Maledetta

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Come forse avrete già intuito dall'epilogo e dalla gigantesca trama non conclusa dentro al Canto, le cronache di Endel non s'interrompono qui, ma continuano con "Maledetta" e immagino voi sappiate chi può essere la protagonista...

Dimenticatevi la bontà e i sentimenti nobili. Ne vedremo delle belle.

 Ne vedremo delle belle

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Passato. Presente. Futuro.

Qual è il senso del tempo?

Voi lo sapete come si fa a crescere?

Vi prego, ditemelo.

Ho camminato sotto e sopra queste terre per duecentotrentasei anni e mi sento vecchia, molto vecchia, eppure sono rinchiusa nel corpo di una bambina.

La mia clessidra è ferma.

In pochi mi credono, ancora meno mi rispettano. Non ho idea di cosa possa significare avere un corpo maturo, di cosa si provi nell'essere guardata con desiderio.

Nel mio lungo pellegrinaggio ho scoperto i misteri e i segreti di molteplici realtà del mondo, però non conosco l'amore.

Chi mai potrebbe amare una bambina?

Chi mai potrebbe amare un'elfa oscura?

Mia madre mi ha battezzata Shi'nnyl; quando è diventato evidente che io mai sarei cresciuta, mia nonna mi ha rinominata Du'aset, benedetta, perché quello doveva essere un segno della benevolenza degli spiriti: la nostra famiglia non avrebbe mai trovato la rovina, avendo tra le fila un'immortale.

Quanto si sbagliava.

Non ho mai sentito Shi'nnyl come il mio nome e decisamente non sono mai stata Du'aset.

Perché io sono Maledetta.

Il mio nome è Axsa. 

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