ma non serve a nulla, anzi mi rendo conto che le fiamme non osan o avvicinarsi oltre i tre metri di distanza dai margini della piscina, come ci fosse una barriera. Ed emana la stessa aura di quella strana presenza. Sto cominciando a stufarmi di questa storia. Avvicino la mano, per vedere se c'è effettivamente una barriera, ma niente. Anzi, più mi avvicino, più mi gira la testa, più mi confondo. "Fai un bel bagno!" Vengo spinta da dietro e finisco in acqua. Calma... calma... sai nuotare, Pea, no? Ma come faccio a stare calma?! Lena può respirare. Io no. Con l'acqua m'indebolisco. Lei invece si rafforza. Confusa e spaventata, nuoto verso la superfice per prendere aria, ma non ho nemmeno il tempo di aprire gli occhi fuori che vengo tirata per i piedi e mi ritrovo di nuovo immersa. "Che c'è? Non ti piace nuotare?" Lena mi tiene immersa. Ho disperatamente bisogno d'aria. Devo liberarmi o annegherò... aspetta, quante volte nei miei sogni sono morta annegata? No, non può accadere davvero. "Non aver paura, nemmeno te ne accorgerai." Il suo braccio buono mi stringe il collo. Devo salire in superfice. Disperata, e non avendo altri modi , mordo il braccio con tutta la forza che ho, sentendo il gusto del suo sangue, sentendo le sue unghia infilzarsi nella mia carne. Riesco a liberarmi e, mentre mi dimeno per raggiungere la superficie, riesco a darle un calcio in faccia. Prendo aria appoggiandomi margine, tossendo e tremando. Non voglio morire annegata. Non se è lei ad annegarmi. "Eh no mia cara!" sfrutto l'appoggio col margine per scagliare calci a caso. Cerco di uscire fuori dalla vasca, ma le sue unghia s'infilzano nel mio polpaccio. Ma non grido per quello, bensì per una voce che mi tortura, mi rimbomba nella testa: Non opporre resistenza, Dria del fuoco. Tanto perirete comunque. "Lasciami in pace!" la terra gira, non riesco a capire come devo mettermi per mantenere l'equilibrio, a cosa diavolo debba aggrapparmi per non finire di nuovo in acqua. "Forza fatti il bagnetto." "Lasciami!" le scaglio un calcio e non so dove la colpisco, ma riesco a liberarmi. Mi alzo pronta ad allontanarmi da quella piscina invernale, ma ecco che ricevo come un colpo al petto, talmente forte che l'armatura si buca. E' come ricevere una pallonata, ma da parte di un orco. Non era qualcosa di materiale. Sto impazzendo! "Basta perdere tempo!" Lena mi afferra la caviglia , mi trascina in acqua con violenza, tanto che vado a sbattere la testa contro il margine ritrovandomi stordita. Le sue braccia mi stringono le braccia, tenendomi ferma e sommersa. Non sto capendo più nulla. Riesco a malapena a tenere la bocca chiusa. Qualcosa mi attraversa il corpo, mi brucia. Non è solo l'acqua ad indebolirmi. C'è qualcosa sotto la piscina. Soffrirai di meno se ti arrendi chi o cosa diavolo sei?! Che vuoi da me?! Decido di comunicare mentalmente con Lena. Le parole mi hanno sempre aiutato, anche se stavolta non credo possano servirmi. "Sei una vigliacca. Senza questo essere non saresti nemmeno riuscita a farmi immergere un dito. Non riesci a combattere da sola?" Adesso mi ritrovo una sua mano in faccia. Vuole farmi aprire la bocca. " Le parole non ti servono più. Sei morta , Cassiopea." Mi lascia andare, ma non riesco a risalire. Sento come delle braccia trascinarmi al fondo. Non ho più fiato. Non posso credere che finisca così. Non può finire così! La mia vista comincia ad offuscarsi. Rivedo me da bambina annegare per una semplice onda. Che quella volta sia stata come una sorta di previsione? Un parallelismo? Non lo so. Fatto sta che mi odio perché le sto permettendo di uccidermi senza riuscire a muovere un muscolo. Mi dimeno con le ultime forze che in corpo. Non mi sta tenendo niente, insomma non vedo niente. Eppure c'è qualcosa. Lo so. Ci provo ancora, a sfruttare l'ultima traccia del mio calore corporeo , mentre osservo la sagoma di Lena a braccia incrociate, che ride. La mia ultima briciola di determinazione muore quando ricevo un altro colpo al petto. E' un peccato vedere morire un essere ammirabile come te in questo modo. Ahimé , il destino è ingiusto, mia cara. Ma guarda il lato positivo: muori tu, risorgo io. Muoio per la mia seconda volta, sempre per mano sua. Ma stavolta non credo che mi salverò. Chiudo gli occhi. Apro la bocca rassegnata. Ecco cosa sono: La Dria del fuoco che muore annegata. Mi sputerei da sola , se potessi. Ma ce l'ho messa tutta. Quell'essere è... non lo so, ma è fin troppo grande, potente per me. Sto per pregare per Aska ed Aron, affinché possano crescere bene anche senza me, affinché non si ricordino della mia promessa, dato che non l'ho mantenuta, quando il mio corpo si muove... o meglio viene mosso, e anche violentemente. L'acqua comincia a girare. O forse sono io che non capisco più niente? Ma ecco che quando sto per abbandonare per sempre questo mondo, proprio quando la luce è vicina, l'aria s'imbatte violentemente sulla mia pelle, piombando nei miei polmoni così velocemente che brucia, mi fa tossire. Sono sdraiata al suolo , mezza morta, con a malapena la forze per vomitare i litri d'acqua che ho bevuto. Tremo più che mai. Mi lascio andare senza forze al suolo, e con la coda nell'occhio vedo l'acqua muoversi in modo anomalo con Lena che non riesce ad uscirne. Ma non sento alcun rumore, non ancora. Ecco che tutta l'acqua si congela. Lena è la sotto, o è tutto frutto di un mio sogno paradisiaco? Una fine alternativa che il paradiso che mi accoglie vuole offrirmi? Qualcuno mi fa sdraiare di schiena. "Andiamo... alzarti!" riconosco questa voce, riconosco anche i lineamenti sfocati che ho davanti, che man mano cominciano a definirsi. "Dannazione Pea! Dai alzati!" preme entrambe le mani proprio sul buco dell'armatura, e di scatto sputo acqua, sollevando contemporaneamente il busto. Respiro... respiro! Sono viva! Incredula e felice, mi volto a guardare il mio salvatore e giuro che vorrei piangere senza smettere più. "Non farmi più scherzi del genere! Se devi morire fallo con più eleganza, non con un'armatura tutta ammaccata." Una risata quasi isterica vorrebbe uscire fuori dalla mia bocca, ma al suo posto viene fuori un colpo colpo di tosse. Mi riprendo velocemente ed urlo il suo nome con un intenso tono di gioia. "Aurora!" trovo la forza per stringerla forte, gettandomi direttamente su di lei – anche perché non riesco ancora del tutto a stare eretta.- "Mi...mi soffochi così!" chi se ne frega?! "Sei viva! Sono viva!" ci stacchiamo dall'abbraccio. Cerco di non piangere ma è più Forte di me. Lei non è al pieno delle forze, si vede. E' pallida, gli occhi stanchi. Ma ha un'armatura, è venuta per salvarmi. "Come hai fatto a riprenderti?" chiedo, anche se in realtà mi basta vederla viva per accontentarmi. "Sei stata tu." Mi dice sorridendo, avendo anche lei gli occhi lucidi, o forse sono io che vedo male. "Io?" "Ha funzionato. Il collegamento che hai creato tra me e Rych. L'ho sentito. Certo, non mi sono del tutto ripresa, ma è bastato per farmi rimettere in piedi. E poi non hai interrotto subito il collegamento, sentivo che avevate bisogno di aiuto. E così siamo passati anche noi all'azione." "Siamo?" "Evan, Coral... e altri." Non chiedo chi siano questi altri "Ma quello che ti ho fatto, la storia di Rych e tutto il resto.... Non sono riuscita ad evitare che ti ignettassero quel liquido. Io...." "Cassiopea, sei la mia migliore amica. Tutti voi siete la mia famiglia. Non ti avrei abbandonata neanche se pagata. E poi mica posso lasciarti tutto il divertimento. Ti ricordo che riccioli d'oro ha osato tagliare i mie capelli... beh, io raserò i suoi." È talmente debole , eppur eil suo timbro di voce è determinato. la riabbraccio di nuovo. Ho di nuovo la mia migliore amica, è venuta per me. Non l'ho persa, allora. "Sì, sì... ok, ma basta perdere tempo. Non l'ho del tutto messa fuori gioco." Ricordo solo adesso che stavo per morire per mano di Lena. Ci alziamo entrambe, una sorregge l'altra. "C'era qualcosa che mi tratteneva là sotto." "La sento anch'io. Pea dobbiamo andarcene da questa stanza prima che si risvegli di nuovo. E' un qualcosa di così potente... potevo tuffarmi in acqua e colpire Lena alle spalle, ma quella potenza me lo ha impedito. Finché le saremo vicino, non potremo mai tirar fuori il meglio di noi." La terra comincia a tremare, ed ecco che il ghiaccio comincia a rompersi. "Andiamo!" dico risentendo le forze impossessarsi di me. Trascino con me Aurora verso la porta, ma questa viene chiusa. "Non andrete da nessuna parte!" Lena esce dal ghiaccio rimanendo poi sospesa in aria, gli occhi completamente neri e la furia che anima il suo corpo. "Entrambe dovevate essere morte! Perché?! Perché riuscite a cambiare tutto così?! " Assorbe energia come dalla piscina ormai vuota. Sì. E' sotto la piscina. Qualsiasi cosa sia. Scaglia contro di noi come una palla di cannone oscura. Riesco a difenderci con la barriera, ma questa si spezza subito. Aurora tenta di aprire la porta, ma quella forza la tiene chiusa. " Non potete farcela! Almeno una volta nella vita voglio vincere io! Vincerò io!" un altro di quei colpi. "Aurora tu pensa alla porta. Io a Lena." Mi avvicino a lei con una barriera. Le sorrido per innervosirla, anche se il solo pensiero di quel che mi stava accadendo solo un minuto fa per mano sua mi fa rabbrividire. "Io non posso perdere!" ringhia cercando di colpirmi, ma io schivo l'attacco per un pelo. Poi, con uno strano senso di piacere, imito la sua voce odiosa ripetendo la stessa frase che mi aveva detto lei: "Non puoi opporti al destino." Mi scaglio su di lei con la lama ed ecco che inizia uno scontro senza esclusione di colpi, senza la minima pausa. La colpisco al braccio, poi lei colpisce me alla gamba. Le sferro un calcio per farla cadere, ma lei butta a terra anche me. I miei muscoli non smettono un attimo di rimanere in tensione. Ignoro quella strana ed odiosa forza, ma se non fosse per lei l'avrei già stesa. Tutte le volte che vengo colpita e solo perché quella presenza mi blocca, mi colpisce assieme a Lena. Sto tremando dalla stanchezza, ma continuo, e continuo ancora. Dimentico che Lena è per metà bionica, rifacendo di nuovo l'errore di sferrarle una gomitata allo stomaco. Non mi sento più il braccio dalla botta. Per punirmi del mio errore, lei mi da un calcio alla schiena, e arrivo a terra. "Per colpa tua, adesso tutti i tuoi compagni sono a terra, feriti." Inizialmente penso che lo dica solo per farmi distrarre, come con la finta morte di Aurora, ma poi li vedo: lo scontro è invaso da una nube nera, della stessa potenza della strana presenza che mi tortura. Brucia tutto ciò che incontra al suo passaggio, grida strazianti per il dolore inondano l'atmosfera. Questo è vero... lei non sta mentendo. "No... non puoi farlo." "Non sono io. Ma il mio amico." Grido per una fitta. Sem urla a squarcia gola... è ferito gravemente. Chiara piange, è ricoperta di sangue. I Daimio sono a terra, distesi. Gli uomini ratto morti, tutti eccetto Tertas, senza più la sua coda... stiamo perdendo. "Questo non è un trucco Pea, ma la verità." "Cassiopea che succede?" Aurora nota il mio sguardo terrorizzato. Qualcuno è morto... qualcuno che mi è molto vicino. Perché non vedo Nyco e Rych? "Non può essere vero!" urlo più per me stessa, eppure so che non è così. "Invece è così." Mi salta addosso. Ci tiriamo i capelli a vicenda, insultandoci come non mai. Mi arriva un pugno alla mascella. "Tutti morti per colpa tua. Tua, tua e solo tua!" La voglio morta!Ora! "Ora basta!" surriscaldo il mio corpo ustionandole la mano. "Questo per vendicare la mia di mano." Sbotto asciugandomi del sangue che mi esce dalle labbra, per poi alzarmi e colpirla a dieci centimetri di distanza con una palla energetica alla schiena. Lei urla. Quel poco di pelle che ha sulla schiena è ustionata. Un briciolo di senso di colpa mi attraversa, ma lo distruggo immediatamente. Niente sensi di colpa. Non con lei. "Questo per Geta!" poi la faccio alzare con l'aiuto della frusta e la getto contro il suo amato specchio, grazie al quale si metteva quell'odioso rossetto nero. "Questo per Russel!" Non riesco più a frenarmi. Non le do il tempo di riprendere fiato che brucio quel che resta dello specchio, lo faccio sollevare tramite la telecinesi . " E questo... questo è per Cronos!" glieli scaglio contro. La sua figura si perde nelle fiamme. Cerco di calmarmi, ma non ci riesco. Sento ancora quella presenza torturarmi la mente. Arrenditi... Arrenditi... "NO!Mai!" per la disperazione comincio a scagliare di colpi il fondo della piscina. Non fai altro che aumentare le tue sofferenze così ... "Basta!" mi piego sulle ginocchia stringendomi la testa. "Ora tocca a me!" una delle palle energetiche di Lena mi colpisce ed arrivo addosso ad Aurora. "Questo per il mio braccio!" un altro colpo distrugge metà della mia armatura. "Questo per la mia gamba!" Aurora suda, trema. Anche lei sente quella voce in testa ma, a differenza mia, lei non riesce a liberarsene, ne ad aprire la porta. "Non ce la faccio... basta, basta..." si lamenta con le mani tra i capelli. "E questo...." L'intera stanza si riempie di aria oscura, che va a confluire nelle mani di Lena formando un 'enorme palla, che brilla di fuoco verde ed è come se risucchiasse le nostre energie. "Questo è per piacere personale!" dicono Lena e la presenza insieme. "Aurora!" non riusciamo ad aprire nemmeno insieme! Se quella palla ci colpisce siamo fritte. Cavolo, sono appena sfuggita dalla morte e non voglio ricaderci di nuovo! "Apriti!" non appena tocchiamo la porta, una profonda scossa ci attraversa. Basta con i giochetti quell'enorme potenza scorre dentro di noi, facendoci mettere in ginocchio. Finché ci attaccherà, non avremo scampo. Poi qualcosa sembra non quadrare. Sento la voce lamentarsi, è in conflitto con qualcosa... qualcuno. "Chiudiamo la partita!" Lena scaglia la palla, ma sento, so per certo, che non è più collegata a quella forza sovraumana. Io ed Aurora gridiamo a squarcia gola, spingendo con tutte le nostre forze la porta. Questa si apre. Il colpo ci fa volare via, rotolare dalle scale, ammaccare tutto il corpo, e rende il palazzo una rovina ormai. Le fiamme verdi del potere oscuro invadono tutto. La mia mano non ha mai lasciato quella di Aurora. Non riusciamo a muoverci. Qualcosa di freddo ci libera dalle macerie che abbiamo addosso. Alziamo entrambe lo sguardo: una piccola tenebra per metà nera e per metà bianca sta per svanire ed ha in mano il pomello della porta, tanto è stato lo sforzo che ha fatto per aprirla. Io ed Aurora ci guardiamo, ferite , ammaccate. Nyco e Rych sono qui e sento che non dovrebbero esserlo.
Un po' più breve ma ricco di azione. Tranquilli, nel prossimo capitolo capiremo cosa è successo al resto del gruppo.... Ma mi spiace informarmi che Pea ha visto giusto. Le cose si sono messe male. Che sarà successo? Come finirà?
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Unione di elementi 2-vendetta dal passato-
FantasySono passati circa tre anni dall' ultima battaglia contro §, un tempo abbastanza lungo per far sì che i nostri amici siano diventati più uniti, più forti ma sopratutto pronti per essere veri Daimio. A causa di dure prove per la riuscita di questo...