I santuari dello spirito del fuoco e della terra conservavano fiamme perenni; Eatiel ne superò due durante la risalita verso la vetta. Il fuoco scoppiettava allegro in piccole alcove scavate nella roccia, sopra le quali si potevano scorgere antichi bassorilievi raffiguranti Ninli, coperta di magma e dai capelli fiammeggianti, intenta ad alzare le braccia in segno di benedizione.
Più l'emissaria saliva e più il sentiero si riempiva di rovine: monconi di statue e archi di pietra distrutti le fecero comprendere che, un tempo, quella via era molto trafficata, ma doveva essere successo qualcosa di eclatante perché ormai la natura aveva subissato le architetture artificiali.
La montagna non era priva di vita, però, poiché nel silenzio erano udibili i richiami delle aquile; un gran numero di salamandre nere e rosse si scaldavano ai raggi del sole poco fuori dagli anfratti rocciosi ed Eatiel scorse persino qualche capra intenta a scalare i pendii. Nessun animale le prestò la minima attenzione e lei si limitò a proseguire, dubbiosa ma determinata.
La splendida giornata le avrebbe permesso di godere di un'ottima vista, ma il volto dell'elfa era puntato in alto. Per quanto avrebbe dovuto salire, prima di comprendere in che modo avrebbe potuto riottenere la grazia di Serendhien?
Non che le interessasse dello spirito in particolare, ma si fidava delle parole di Ilimroth e nulla era divenuto più importante che raggiungere i suoi amici. Non avrebbe mai perdonato gli spiriti per ciò che le avevano fatto, tuttavia non era una sciocca e il loro aiuto le serviva. Quella era la sua vita: era un'emissaria e avrebbe approfittato dei loro doni così com'era costretta a subirne la maledizione.
Gli spettri si facevano più irrequieti a ogni gradino, borbottando con insistenza il loro disappunto. Avrebbero potuto urlarle nella testa anche tutto il giorno, Eatiel non si sarebbe fermata.
D'un tratto, il sentiero s'interruppe proprio davanti a un immenso ingresso scavato nella montagna; in passato ci dovevano essere state delle porte, ma non ve ne era più traccia. La roccia intorno all'apertura era scolpita a raffigurare delle fiamme e la via era sgombra, priva di detriti o polvere. Un vecchio tempio di Ninli, senza dubbio, probabilmente eretto dai nani.
Quella era la strada, dunque, ma cosa c'entrava lo spirito del fuoco e della terra con Serendhien? Sì, erano sorelle, però Eatiel non aveva troppa voglia di conoscere l'ennesimo spirito che le avrebbe comandato cosa fare o che l'avrebbe presa in giro.
Sospirò, abbassando le spalle, poi si addentrò nel buio. Nonostante la sua vista fosse abituata a scorgere i dettagli anche nella notte, l'elfa si trovò presto a proseguire senza punti di riferimento poiché, allontanandosi dall'apertura, la luce del giorno si faceva sempre più debole.
Forse sarebbe stato meglio fermarsi e cercare una qualche torcia nello zaino di Allan, ma non ce ne fu bisogno poiché il suolo mutò: da ruvido e irregolare, divenne liscio, quasi scivoloso. Non appena Eatiel si accorse del cambiamento, l'ambiente s'illuminò d'innumerevoli fuochi magici rossi, pulsanti, che parevano vivere a mezz'aria accanto alle pareti formando, a intervalli regolari, una via dritta.
Lei si trovava in un corridoio che pareva portare a un altro mondo: dietro la roccia era irregolare, come una grotta scavata da picconi, e i muri andavano a chiudersi a imbuto nell'esatto punto in cui era lei. Le pareti erano ravvicinate a formare un passaggio non più largo di due metri; stando nel mezzo e aprendo le braccia, Eatiel avrebbe potuto toccare le fiamme.
La cosa più sorprendente, però, fu constatare che muri, soffitto e pareti erano costituiti da quello che pareva essere un vetro dei colori del tramonto, tanto lucido e liscio da potercisi specchiare. Ovunque, Eatiel scorse sé stessa: l'abito logoro, i capelli spettinati e il viso sporco, corrucciato. Il riflesso colpiva i due muri paralleli, facendola sentire come in un labirinto infinito di sue perfette immagini via via più sfocate a causa della trasparenza.
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Il Canto della Rosa e del Drago
Fantasy♪♫ Leggende ormai son perdute, ma, ditemi, cosa sapete? Del drago, tremenda creatura, del drago che soffia paura. Lui verrà, sì, verrà per riunire le...