10. Il canto degli spiriti

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In principio, Endel era un pianeta sterile, un insieme di terre e mari desolati.

Il cielo era ricolmo di stelle e le stelle formavano Alanmaeth.

Egli era solo a contemplare il silenzio e nulla c'era a far trascorrere i suoi giorni, ad allietare le notti.

Per millenni si limitò a esistere, raccogliendo in sé la forza per compiere una decisione. Infine il desiderio superò le preoccupazioni e Alanmaeth agì.

Donò a sé stesso una forma che potesse aiutarlo nel suo operato: due arti superiori si diede, per plasmare la realtà, e due inferiori, per percorrere il cammino.

Si vestì di stelle ed esse lo ricoprirono, parti di lui e a lui devote.

Recise un lembo del suo mantello e in due parti lo divise per creare le sue figlie.

La prima fu Celenwe e a lei affidò la vita. Due arti superiori e due inferiori ella aveva, ma anche un volto per percepire la realtà, una mente per ragionare e un cuore per seguire le emozioni.

Subito dopo generò Ilimroth e a lei affidò la morte. Due arti superiori e due inferiori ella aveva, ma anche un volto per percepire la realtà, una mente per ragionare e un cuore per seguire le emozioni.

Il compito più arduo spettò a Celenwe, poiché ella dovette unirsi con Endel: dalla terra e dal fuoco generò Ninli, dal cielo e dal mare generò Serendhien.

Mentre la madre rendeva fertile il suolo e respirabile l'aria, le due sorelle plasmarono la vita.

Ninli diede forma alla terra e generò i nani, assieme alle creature grandi e piccole che dalla terra dipendono; diede forma al fuoco e generò i draghi, assieme alle creature grandi e piccole che dal fuoco dipendono.

Serendhien diede forma all'aria e generò i celesti, assieme alle creature grandi e piccole che dall'aria dipendono; diede forma all'acqua e generò i marinidi, assieme alle creature grandi e piccole che dall'acqua dipendono.

La vita prolificò su Endel e con essa anche Ilimroth cominciò il suo operato.

Non c'è vita senza morte e l'equilibrio generò i due piani dell'oltretomba dove le anime dei mortali giungono una volta terminato il cammino.

Direttamente da Ilimroth nacquero gli spiriti gemelli ed ella li mise a vegliare sulle anime defunte.

Mise Enoder a sorvegliare i dannati e a lui donò una frusta, poiché in eterno essi devono soffrire per il male compiuto in vita.

Mise Minelye a guardia dei beati e a lei donò un'arpa, poiché in eterno essi devono riposare per il bene compiuto in vita.

Ilimroth, però, non era soddisfatta: i mortali si riunivano in famiglie, costruivano villaggi e poi città. Pregavano gli spiriti e a essi erano devoti, ma in loro non c'era curiosità.

Il fuoco col fuoco, l'acqua con l'acqua, la terra con la terra e l'aria con l'aria.

I mortali si radunavano tra simili e non si interessavano degli altri.

Così, Ilimroth creò gli umani.

Essendo nati dalla morte, a loro fu concessa un'esistenza breve. Essi, tuttavia, cominciarono subito a viaggiare e proliferare in ogni angolo di Endel, mostrando interesse per ogni forma di vita.

Celenwe, però, non era soddisfatta: i mortali trascorrevano l'esistenza sereni, ma qualcosa mancava. Si univano per generare nuova vita, ma i loro cuori erano freddi.

Il Canto della Rosa e del DragoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora