"Alla mia luna."

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Luna uscì dall'aula di pozioni, correndo verso casa di Hagrid. Non seppe spiegare a se stessa perché correva, o tantomeno perché si sentiva così confusa, e per quale dannato motivo non tenesse mai la bocca chiusa. Mentre calpestava l'erba fresca, sentii dei passi dietro le sue spalle. "Luna aspettami! Perché corri?" Gridò Leila correndo. La foresta alla loro destra sembrava più fitta, e quasi non si distinguevano gli alberi. Le nuvole si diradavano e un vento soffiava forte. Hagrid suonava il flauto davanti alla porta, quando alzò la mano per salutare Luna e Leila. "Venite ragazze, ho qualcosa di meraviglioso da farvi vedere!" Luna e Leila si guardarono in modo confuso ed entrarono nella tana. "Beh, vedete, non credevo di poterne entrare in possesso" disse Hagrid febbricitante "ma eccolo qua!" Hagrid tirò fuori da un panno nero di lana un piccolo drago, grande poco meno di una mano. Aveva dei piccoli occhi viola, e tante piccole ruvide scaglie nere. "Un nero delle ebridi" aggiunse Hagrid "sono andato a prenderlo personalmente in Ungheria, non è magnifico?" Luna sorrise e accarezzò il dorso del drago con un dito "È meraviglioso Hagrid!" "Beh non guardarlo adesso, può raggiungere i nove metri di lunghezza e si nutre anche di grossi cani, potrebbe mangiare persino Zanna!"  Rise hagrid. Il cane guaì e si lamentò e le ragazze risero di gusto. "Hagrid, sai chi sono i Rosier?" Il viso di hagrid si incupì e smise di ridere. "Beh, non sono delle brave persone ecco. Purosangue che odiano i babbani e anche i mezzosangue. Alcuni di loro sono persino mangiamorte!" Sbottò Hagrid. Luna guardò Leila insospettita. Si chiese dove volle arrivare. "Perché me lo chiedete?" Aggiunse Hagrid. "Oh, niente, ho conosciuto William Rosier ieri, non sembrava affatto terribile come il padre." Rispose Luna. "Beh, credo che a volte ci possiamo distaccare dall'idea che gli altri hanno di noi, non credi Leila?" Luna sorrise. "Sì, credo di sì, Hagrid." Rispose Leila sorridendo.
Il cielo si era già scurito quando uscirono dalla tana di Hagrid, e le due ragazze tornarono frettolosamente al dormitorio.

Durante la notte, Luna non riuscì a dormire. Prese dal comodino accanto a lei una collana con una catenina d'oro con piccoli zaffiri ed ametiste e un piccolo medaglione ad apertura. Lo aprì, e vi era una frase inscritta all'interno:

"Alla mia luna, colei che illumina le mie notti senza stelle. La mia bambina."

Gliela regalò sua madre al suo ottavo compleanno, un anno prima di morire. Spesso Luna pensava a quanto potesse essere bello rivivere di nuovo quel profumo, quegli abbracci. Una lacrima le rigò la guancia e strizzò le palpebre, cercando di trattenere le lacrime. Troppo spesso si intristiva, troppo spesso si rifugiava nel suo mondo; ma solo nel suo mondo si sentiva al sicuro.
Un rumore interruppe il flusso di pensieri di Luna, un rumore di passi. Si asciugò le lacrime e si vestì, prendendo la sua bacchetta. Uscì dal dormitorio, sentendo ancora il rumore di passi. "Lumos!" Un forte fascio di luce uscì dalla punta della bacchetta. Non c'era nessuno nel corridoio e il rumore di passi sembrava scomparso. Luna si girò e sentì alle sue spalle il rumore di una porta che si chiudeva. Si sentì trasalire ed ebbe un groppo alla gola. Si chiese chi poteva girare a quell'ora della notte e fare tutto quel trambusto...

Mughetto, Muschio e Rune Antiche.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora