La partita ed il piano. (parte due)

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Dopo aver esultato con tutte le forze che aveva a disposizione, Luna si voltò verso Draco e vide che stava discutendo con il professor Piton. Draco aveva un'espressione stanca ed affaticata; probabilmente stava cercando di sgattaiolare fuori dal campo, inventando una scusa al professore. Luna vide che il professor Piton annuì con la testa e Draco si avviò fuori dagli spalti. Poco prima di scendere le scale che portavano al di fuori degli spalti, Draco si voltò rapidamente verso Luna, facendole l'occhiolino. Luna arrossì. Non avrebbe mai pensato di dirlo, ma si fidava di Draco. Una vocina nella sua testa gli diceva che sarebbe andato tutto bene e lei sperava, in cuor suo, che quella vocina avesse ragione. 

Draco si incamminò fuori dal campo, lontano da occhi indiscreti. Aveva detto al professor Piton di avere un improvviso mal di stomaco e fuori da ogni dubbio, Piton ci aveva creduto. Sogghignando sotto i baffi, Draco si stupì anche questa volta del suo talento nel mentire. Il cielo si fece ancora più plumbeo e un temporale sembrava che stesse per colpire l'intero castello, con nuvole grigiastre a sovrastare le sue torri. Draco cercò di evitare la terra fangosa per non sporcare le sue scarpe in cuoio nere, mentre avanzava veloce verso il castello. Arrivò alle serre di Erbologia e continuò a camminare fino alla sala d'ingresso del castello, che era silenzioso come non mai. Senza tutti gli studenti, il castello assumeva un'atmosfera diversa, quasi più spettrale del solito. Draco vide Gazza, che fischiettava con accanto la sua gatta dagli occhi gialli. "Che diamine ci fai qui Malfoy?" disse Gazza in tono burbero, tirando su con il naso. I suoi occhi stralunati lo fissarono in modo strano ed inquietante. Draco assunse come per magia una faccia addolorata e affranta. "Non mi sento molto bene, il professor Piton mi ha detto di tornare qui. Me ne vado al dormitorio." Rispose pronto Draco, mentre camminava dal lato opposto, verso il piano superiore. Gazza se ne tornò nel suo piccolo ufficio sudicio, mentre borbottava qualcosa. Draco, che sapeva perfettamente che Gazza l'avrebbe sentito, attuò il piano di Luna. Si fermò all'inizio delle scale e tirò fuori dalla tasca la bottiglietta di Felix Felicis contenente il distillato e la rigirò tra le mani. "Con questa posso fare qualsiasi cosa... posso fare di tutto... mi renderà invincibile, un mago potentissimo..." sussurrò Draco, rigirandosela tra le mani. Gazza, ascoltando quelle parole sospette, si appollaiò all'angolo del corridoio, rimanendo in ascolto con un ghigno malefico sul volto. Fece segno di stare zitta a Mrs. Norris, che stava per avvicinarsi al ragazzo. "Un sorso di questa e il mondo sarà nelle mie mani..." sogghignò Draco, rimettendosi la bottiglietta in tasca. Fatti i primi due gradini la bottiglietta scivolò dalla tasca, che fu spostata intenzionalmente da Draco, senza che Gazza se ne fosse accorto. Gazza, che inizialmente aveva pensato di spifferare tutto per farlo espellere, all'improvviso, cambiò idea. Malfoy era già al primo piano, quando Gazza uscì allo scoperto per avvicinarsi ai gradini. Vide la bottiglietta sul secondo gradino, illuminata da una strana luce. Si piegò sulle ginocchia e la prese, rigirandola tra le mani più e più volte per osservarla meglio. Un sorriso maligno prese posto nel viso di Gazza, che mise la bottiglietta in tasca, convinto di aver avuto la meglio. Draco, che sbirciava dall'alto della ringhiera della scala, aveva un'espressione soddisfatta e compiaciuta. "Idiota d'un Gazza!" sussurrò Draco tra sé e sé, ridendo senza farsi sentire. Gazza riprese la bottiglietta che aveva in tasca, levando il piccolo tappo di sughero. "Perché no... perché non dovrei.." aggiunse e subito dopo trangugiò tutta la bottiglietta, soddisfatto. Rimise la bottiglietta in tasca. Pochi secondi dopo Gazza iniziò a barcollare, come se fosse ubriaco fradicio. All'improvviso, svenne per terra con un tonfo secco, ed iniziò a russare come un troll. 

Corvonero stava quasi battendo Serpeverde, quando ad un tratto una pioggia fortissima cadde sul campo di Quidditch. La pioggia creò un gran scompiglio tra il pubblico e tra i giocatori e Luna decise di approfittare della situazione per sgattaiolare via. Il professor Vitious, seduto poche file dietro di lei, era impegnato ad armeggiare con un ombrello viola. Luna, senza farsi notare scese le scale in legno per uscire dagli spalti. Diede un'occhiata al suo orologio mezzo rotto e secondo i suoi calcoli, a quest'ora Gazza doveva dormire profondamente già da un pezzo. Camminò veloce sotto la pioggia, tirando fuori dalla borsetta un piccolo ombrello azzurrino. Arrivata alle serre aumentò il passo, per poi camminare lentamente verso la sala d'ingresso. Fece per avvicinarsi alle scale con cautela, sperando di trovare Draco o Gazza, quando all'improvviso vide Gazza sdraiato per terra che russava senza sosta e Draco sugli scalini, che sorrideva compiaciuto. "Come avevi pianificato... quest'uomo è davvero un idiota." disse Draco ridendo tra sé e sé. Luna rise insieme a Draco, ma si ricompose subito dopo. "Dobbiamo muoverci, prima che si svegli!" si piegò sulle ginocchia e allungò le mani sul mazzo di chiavi di Gazza. Ve ne erano di tutti i tipi: in ottone, in argento, in oro, in legno, in acciaio... Luna decise di sfilare tutto il mazzo di chiavi, tenendolo ben saldo tra le mani. "Andiamo" disse in tono fermo Luna. Draco annuì e i due ragazzi salirono velocemente le scale fino al terzo piano, in biblioteca.

La porta della biblioteca era chiusa a chiave, poiché erano tutti al campo. Luna si avvicinò con cautela e prese il mazzo di chiavi, guardando una ad una tutte le chiavi. La serratura era in acciaio e la fenditura era molto ampia. Una grande chiave ingombrante in acciaio sovrastava nel  mazzo, così Luna la prese e la girò due volte nella serratura. La porta si aprì con un forte schiocco e Draco e Luna vi si infilarono dentro. La biblioteca era poco illuminata e la pioggia batteva forte alle finestre, creando una strana melodia. "Dobbiamo muoverci. Abbiamo solo altri venti minuti prima che Gazza si svegli." Si avvicinarono lentamente  alla porta della sezione proibita, anche questa chiusa a chiave. Luna ricordava vagamente la chiave che Gazza usò per chiudere quella porta. Il legno d'ebano e la maniglia in ottone brillavano alla luce della bacchetta e Luna prese con cautela una piccola chiave in ottone. La infilò nella serratura e la girò tre volte, quando improvvisamente la porta si aprì con uno scatto. Un'aria fredda li prese in pieno e uno strano odore di pergamena bruciata li pervase. Nonostante fosse quasi mezzogiorno, la biblioteca era sommersa nell'oscurità. "Lumos!" disse Luna, agitando con cautela la bacchetta. L'espressione sul volto di Draco si faceva sempre più preoccupata, mentre osservava le mensole impolverate in ebano. Uno strano sussurro sembrava fuoriuscire dai libri, come se potessero parlare. Luna si avvicinò al reparto desiderato, alzò la testa e vide la targhetta in alto "magia nera". Si avvicinò lentamente e vide un buco nel bel mezzo della mensola impolverata. "Accio Magia Nera e Rune Antiche!" disse Luna, puntando la bacchetta verso la sua borsetta. Il libro nero dai rifinimenti dorati sbucò dalla borsetta e Luna lo prese al volo. Lo rigirò un altro po' tra le mani. "Abbiamo fatto tutto questo solo perché volevi studiare un po'... non è vero?" disse Draco sorridendo, voltandosi verso Luna. "Ehm... già..." disse Luna ricambiando il sorriso, ma avvertì un leggero senso di colpa per non avergli detto tutta la verità. Con cautela rimise il libro al suo posto, tirando un lungo sospiro di sollievo. "Adesso andiamo via di qui." disse in tono fermo Luna, mentre si avviavano verso la porta. Luna la chiuse alle sue spalle e girò la chiave nella serratura tre volte, come era stato fatto precedentemente. Fuori dalla sezione proibita si respirava un'aria diversa e vi era notevolmente più luce. "Nox!" il fasciò di luce sparì dalla bacchetta. Arrivati alla porta, Luna la chiuse con la chiave in acciaio, girandola due volte nella serratura. Non dovevano lasciare niente al caso. Scesero le scale frettolosamente. Luna guardò l'orologio. Mancavano pochi minuti al suo risveglio. Arrivarono al piano terra accanto al corpo di Gazza, che russava ancora beatamente. Luna si piegò sulle ginocchia per mettere a posto il mazzo di chiavi, quando ad un tratto Gazza borbottò qualcosa di incomprensibile. Luna trasalì, sperando che non si svegliasse proprio adesso. "E' meglio se torniamo al campo, subito." disse in tono preoccupato Draco. Luna annuì e i due ragazzi scapparono via verso le serre, correndo nel parco.

Mughetto, Muschio e Rune Antiche.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora