21. Il lupo deve proteggere gli agnelli (parte 2)

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Quel posto puzzava di alcool scadente e la fioca illuminazione che giungeva dalle poche torce appese alle pareti di tronchi non aiutava a rendere l'atmosfera meno ostile.

Si era fatta sera e Othen si sentiva osservato; si chiuse maggiormente in sé stesso, abbassandosi il cappuccio del mantello nero per coprirsi meglio il volto e scivolando sulla seggiola sgangherata che aveva scelto perché si trovava nell'angolo più buio del locale.

Da più di un'ora la bevanda che aveva ordinato giaceva quasi intoccata sul piccolo tavolo davanti a lui, unica testimone del suo nervosismo. Il principe stava cominciando a perdere la pazienza, anche se il grasso e barbuto proprietario della taverna non pareva prestargli attenzione, impegnato a discorrere a bassa voce con altri due avventori. Non c'era molta gente, ma tutti erano ammantati di scuro e parevano loschi quanto lui.

Dove si era cacciato quello gnomo?

Dopo aver lasciato partire Eatiel, Othen era andato nella parte bassa di Lebrook, lì dove sapeva che avrebbe trovato la feccia della peggior specie, assieme a una sua vecchia conoscenza. Era stato in quell'area della città solo una volta e parecchi anni prima, quindi aveva sbagliato a calibrare l'incantesimo, trovandosi nella zona delle botteghe degli armaioli. Si era nascosto, temendo che qualche guardia di passaggio potesse riconoscerlo e incarcerarlo, ma nessuno aveva badato a lui.

Il clima cittadino era tranquillo e Othen aveva capito in fretta che il re non aveva preso provvedimenti per trovarlo. In effetti, anche a Reah la sua faccia non era mai apparsa nei manifesti dei ricercati e la notizia dell'assassinio del re non era trapelata; sembrava che Sylas volesse tenere segreto al popolo ciò che era accaduto, eppure aveva scritto al sovrano di Rosendale. Suo fratello stava di certo macchinando qualcosa.

Però, in quel momento la situazione si volgeva a suo vantaggio, visto che Othen poteva muoversi indisturbato. Trovare Pog non era stato difficile anche grazie alla reputazione da contrabbandiere esperto che lo gnomo si era fatto.

Lo aveva incontrato in quella stessa taverna che, a quanto pareva, era usata di frequente per gli scambi e qualsiasi attività più o meno illegale. Tutti parlavano in bisbigli, s'incrociavano per pochi istanti e dopo uscivano; solo il principe era su quella sedia in disparte da tempo, attirando più attenzioni del dovuto.

Lo gnomo aveva chiesto qualche giorno per il lavoro, ma Othen era stato inamovibile: doveva andarsene da quella città quanto prima e avrebbe potuto concedergli al massimo ventiquattro ore. Dopo qualche moina, alla fine l'aveva avuta vinta e si erano accordati per ritrovarsi lì al tramonto del giorno dopo.

Il sole era sparito da un pezzo, ma dello gnomo non c'era traccia.

Othen aveva preso a lottare con sé stesso per evitare che le gambe gli tremassero in tic nervosi: quel ritardo non gli piaceva.

Minuto dopo minuto, il timore che avesse chiesto al contrabbandiere qualcosa di troppo complesso lo attanagliava sempre di più. Pog lo aveva accolto come un vecchio amico ed era l'unico a mostrarsi in quei luoghi senza mantelli o cappucci. Lo aveva ascoltato con interesse e aveva accettato di aiutarlo senza porre domande, felice di poter ricambiare il favore che Othen gli aveva fatto in passato, quando lo aveva aiutato a fuggire da Reah, liberandolo dalle prigioni della capitale.

Aiutare gli altri incantatori era da sempre stata la sua missione.

Othen aveva intuito che Pog, come la maggior parte dei cittadini di quella terra, non fosse a conoscenza delle accuse che gravavano su di lui e lo aveva trattato come il principe reggente, chiedendogli una marea di Zuli per il suo lavoro e per il silenzio.

A quanto pareva, i due oggetti magici che il principe aveva chiesto non erano facilmente recuperabili, soprattutto in tempi così brevi. Lui non era interessato ai modi o agli strumenti che Pog avrebbe usato per accontentarlo, anzi, si era rivolto a lui proprio perché sapeva che non l'avrebbe deluso. Non aveva con sé una tale somma di denaro, però, quindi si era preparato in altro modo per risolvere il problema.

Il Canto della Rosa e del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora