Pilenore.

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Luna rimase immobile, mentre guardava Madama Chips correre dall'altro lato del corridoio. "È fortunata ad essere viva" era questa la frase che rimbombava nella testa di Luna. Doveva essere una maledizione complessa e molto oscura; Luna decise di sbirciare il libro trafugato ancora una volta, forse, la risposta poteva ancora trovarsi lì. Si spostò dal lato del corridoio, lontana da occhi indiscreti ed andò verso la serra di Erbologia. Come un fulmine, le ritornò in mente che avrebbe dovuto preparare il Distillato Soporifero quella notte, senza dare troppo nell'occhio. Le serviva tutto l'occorrente, così decise di andare verso la foresta.
La luce fioca del primo pomeriggio illuminava il viso diafano di Luna ed il sole era totalmente nascosto sotto alcune nuvole grigiastre. Il vento cominciava a soffiare forte, facendo svolazzare le foglie secche. Vi era uno strano silenzio, che fece accapponare la pelle a Luna.
Solitamente Luna non si addentrava da sola nella foresta proibita, preferiva sdraiarsi sull'erba fresca poco prima  dell'inizio della foresta proibita. Si poggiava su un grande spiazzo verde, prima della grande distesa di abeti. Da lì vedeva il lago Nero e tutta l'enorme vallata.
Questa volta però, Luna decise di addentrarsi nella foresta proibita, nonostante fosse severamente vietato a tutti gli studenti. Aveva lo strano presentimento che fosse il posto giusto, il posto giusto per capire qualcosa di più di tutta quella faccenda.
Iniziò a camminare lentamente, schiacciando con le scarpe blu le foglie secche. All'improvviso, Luna udì uno strano verso animalesco provenire da dietro di lei. Si girò lentamente, guardando la distesa infinita di alberi. La luce filtrata attraverso i rami era debole ed una leggera nebbiolina sembrava permeare l'intera foresta. Non vi era nessun altro rumore oltre allo strano verso animalesco ed allo scricchiolio delle foglie secche. Il silenzio abbracciava i grandi alberi e ogni singolo rumore sembrava ovattato.
Luna cercò con lo sguardo delle piantine di Valeriana. Andò avanti con passo lento e vide ai piedi di un grande abete vecchio un insieme di fiori colorati e piante dalle forme curiose. Si piegò sulle ginocchia per osservare meglio le piante, tenendo stretta tra le mani la borsa a tracolla. Dei bellissimi fiori di Lavanda sbucavano dal terreno ed una piccola piantina di Valeriana cresceva ai piedi dell'albero. Luna prese con forza la pianta di Valeriana, sradicandola dal terreno. La divise in foglie e radici, poi prese dalla sua borsa dei piccoli contenitori in vetro; in uno mise le radici, nell'altro le foglie. Fece lo stesso con la Lavanda, guardandosi intorno di tanto in tanto. Aveva due dei quattro ingredienti per il distillato, ma le mancava ancora il Muco di Vermicoli; decise che l'avrebbe trafugato dal piccolo ripostiglio di pozioni del professor Lumacorno. Udì di nuovo lo stesso verso animalesco di prima, questa volta accompagnato da ciò che sembrava il trotto di un cavallo. Mise tutto velocemente nella borsa, guardandosi di nuovo alle spalle. Non vi era nessuno. Eppure Luna era certa di aver sentito quel rumore avvicinarsi sempre di più a lei.
Quella notte avrebbe preparato la pozione, mentre tutti dormivano. Sarebbe andata nella torre di astronomia, cercando di non farsi scoprire. Il rumore si fece ancora più vicino e questa volta Luna giurò a se stessa che ci doveva essere senz'altro qualcuno o qualcosa, lì nella foresta, oltre a lei.
Si alzò in piedi, spostando la borsa a tracolla di lato. "Accio magia delle rune antiche!" Disse Luna, agitando la bacchetta verso la borsetta. Il libro nero sbucò da essa, facendo un balzo. Luna lo afferrò con la mano. Si sedette, poggiandosi con le spalle al grande abete, all'ombra. Tenne la bacchetta con la mano destra e il libro con la mano sinistra. Andò all'indice del libro e con il dito sfiorò tutti i titoli in grassetto.
"Malefici mortali o gravi" pag. 150
Sfogliò le pagine del libro fino a pagina 150, sperando di trovare ciò che cercava.
Il trottare di ciò che pareva essere un cavallo era ancora più vicino e Luna poté giurare di averlo sentito alle sue spalle.
Arrivò alla pagina desiderata ed iniziò a leggere:

        Maleficio contro i nati babbani
Questo maleficio può pietrificare, ferire gravemente o persino uccidere un nato babbano.
Ciò che occorre é un distillato della morte vivente, delle gemme runiche in onice nera e una bacchetta.

Luna continuò a leggere, ma la pagina era stata strappata con un colpo secco. Tutta la seconda parte era mancante. Luna sfogliò ancora il libro, sperando di trovare qualcos'altro.
"Non dovresti stare qui a quest'ora" disse una voce pacata e glaciale, quasi rassicurante. Luna si voltò e vide un bellissimo centauro dal manto dorato e dalla folta coda. Il petto era possente e i capelli erano dorati come il sole e gli occhi di un azzurro glaciale. "Piacere, Pilenore." disse il centauro, sorridendo e guardando Luna negli occhi. Non sembrava aggressivo o pericoloso, al contrario le trasmetteva sicurezza ed una certa autorevolezza. Era il primo centauro che vedeva nei dintorni di Hogwarts, poiché non era mai stata lì. Era sempre stata affascinata dalle creature magiche ed era più curiosa che spaventata da esse.
"Piacere, sono Luna" rispose Luna, sorridendo timidamente al centauro.
"Lo sai che non puoi stare qua, è pericoloso." aggiunse serioso il centauro, questa volta aggrottando le sopracciglia.
"Mi servivano delle piante, per una ricerca." Aggiunse Luna, senza incrociare lo sguardo del centauro. "Non devi mentirmi, non ce n'è bisogno. Questa foresta è piena di cose imprevedibili, sai" aggiunse Pilenore con tono fermo, guardando Luna. "Qualsiasi cosa tu stia facendo, è meglio non farla qua" aggiunse il centauro, facendo una smorfia contrariata. Sembrava sinceramente preoccupato per Luna.
"Che cos'è quel libro?" Aggiunse il centauro, puntando con il dito il libro che Luna aveva tra le mani. Il suo viso si oscurò, diventando cupo.
"Volevo saperne di più su una maledizione. Cosa ne sai delle maledizioni ai nati babbani?" Aggiunse Luna con tono dolce e curioso, guardando il centauro.
"Vedi, Luna, la magia, come già sai, è luce, ma soprattutto oscurità.
I nati babbani sono odiati tremendamente da molte famiglie di maghi e streghe Purosangue. Eppure, solo un mago o una strega potenti possono compiere questi malefici. Nessun mago o strega della tua età ne sarebbe in grado, a meno che..." Il centauro non finì la frase, voltandosi con un'espressione preoccupata.
"A meno che cosa?" domandò Luna, stringendosi tra le braccia. Il rumore del vento tra i rami faceva da padrone nella foresta, sempre più cupa e scura.
"A meno che dietro non ci sia un mago più potente. A meno che non faccia da mentore." Aggiunse Pilenore, avvicinandosi a Luna e parlando sommessamente. Luna si rabbuiò, riflettendo su quelle parole.
"Non posso dirti altro... Ma si sta facendo buio. Devi andare via da qua." Aggiunse il centauro, visivamente preoccupato.
Luna si alzò da terra poggiandosi con le mani, annuendo al centauro. "Grazie" aggiunse Luna sorridendo. "Stai attenta" aggiunse Pilenore, ricambiando il sorriso in modo affettuoso e paterno.
Il centauro sparì dietro gli abeti, trottando verso il buio della foresta.

Mughetto, Muschio e Rune Antiche.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora