Muco di Vermicoli.

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Luna rimase lì nella foresta, nel totale silenzio. Si sentiva confusa, disorientata. Nonostante ciò, aveva le idee più chiare su ciò che stava accadendo ad Hogwarts.
Un forte vento sferzava i rami degli abeti, e le foglie nascondevano i raggi del sole.
Luna si rese conto di avere ancora il libro tra le mani, alla stessa pagina strappata di prima. Lo chiuse, sospirando tristemente. Stava per metterlo nella borsetta, quando un intenso dolore colpì la mano destra di Luna, che lanciò il libro sulle foglie secche.
Sul palmo della mano di Luna vi era ciò che sembrava una cicatrice.
Un lunga cicatrice rossastra segnava una linea netta nel bel mezzo del palmo della mano.
Luna osservò il libro, agitando la mano a causa del dolore. Prese la bacchetta dalla tasca con l'altra mano. "Epismendo" disse sommessamente Luna, puntando con cautela la bacchetta verso la cicatrice, che si schiarì, senza però scomparire del tutto. Successivamente puntò la bacchetta in direzione del libro, che volteggiò per aria per poi finire nella borsetta di Luna.
Il vento agitò i suoi capelli, che le si sparpagliarono davanti al viso. Luna si spostò i capelli con le mani, alzando lo sguardo al cielo. Si stava davvero facendo buio. Era il momento di tornare al castello.
Camminava tra le foglie secche, in un silenzio surreale. Iniziava a non sentirsi al sicuro in quella foresta. Doveva recuperare il Muco di Vermicoli dal ripostiglio di pozioni prima che facesse totalmente buio; mancavano poche ore al tramonto, poiché aveva passato più di un'ora nella foresta. Sperava di non essere vista da nessuno.
Arrivò nel corridoio accanto alla serra di Erbologia, che era deserto. I corridoi del castello sembravano inaspettatamente silenziosi per quell'ora del pomeriggio. Luna riaprì il palmo della mano destra, osservando ancora una volta la cicatrice. Doveva essere uno strano incantesimo o maleficio, dopotutto, nessun libro le aveva mai inflitto del dolore.
Decise di andare nei sotterranei del castello, nel ripostiglio di pozioni del professor Lumacorno.
Appena scese le scale dei sotterranei, un forte freddo umido le prese le spalle. Dei ragazzi Serpeverde del quinto anno chiaccheravano accanto alla porta del dormitorio dei Serpeverde, che sembrava apparentemente sparita dietro le mura. Delle grandi torce dal fuoco verde emanavano una luce fioca e debole.
Luna si incamminò nel corridoio principale, dove vi erano solo ragazzi Serpeverde, che guardarono Luna in malo modo.
Si avvicinò verso il ripostiglio, una piccola porticina di legno vecchio, nascosta accanto all'aula di pozioni. Per aprirla serviva una parola d'ordine, che Luna già sapeva. Aveva trafugato il Distillato Soporifero che beveva quasi ogni sera mesi prima, sentendo la parola d'ordine quando Lumacorno credeva di non essere visto. Non era certa che la parola d'ordine fosse ancora la stessa, ma decise di provarci comunque. "Fures auferetur" sussurrò Luna, poggiando la mano sinistra alla porta. La porta si aprì con uno scatto e Luna si infilò velocemente al suo interno. Una piccola torcia si accese, posta al lato della porticina.
Una fila immensa di mensole in ebano si innalzavano per tutto il ripostiglio, angusto e stretto. Vi era un numero incalcolabile di barattoli, bottigliette e fiale sugli scaffali, dai colori e dalle forme più disparate.
Luna osservò con cautela ogni scaffale e scatola, quando finalmente vide il barattolo che cercava. Un'enorme etichetta di pergamena giallastra fronteggiava sul barattolo:
Muco Di Vermicoli
Luna tese la mano e prese il barattolo, che era stranamente pesante. Levò il tappo di sughero ed un enorme zaffata di tanfo l'avvolse. Un odore nauseabondo aleggiava per tutto il ripostiglio. Luna mise le mani davanti al volto, tossendo un po'. Posò il barattolo su una mensola e con l'altra mano si tappò il naso, nauseata da quell'odore di marcio. Prese dalla borsa un piccolo contenitore e con un misurino prese del muco viscido dal barattolo, mettendolo nel contenitore in vetro. L'odore era insostenibile. Doveva uscire da lì al più presto; mise il contenitore nella borsetta e poggiò il misurino accanto a lei, per poi chiudere quel barattolo nauseabondo.
Alzò lo sguardo e la stanza sembrava non finire mai. Le mensole sembravano arrivare fino al soffitto, che era insolitamente alto. Non se lo ricordava così l'ultima volta che vi era entrata.
Si voltò verso la porta, piegando la maniglia in ottone. Sentì la nausea salire dallo stomaco e pregò di non vomitare proprio lì, nel ripostiglio del professore.
Uscì senza dare troppo nell'occhio e la porta si chiuse dietro di lei, scomparendo del tutto, mostrando un muro in pietra.

Mughetto, Muschio e Rune Antiche.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora